il Comitato Ariacheta aderisce alla RETE della RESISTENZA sui CRINALI

venerdì 25 marzo 2011

Appello per “un radicale ridisegno della strategia italiana per le rinnovabili finalizzata al 2020″

Pubblichiamo anche noi l'urgente e accorato appello rivolto al Governo e al Parlamento dalle associazioni ambientaliste che si oppongono alla vergognosa speculazione legata al sovrafinanziamento dell'eolico industriale:

«Assistiamo, nel settore delle energie rinnovabili, a uno spettacolo indecoroso e sconcertante. Incentivi generosissimi, i più alti al mondo, hanno determinato una vera e propria “corsa all’oro”, prima, nel settore dell’eolico, poi, nell’ultimo anno e mezzo, anche in quello del solare fotovoltaico.

A pagare sono tutti gli italiani, attraverso le bollette elettriche, mentre sono praticamente azzerati i fondi per la ricerca che, invece, in particolare per il fotovoltaico, sarebbero indispensabili.
La stessa Autority per l’energia ha documentato una crescita esponenziale degli incentivi, considerati tra i “più profittevoli al mondo”, rilevando un crescente fenomeno di speculazione. Per non parlare, poi, dell’esplodere di inchieste giudiziarie che hanno documentato il coinvolgimento della criminalità organizzata nel business delle torri eoliche e dei pannelli fotovoltaici. E’ il momento, dunque, di riprogettare dalle fondamenta l’intera strategia italiana per l’energia, nel quadro generale degli obiettivi strategici fissati dall’Europa e nell’orizzonte temporale che è il 31 dicembre 2020, non la fine di quest’anno e di quelli immediatamente a venire.
Se teniamo conto della rilevantissima discesa dei prezzi registrata negli ultimi 3 anni nel settore fotovoltaico, e del probabile andamento che seguirà, scegliere di installare grandissime quantità di pannelli tutti adesso, in pochissimi mesi, invece che in un arco di diversi anni, è un errore clamoroso. Dovremmo invece pianificare, da oggi al 2020, una crescita regolata, progressiva e più sostenibile di installazione di impianti fotovoltaici, in armonia con il parallelo calo dei prezzi che inevitabilmente arriverà e a salvaguardia del prezioso terreno agricolo, del suolo naturale ricco di biodiversità, dei valori paesaggistici da preservare.
Una strategia così orientata, fondata su basi di prudenza e sostenibilità, ci permetterebbe non solo di tenere in vita l’intera filiera del fotovoltaico da oggi al 2020, ma soprattutto di raggiungere, a fine 2020, i 30mila MegaWatt di potenza installata: una dimensione ben superiore rispetto ai modesti 8mila MegaWatt che il Governo ha fino ad oggi programmato.
Quanto poi all’eolico industriale, dovrebbe ormai essere evidente a tutti che per l’Italia questa tecnologia energetica dai pesantissimi impatti paesaggistico-territoriali rappresenta una scelta a dir poco infelice. Perché, come valuta Wind Power Barometer, l’osservatorio di settore della Comunità europea, l’Italia vanta in Europa la terza potenza eolica installata, ma è solo settima per produzione totale, e una pala eolica in Italia produce circa la metà di quanto produrrebbe se fosse installata in Irlanda o in Portogallo. Perché, come documentano gli Amici della Terra, l’apporto delle torri eoliche ai consumi finali di energia potrà al massimo essere del 2%… Ma a quale prezzo, in ogni caso, otterremmo questi davvero modestissimi benefici energetici?
Il turismo in Italia vale infinitamente di più rispetto a quanto potrebbero rendere alcune migliaia di torri eoliche. Perché l’Italia è un paese con poco vento, ma con il più importante patrimonio storico e artistico che esista al mondo, con il più alto numero di siti patrimonio dell’umanità per l’UNESCO, con le più importanti e spettacolari aree archeologiche del Mediterraneo.
Pensare di continuare ad innalzare migliaia e migliaia di mega-ventilatori d’acciaio, alti dai 100 ai 150 metri (più o meno come il grattacielo Pirelli…) sull’intera dorsale appenninica del Sud, nell’intero Molise, sugli altopiani siciliani o sardi affacciati sul mare, sulle magiche serre salentine oltre che sulle distese meravigliose di uliveti secolari punteggiati di castelli rinascimentali e di masserie fortificate o nel raggio di pochi chilometri da monumenti straordinari, di altissima rilevanza culturale, come Castel del Monte, la possente acropoli di Lucera, le aree archeologiche di Altilia-Saepinum e di Pietrabbondante, la Reggia di Caserta, i templi di Segesta e di Agrigento non è solo sbagliato, è anti-economico, anti-costituzionale, assolutamente irragionevole, forse criminale.

Per questo, chiediamo al Governo e al Parlamento:

1. di definire una strategia energetica nazionale che ci accompagni fino al 2020 e che assicuri più fondi per la ricerca e l’innovazione tecnologica e dia assoluto rilievo, oltre alla crescita dell’energia rinnovabile, anche al risparmio e all’efficienza energetica, da conseguire anche attraverso la bioedilizia e l’inizio di una politica di ricostruzione/rottamazione edilizia del patrimonio immobiliare post-bellico privo di qualità e di criteri antisismici;

2. di programmare l’uscita dall’eolico industriale e una riconversione dei relativi incentivi a vantaggio delle fonti rinnovabili di energia sviluppate in forme eco-sostenibili di autogenerazione diffusa (solare termico e fotovoltaico, geotermia, micro impianti eolici, ecc.) e della ricerca;

3. di fissare limiti all’installazione degli impianti fotovoltaici al fine di favorirne, in modo deciso, l’installazione sui tetti relativi a qualunque tipo di edificio, in particolare uffici, scuole, depositi, capannoni, fabbriche, distributori di carburante, parcheggi, ecc., o anche a terra nelle aree urbanizzate o industriali, e consentire l’installazione a terra, su terreni agricoli, solo di impianti di piccola taglia, al servizio dell’attività degli agricoltori per fini di auto-consumo, e, in parte, a integrazione del loro reddito personale.
Sarebbe possibile così rispettare, oltre che l’obiettivo strategico energetico fissato dall’Unione europea, finalmente i principi fondamentali della nostra Costituzione che all’articolo 9 proclama solennemente: “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione”.
»

Carlo Ripa di Meana, Italia Nostra, presidente sezione Roma

Oreste Rutigliano, Comitato Nazionale Paesaggio, segretario nazionale

Andrea Carandini, docente archeologia classica (Università Roma La Sapienza)

Vittorio Sgarbi, storico e critico d’arte

Vittorio Emiliani, Comitato per la Bellezza, presidente

Mario Pirani, giornalista

Giacomo Marramao, docente filosofia (Università Roma 3)

Oliviero Toscani, fotografo

Rosa Filippini, Amici della Terra, segretario nazionale

Carlo Alberto Pinelli, Mountain Wilderness, presidente nazionale on.

Maria Rita Signorini, Italia Nostra, cons. nazionale e Commiss. Naz. Energia

Emma Bonino, vice-presidente Camera

Marco Pannella, Partito Radicale Transnazionale, presidente

Elisabetta Zamparutti, deputato Camera dei Deputati

Sergio D’Elia, Nessuno tocchi Caino, segretario nazionale

Annamaria Procacci, animalista, già parlamentare dei Verdi

Stefano Allavena, Altura (Ass. tutela uccelli rapaci), presidente nazionale

Enzo Cripezzi, Lipu, coordinatore regionale Puglia

Pietro Bellasi, docente sociologia dell’arte a Bologna

Luisa Bonesio, docente Geofilosofia

Alberto Cuppini, portav. Rete resistenza sui Crinali, Emilia Romagna,

Maurizio Fiori, portav. Rete Resistenza sui Crinali, Toscana,

Giovanni De Pascalis, Italia Nostra, consigliere sezione di Roma

Nico Valerio, animalista, ecologista, Ecologia liberale

martedì 22 marzo 2011

UN MANIFESTO PER LE STRADE DI SAN GODENZO

Nelle settimane scorse il Comitato ha fatto affiggere nelle bacheche di San Godenzo un manifesto intitolato "Soldi o sordi?", con un testo che a noi sembrava abbastanza chiaro, ma che evidentemente ha dato luogo a qualche incertezza e dubbio. Per fugare ogni ambiguità sul significato della campagna, ne presentiamo sul blog la versione aggiornata, che è stata diffusa da tutti i comitati aderenti alla Rete per la Resistenza sui Crinali (consigliamo visitare il sito: reteresistenzacrinali).