il Comitato Ariacheta aderisce alla RETE della RESISTENZA sui CRINALI

mercoledì 11 marzo 2009

primo volantino nascita ariacheta

VOLETE UN MEGA IMPIANTO EOLICO INDUSTRIALE SUL CRINALE DELL’ACQUACHETA?

IL PROGETTO NEL COMUNE DI SAN GODENZO
È GIA’ STATO PRESENTATO IN REGIONE


Lo sapevate che:

1) sarebbe il più invasivo della Toscana e uno dei più sproporzionati di tutt’Italia.

2) il progetto prevede 14 torri eoliche di 155 metri complessivi, con pali di 105 m, navicella di 62 tonnellate, pale di 100 m di diametro, dalla Fiera dei poggi al Peschiena.

3) ogni torre produce un rumore di 106 decibel ciascuna, paragonabile a un trattore a pieno regime. Centinaia di ettari dei boschi di crinale perderanno il loro silenzio.

4) il progetto stravolge completamente gli scenari presentati un anno fa nell’assemblea informativa alla popolazione.

5) parte di un sito di importanza comunitaria (SIC) per l’elevatissimo valore paesaggistico e naturalistico verrebbe degradata ad area industriale, creando il precedente per rendere accessibile l’area ad ulteriori installazioni industriali, come antenne, ripetitori e chi più ne ha più ne metta.

6) il percorso dell’impianto passerebbe a monte di zone a pericolosità geologica elevata
e delle sorgenti più importanti dell’acquedotto di San Godenzo.

7) il progetto di potenza pari a 45 MW contrasta i contenuti della programmazione regionale che prevede la realizzazione di impianti in 15-25 località di potenza compresa tra 15 e 25 MW. L’area in oggetto è contenuta nell’elenco delle aree in cui risulta inopportuna la realizzazione di impianti eolici.

8) i siti delle torri eoliche diventeranno area industriale, modificando nelle aree circostanti gli attuali livelli consentiti di emissione di rumore.

9) il progetto prevede movimenti di terra di almeno 120.000 metri cubi e relativo traffico di cantiere, con la costruzione di strade larghe almeno 5 metri al posto di sentieri (00, GEA), mulattiere e tracciati storici.

10) le torri eoliche alterano le visuali panoramiche del comune e di una area vasta estesa fino ad almeno 20 km.

11) il progetto è visionabile in comune, e fino 26 marzo 2009 a tutti è possibile fare osservazioni.


A noi sembra che:

1) si voglia dare via libera allo scempio del nostro paesaggio incontaminato, al degrado dei nostri valori storici e culturali e al decadimento dei valori economici legati al turismo ed alla valorizzazione della ruralità.

2) la nostra più importante risorsa, il paesaggio, verrebbe svenduta per fare gli interessi della società realizzatrice del progetto, l’Infrastrutture SpA (ED.VT.srl) .

3) se in passato il valore dell’area ha determinato una variante sul tracciato del metanodotto a maggior ragione questa opera mostruosa non si deve fare.

4) nell’insieme il progetto presentato è un’offesa allo spirito delle procedure di VIA (Valutazione Impatto Ambientale), banalizza l’impatto sugli uccelli, sull’intera fauna e sugli insediamenti umani presenti sul territorio. In realizzazioni simili si è visto e provato che l’impatto è devastante.

5) il progetto non rispetta i vincoli e le disposizioni di programmazione e pianificazione territoriale ed è in contrasto con i valori della zona protetta SIC.

6) nessuno vorrebbe fare una passeggiata all’Acquacheta col rumore di una lavatrice in spalla!

7) non ci sia sostenibilità locale e si precluda per sempre lo sviluppo legato alla vocazione naturale del luogo.

8) gli incidenti e i malfunzionamenti di questi impianti, di recente concezione e poco collaudati e sovradimensionati sono molto frequenti: c’è una vasta documentazione a provarlo. Il vero interesse non è la produzione di energia “pulita”, sono i finanziamenti pubblici e in particolare i ”certificati verdi”.

9) si dovrebbe imparare dagli errori passati: vogliamo un’altra Cavet?

Le nostre proposte:

1) rivedere il progetto alla luce di più accurate e obiettive considerazioni qualitative e non solo economiche, facendo appello al Principio di Precauzione in via di elaborazione da parte della Comunità Europea.

2) promuovere le energie rinnovabili sostenibili e diffuse: piccoli impianti (minieolico, mini idro, fotovoltaico e biomasse) di potenza non superiore a 20-30 Kw, compatibili con il paesaggio e l’insediamento umano.

3) permettere ai cittadini di avere un controllo sulle modalità di produzione delle energie rinnovabili sul loro territorio.

Comitato spontaneo Ariacheta San Godenzo, 11 marzo 2009

NON SIAMO CONTRO L’EOLICO - SIAMO CONTRO LA SPECULAZIONE AMBIENTALE !