il Comitato Ariacheta aderisce alla RETE della RESISTENZA sui CRINALI

giovedì 26 marzo 2009

osservazioni del comitato sul progetto: versione di divulgazione

L’impianto eolico-industriale “Fiera dei Poggi-Monte Peschiena” - previsto nel Sito di Importanza Comunitaria “Muraglione-Acquacheta” - San Godenzo (FI)

Cari amici,
molti di voi conoscono già le caratteristiche di questo progetto, i cui obiettivi economici sono riusciti a prevalere sul buon senso degli amministratori locali, e tentano di eludere tutte le norme di governo del territorio, norme che giustamente attribuiscono a quest’area un elevatissimo valore ambientale e paesaggistico.
E’ inutile ribadire che questi impianti industriali si stanno diffondendo su tutto il territorio nazionale in virtù di compensazioni monetarie (contributi alle ricerche e alla realizzazione di impianti, certificati verdi) piuttosto che per una reale e competitiva produzione energetica da fonti rinnovabili.
Come cittadini coinvolti, ci troviamo in una posizione di assoluta debolezza per sostenere, nelle varie sedi istituzionali e di fronte all’opinione pubblica, le ragioni nostre e di chiunque abbia a cuore i valori del territorio. Chiediamo, per questo, il vostro aiuto e sostegno per contrastare gli effetti devastanti che gli impianti eolici industriali producono e produrranno sulle risorse naturalistiche e sui valori culturali della nostro paese. Non siamo certo sfavorevoli all'impiego di fonti alternative di energia, come si vuol far pretestuosamente credere, ma non vogliamo che, dietro motivazioni fittizie, vengano imposti alla collettività progetti di caratura e dimensioni industriali, concepiti, a loro esclusivo vantaggio, da soggetti privati, che sono lontani ed estranei agli stessi contesti di tali realizzazioni.
Per comprendere l’entità e gli effetti dell'intervento qui in oggetto, anche in relazione ai vigenti strumenti di governo del territorio, sarebbe necessaria la lettura dello Studio di Impatto Ambientale, e dei suoi allegati, redatto dai progettisti, unitamente, almeno, agli strumenti di tutela e pianificazione del territorio, vale a dire il Piano Strutturale (“PS”) del comune di San Godenzo, al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (“PTCP”) della provincia di Firenze, e al Piano di Indirizzo Territoriale (“PIT”) della regione Toscana.
Mi rendo conto che la lettura di tutti questi atti richiede un impegno che difficilmente potete affrontare, perché altre e altrettanto importanti attività richiedono la vostra attenzione. Per questo motivo sono a sottoporvi una estrema sintesi dei contenuti del progetto, e della sua oggettiva non-sostenibilità, in riferimento a queste norme di pianificazione redatte, a tutela del territorio, dagli enti di ogni livello.
L'augurio è che questo piccolo contributo vi possa dare alcuni elementi utili per sottoporre le vostre osservazioni alla Regione Toscana, Settore Valutazione Impatto Ambientale (“V.I.A.”), via Bardazzi 19/21 – 50127 Firenze, e ad altre istituzioni che riterrete opportuno informare.
Gli uffici regionali (ai quali dobbiamo riconoscere una trasparenza che è sicuramente mancata ad altri livelli) ci hanno comunicato che accetteranno eventuali osservazioni anche dopo i termini previsti, purchè arrivino prima della Conferenza dei Servizi, che dovrà essere convocata per l'analisi del progetto e per la quale speriamo che siano coinvolti tutti gli Enti che hanno titolo ad esprimersi (altro elemento di cui, da più parti, è stata lamentata la mancanza, grave ed inquietante).
In proposito devo sottolinearvi anche una coincidenza quanto meno sorprendente. Una versione di revisione del Piano di Indirizzo Territoriale (“PIT”) della regione Toscana aveva specificato (articolo 34bis, in sostituzione dell’articolo 34 comma 6) che l’ubicazione di aerogeneratori con altezza al rotore superiore a 25 metri era ammissibile unicamente al di fuori dei Siti di Importanza Regionale: tale prescrizione è stata eliminata nella versione adottata e presentata, a livello dei vertici amministrativi della Regione stessa, il 31 marzo 2009: a questo proposito credo che la procedura ammetta l'espressione di proprie osservazioni a tale modifica.
Sempre in riferimento al “PIT”, vi invito a leggere l’art. 5 (aree tutelate per legge-boschi) e in particolare il “comma 2”.

Grazie a tutti
Il comitato

Osservazioni di Marco Bosi, relative al progetto di parco eolico da realizzare nel comune di San Godenzo

Presentate alla Regione Toscana, nei termini e modi prescritti, da Marco Bosi, residente in San Godenzo.

1) Si fa innanzitutto presente che nella convenzione sottoscritta tra il Comune di S. Godenzo e la società Infrawind s.r.l.,(Vedi Allegato 1) incaricata dell’opera, è riportato che la potenza nominale dell’impianto sarà tra i 12 e i 30 MW; come avviene che la suddetta potenza aumenti fino a 46 MW nel progetto definitivo, presentato dalla Infrawind s.r.l. nel febbraio 2009? Ciò non inficia la validità della convenzione?
2) Alla data della firma della convenzione erano stati depositati gli elaborati progettuali relativi alle caratteristiche e alla consistenza delle opere? E se no, su quale base è stata firmata la convenzione?
3) Come fa un’area ad uso agricolo e boschivo, come risulta essere quella interessata dal progetto eolico, a risultare compatibile con un insediamento industriale di cui, alla data della firma della convenzione, il Comune ignorava tutto, essendo stato il progetto definitivo depositato in data 10 febbraio 2009?
4) In convenzione è stata ben delimitata l’area d’insediamento dell’opera, come si evidenzia nell’allegato A della convenzione stessa. Per quale motivo dunque si presenta un progetto, da parte d’Infrawind s.r.l., che prevede l’insediamento di alcuni aerogeneratori eolici al di fuori della predetta area? Può essere ancora valida una convenzione cosi palesemente disattesa? Tanto più che qualche rigo dopo, nella stessa convenzione, è testualmente scritto che il Comune: ”Dichiara di conoscere l’ubicazione preliminare delle opere dei manufatti”. È una presa in giro? Il Comune all’epoca non conosceva proprio nulla: 1°) perché come già detto l’area interessata si è allargata, 2°) perché i manufatti sono stati definiti solo nel progetto presentato a febbraio. D’altra parte è la stessa convenzione che evidenzia l’ignoranza del Comune, quando affermava che: ”La potenza nominale e la tipologia degli aerogeneratori eolici può subire variazioni in funzione del numero e del tipo d’aerogeneratori determinato dall’iter autorizzativo”.
Riguardo all’ampliamento dell’area d’insediamento c’è da fare un’ulteriore e fondamentale osservazione. I nuovi siti, non previsti, vanno a insistere sulla zona di ricarica delle sorgenti censite nel piano strutturale del Comune di San Godenzo Tavola 12a e12b. (Vedi Allegato 2) e che vanno ad approvvigionare il capoluogo. Si fa presente che esse costituiscono l’unica risorsa idrica del capoluogo, pertanto un eventuale danneggiamento delle stesse risulterebbe un danno non altrimenti risolvibile. Alla luce di questa drammatica eventualità si richiedono indagini mirate e appropriate da realizzare in via preventiva, al fine di scongiurare i rischi derivanti dalle opere di realizzazione dell’insediamento, perché, trattandosi di un sistema oroidrografico estremamente delicato, come riportato dalla relazione idrogeologica a suo tempo realizzata dalle strutture tecniche del CONSIAG di Prato per Publiacqua nel 2001, (Vedi Allegato 3), ogni intervento può compromettere la falda acquifera, sia nella qualità che nella quantità. A tal proposito si rimanda a quanto riportato in convenzione, dove è scritto che: ”Restano a carico d’Infrawind s.r.l.… ogni onere e/o disagio che potranno essere arrecati dalla realizzazione, esercizio e manutenzione del citato impianto”.
Si ritiene dunque opportuno che l’Infrawind s.r.l. si accolli preventivamente, magari tramite fideiussione, il costo di eventuali danneggiamenti che potrebbero essere arrecati alla portata, alla potenzialità e alla qualità delle fonti, portata, potenzialità e qualità ben specificate nell’allegato 3.

venerdì 20 marzo 2009

lettera di sostegno dal comitato per un'altra Firenzuola

Al Comitato Spontaneo Ariacheta
San Godenzo (FI)

Cari amici,
abbiamo visto il comunicato che avete fatto il 12 marzo sulla installazione di un impianto eolico sui vostri crinali.
Nel nostro comune è ormai da anni che ci battiamo contro la realizzazione di simili impianti, dando voce, in Consiglio Comunale e a livello istituzionale, ai diversi comitati che si sono costituiti per contrastare i vari progetti; per questo esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla vostra lotta e ci auguriamo che fra noi possa concretizzarsi anche una forma di collaborazione operativa.
Vogliamo chiarire da subito che non siamo contrari all’uso del vento come fonte energetica, ma tale uso deve avvenire nei luoghi e nei modi che non pregiudichino le ricchezze naturali (ambientali e umane). Ci sembra che le vostre proposte, sintetizzabili nella formula «creazione di un “distretto energetico da energie rinnovabili” controllato dai cittadini» vada in questa stessa direzione. È una precisazione importante perché l’accusa che piú di frequente ci viene rivolta è quella di essere falsi ambientalisti perché ci opponiamo all’eolico e, in questo modo, daremmo addirittura un aiuto ai sostenitori della reintroduzione del nucleare. Niente di piú falso.
In realtà, intorno alla questione della installazione di grandi impianti eolici industriali ruota una complessa questione economica, che ha come protagonista principale le grandi multinazionali del vento e, con un ruolo di gran lunga secondario, le amministrazioni locali e alcuni privati cittadini sui cui terreni dovrebbero essere collocate le pale.
Crediamo che sia nota la redditività economica di questi impianti che giustifica investimenti ingenti. L’aspetto però che riguarda da vicino i cittadini e sul quale è necessario soffermarsi è quello delle scelte locali (amministrazioni e cittadini).
La situazione economica dei comuni – e a maggior ragione dei piccoli comuni di montagna – è ogni giorno piú difficile e ogni scelta che può incrementare le entrate sembra accettabile e giusta. È comprensibile anche la scelta dei proprietari di terreni che praticamente non danno reddito e dai quali diventa possibile ottenere un compenso «significativo».
Per ciascuno di noi, ma soprattutto per gli amministratori, è necessaria una riflessione seria. È forte per chi ha bisogno di soldi fare proprio il detto popolare «meglio un uovo oggi che una gallina domani». Ma si deve stare attenti che per avere l’uovo non si uccida la gallina.
I nostri territori – come anche voi avete bene individuato – hanno un valore che non è solo ambientale o estetico, ma anche economico. Perché questo valore si concretizzi sono necessari progetti e interventi che richiedono un impegno molto complesso; è molto piú semplice accettare l’offerta dei realizzatori dei grandi impianti industriali.
Si pensi che nel nostro comune (Firenzuola) dal 2002 a oggi sono stati presentati 7 progetti (con una capacità produttiva di circa 200 MW) a nessuno dei quali il Comune ha detto «no». Se per assurdo tutto quello che è stato progettato fosse realizzato il Comune di Firenzuola avrebbe sul suo territorio un terzo degli impianti eolici previsti per tutta la Toscana.
Le procedure devono essere rovesciate: anziché aspettare e accettare le proposte delle multinazionali, dovrebbero essere gli enti locali, in stretta collaborazione con i cittadini e con le istituzioni provinciali e regionali, a individuare i luoghi, le dimensioni, le modalità di realizzazione degli impianti. E la prospettiva, in comuni piccoli come i nostri, deve essere quella dell’autosufficienza energetica dei nostri territori.
Su temi cosí grandi e complessi la fretta e il bisogno sono pessimi consiglieri. Sappiamo che il cambiamento delle politiche energetiche è un bisogno impellente, ma se i grandi inquinatori mondiali si sono presi tutto il tempo che vogliono per continuare a inquinare, in barba al protocollo di Kyoto, prendiamoci anche noi un po’ di tempo per approfondire la discussione con i cittadini, per arrivare a scelte condivise, con la certezza che il nostro impegno e tutto rivolto a contribuire, nel nostro piccolo, alla soluzione del problema energetico e non a creare problemi agli amministratori locali.
Con amicizia

Luciano Ardiccioni
consigliere comunale



Firenzuola, 20 marzo 2009

giovedì 12 marzo 2009

Primo comunicato


San Godenzo, 12 marzo 2009

Oggetto: costituzione “Comitato Spontaneo Ariacheta”, contro la realizzazione dell’impianto eolico industriale “Monte Peschiena – Fiera dei Poggi”

II giorno 23 febbraio 2009, a San Godenzo, si è svolta la presentazione ufficiale del progetto della ditta ED.VT. Srl (Infrastrutture SpA) di un impianto industriale di 46 MW che prevede l’installazione di 14 torri da 3 MW alte 105 metri alla cui sommità è collegata una elica con diametro di 100 metri (altezza totale di almeno 150 metri). L’impianto andrà ad occupare 5,5 km di crinale appenninico in corrispondenza dei sentieri 00, GEA che coincide con diversi itinerari naturalistici, storico-culturali e religiosi promossi dal Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, sovrastando imponentemente l’alta valle dell’Acquacheta. L’impianto è previsto entro e sul confine del “SIC 39 Muraglione –Acquacheta” e ad una distanza di circa 1,5 km dai confini del Parco Nazionale con una visibilità significativa su gran parte del territorio del Parco stesso. La presenza dell’impianto determinerà la qualificazione di parte del crinale come “area industriale” ed un generale declassamento del territorio circostante attualmente ricadente in classe 1 (aree particolarmente protette, SIC).

Una prima sommaria verifica del progetto e degli strumenti di valutazione depositati presso la sede comunale ha consentito di verificare che il progetto riguarda un impianto eolico industriale con impatti devastanti per l’integrità dei luoghi e per gli insediamenti ancora presenti.
L’impianto, come dimostrato nei casi di impianti analoghi già realizzati, avrà conseguenze catastrofiche per animali e uccelli che abbondano nei boschi circostanti (numerosissimi cervidi, lupi e molti rapaci tra cui le aquile).

L’integrità del luogo ha inoltre stimolato nell’ultimo ventennio un fenomeno culturale di ritorno alla terra da parte di persone fortemente motivate al recupero e al mantenimento dei luoghi e delle attività agrosilvopastorali tradizionali. Questi insediamenti, attualmente riabitati e mantenuti produttivi, condividono obiettivi comuni di sviluppo consistenti soprattutto nell’ospitalità rurale (diffusione di un sistema di rifugi e ostelli montani); alla custodia territoriale (convenzioni con gli enti territoriali per opere di presidio); coltivazione di produzioni tipiche e allevamento; sviluppo delle energie rinnovabili da parte delle aziende agricole (in linea con i recenti indirizzi del PSR); sviluppo di processi educativi in relazione all’ambiente e alla sostenibilità dei processi produttivi.

Le prospettive di un impianto di tali dimensioni ed ubicato in quel contesto non lascia spazio a compromessi in quanto verrebbero a mancare le condizioni per il perseguimento degli obiettivi sopradescritti determinando l’ennesimo e forse ultimo “esodo dalla montagna”.


Osservato che:

1. il progetto contrasta con specifiche disposizioni regionali che reputano l’area non idonea per la realizzazione di impianti eolici;
2. il progetto non rispetta i vincoli e le disposizioni degli strumenti di programmazione e pianificazione territoriale;
3. il progetto risulta assolutamente banale ed assente sullo studio della componente del paesaggio;
4. il progetto non riporta sufficienti dettagli sulle alternative progettuali e non giunge ad un confronto tra queste;
5. lo studio risulta assolutamente incomprensibile e superficiale nell’analisi finale della valutazione dei singoli impatti e delle modalità attraverso le quali vengono valutate le componenti ambientali;
6. lo studio di incidenza risulta incompleto per diversi aspetti e superficiale nei contenuti;
7. l’eventuale realizzazione del progetto rappresenta una condizione insostenibile di permanenza per tutti gli abitanti dell’area circostante;

Il Comitato Spontaneo Ariacheta si pone l’obiettivo di evitare con ogni mezzo democratico e legittimo la realizzazione del progetto. Sottolinea, a scanso di dubbi, di condividere pienamente la necessità di limitare il consumo di risorse, di perseguire uno sviluppo sostenibile e consapevole e di ricavare l’energia da fonti rinnovabili, e per queste ragioni sostiene e promuove i seguenti obiettivi in alternativa al progetto industriale proposto:

1. diffusione sul territorio comunale di piccoli impianti (mini eolico, mini idrico, fotovoltaico, biomasse) di potenza non superiore a 20-30 kw ad opera di soggetti privati per soddisfare i propri fabbisogni energetici e per immettere in rete la quota residua;
2. creazione di un “distretto energetico da energie rinnovabili” controllato dai cittadini;
3. opportunità per le aziende agricole di accedere ai contributi specifici nell’ambito del PSR per lo sviluppo di piccoli impianti per la produzione di energia allo scopo anche di consentire una integrazione del reddito sufficiente per mantenere la permanenza sul luogo delle persone che attualmente lo abitano;
4. ampia diffusione dell’ospitalità presso gli insediamenti rurali esistenti allo scopo di una miglior promozione e fruizione del territorio montano;
5. promozione di progetti educativi presso gli insediamenti abitati al fine promuovere e divulgare i possibili modelli di sviluppo sostenibile e consapevole;

Il comitato si pone come strumenti per raggiungere i propri scopi statutari la divulgazione di materiale informativo, l’organizzazione di assemblee pubbliche e di eventi in genere.

Con questo primo comunicato e un’assemblea aperta alla popolazione stata avviata una campagna di sensibilizzazione della popolazione locale e di informazione a livello nazionale.
Si rivolge pertanto un appello a tutti gli amici dell’ambiente ad aiutarci e sostenerci.
Stiamo urgentemente cercando tecnici ed esperti in grado di elaborare e presentare osservazioni al progetto dell’impianto eolico, che devono essere inoltrate entro e non oltre il 26 marzo 2009.


Contatto mail: ariacheta@ymail.com

mercoledì 11 marzo 2009

primo volantino nascita ariacheta

VOLETE UN MEGA IMPIANTO EOLICO INDUSTRIALE SUL CRINALE DELL’ACQUACHETA?

IL PROGETTO NEL COMUNE DI SAN GODENZO
È GIA’ STATO PRESENTATO IN REGIONE


Lo sapevate che:

1) sarebbe il più invasivo della Toscana e uno dei più sproporzionati di tutt’Italia.

2) il progetto prevede 14 torri eoliche di 155 metri complessivi, con pali di 105 m, navicella di 62 tonnellate, pale di 100 m di diametro, dalla Fiera dei poggi al Peschiena.

3) ogni torre produce un rumore di 106 decibel ciascuna, paragonabile a un trattore a pieno regime. Centinaia di ettari dei boschi di crinale perderanno il loro silenzio.

4) il progetto stravolge completamente gli scenari presentati un anno fa nell’assemblea informativa alla popolazione.

5) parte di un sito di importanza comunitaria (SIC) per l’elevatissimo valore paesaggistico e naturalistico verrebbe degradata ad area industriale, creando il precedente per rendere accessibile l’area ad ulteriori installazioni industriali, come antenne, ripetitori e chi più ne ha più ne metta.

6) il percorso dell’impianto passerebbe a monte di zone a pericolosità geologica elevata
e delle sorgenti più importanti dell’acquedotto di San Godenzo.

7) il progetto di potenza pari a 45 MW contrasta i contenuti della programmazione regionale che prevede la realizzazione di impianti in 15-25 località di potenza compresa tra 15 e 25 MW. L’area in oggetto è contenuta nell’elenco delle aree in cui risulta inopportuna la realizzazione di impianti eolici.

8) i siti delle torri eoliche diventeranno area industriale, modificando nelle aree circostanti gli attuali livelli consentiti di emissione di rumore.

9) il progetto prevede movimenti di terra di almeno 120.000 metri cubi e relativo traffico di cantiere, con la costruzione di strade larghe almeno 5 metri al posto di sentieri (00, GEA), mulattiere e tracciati storici.

10) le torri eoliche alterano le visuali panoramiche del comune e di una area vasta estesa fino ad almeno 20 km.

11) il progetto è visionabile in comune, e fino 26 marzo 2009 a tutti è possibile fare osservazioni.


A noi sembra che:

1) si voglia dare via libera allo scempio del nostro paesaggio incontaminato, al degrado dei nostri valori storici e culturali e al decadimento dei valori economici legati al turismo ed alla valorizzazione della ruralità.

2) la nostra più importante risorsa, il paesaggio, verrebbe svenduta per fare gli interessi della società realizzatrice del progetto, l’Infrastrutture SpA (ED.VT.srl) .

3) se in passato il valore dell’area ha determinato una variante sul tracciato del metanodotto a maggior ragione questa opera mostruosa non si deve fare.

4) nell’insieme il progetto presentato è un’offesa allo spirito delle procedure di VIA (Valutazione Impatto Ambientale), banalizza l’impatto sugli uccelli, sull’intera fauna e sugli insediamenti umani presenti sul territorio. In realizzazioni simili si è visto e provato che l’impatto è devastante.

5) il progetto non rispetta i vincoli e le disposizioni di programmazione e pianificazione territoriale ed è in contrasto con i valori della zona protetta SIC.

6) nessuno vorrebbe fare una passeggiata all’Acquacheta col rumore di una lavatrice in spalla!

7) non ci sia sostenibilità locale e si precluda per sempre lo sviluppo legato alla vocazione naturale del luogo.

8) gli incidenti e i malfunzionamenti di questi impianti, di recente concezione e poco collaudati e sovradimensionati sono molto frequenti: c’è una vasta documentazione a provarlo. Il vero interesse non è la produzione di energia “pulita”, sono i finanziamenti pubblici e in particolare i ”certificati verdi”.

9) si dovrebbe imparare dagli errori passati: vogliamo un’altra Cavet?

Le nostre proposte:

1) rivedere il progetto alla luce di più accurate e obiettive considerazioni qualitative e non solo economiche, facendo appello al Principio di Precauzione in via di elaborazione da parte della Comunità Europea.

2) promuovere le energie rinnovabili sostenibili e diffuse: piccoli impianti (minieolico, mini idro, fotovoltaico e biomasse) di potenza non superiore a 20-30 Kw, compatibili con il paesaggio e l’insediamento umano.

3) permettere ai cittadini di avere un controllo sulle modalità di produzione delle energie rinnovabili sul loro territorio.

Comitato spontaneo Ariacheta San Godenzo, 11 marzo 2009

NON SIAMO CONTRO L’EOLICO - SIAMO CONTRO LA SPECULAZIONE AMBIENTALE !