il Comitato Ariacheta aderisce alla RETE della RESISTENZA sui CRINALI

mercoledì 1 dicembre 2010

Nasce la RETE DELLA RESISTENZA SUI CRINALI - per il coordinamento dei comitati contro l'eolico industriale sull'Alto Appennino

Bologna e Pontremoli, 29 Novembre 2010
 
Proprio in coincidenza con la trasmissione della rubrica Report di RAI 3 dal titolo "Girano le pale" (alla quale alcuni di noi hanno contribuito), abbiamo il piacere di annunciare che si è costituito il 
Coordinamento dei comitati dell'Alto Appennino contro l'eolico-industriale selvaggio. Si è deciso di chiamare tale coordinamento:
 
Rete della Resistenza sui Crinali
 
Ne fanno per il momento parte i seguenti comitati o gruppi di comitati già in essere, sorti in seguito alla proliferazione dei progetti per la costruzioni di sempre nuovi impianti sulle nostre montagne:
 
Monte dei Cucchi (San Benedetto val di Sambro BO)
Ariacheta (San Godenzo FI)
Alta valle del Sillaro (BO)
Monte Faggiola (Firenzuola FI)
La luna sul monte (Pontremoli MS)
Cisatel (Comitato Interregionale Salvaguardia Appennino Tosco Emiliano Ligure)
Prato Barbieri (Bettola PC)
Passo delle Pianazze Case INI (Farini PC)
Tutela paesaggio (PC)
 
Altri comitati sono in fase di costituzione oppure stanno valutando di unirsi al coordinamento.
 
Il ruolo principale della Rete della Resistenza sui Crinali è fare acquisire maggiore forza al movimento contro l'eolico industriale ed una rappresentanza unitaria nei confronti di politici, mezzi di informazione ed altre associazioni. La rete è costituita ormai da alcune migliaia di cittadini che rappresentano quel "qualcuno che sorvegli le incompetenze locali per evitare danni e sprechi" (per usare le precise parole della giornalista Milena Gabanelli di ieri sera) nell'attesa che alla tutela (prevista dalla Costituzione) del paesaggio, della salute umana, della salvaguardia della fauna, degli assetti idrogeologici eccetera, ma più in generale della nostra cultura e del bene pubblico, messo in pericolo dalla dimensione e dal numero stesso degli enormi aerogeneratori in una zona così vulnerabile come i nostri crinali, provveda chi ne dovrebbe essere istituzionalmente preposto o chi avrebbe obblighi statutari ad intervenire. 
 
E' sottinteso che non ci sono preclusioni di carattere politico. Le uniche preclusioni sono nei confronti di chi è favorevole all'eolico industriale.
 
La prima iniziativa sarà la richiesta, questa stessa settimana data l'urgenza, di un incontro con i consiglieri e gli assessori regionali dell'Emilia Romagna e della Toscana per conoscere lo stato dell'arte delle linee guida regionali sugli impianti eolici e per chiedere una piattaforma di confronto sull'elaborazione delle stesse in base alle criticità finora riscontrate nei progetti proposti o realizzati sulle nostre montagne. 
 
Sono stati nominati due portavoce del coordinamento (uno per l'Emilia Romagna e uno per la Toscana, per comprensibili motivi logistici e per le differenti legislazioni e realtà regionali).
 
Sono:
Alberto Cuppini di Bologna, per l'Emilia Romagna AlbertoCuppini@Alice.it  cell. 340 7821884 e
Maurizio Fiori di Pontremoli, per la Toscana. Maurizio.Fiori@Alice.it  cell. 339 8340814.
 
Terminiamo citando ancora la Gabanelli di ieri sera alla conclusione del servizio di Report che ha espresso al meglio il nostro comune sentire:
 
"E così il nostro patrimonio (quello che realmente non è sottoposto all'andamento del mercato perchè ce l'abbiamo soltanto noi), che è il nostro straordinario e unico Paese, LO STIAMO MASSACRANDO con sporco e pulito insieme. Per avere come risultato la bolletta più cara d'Europa. Sembra sempre che tutto avvenga a caso o per incompetenza e intanto furbi e criminali attingono a man bassa." 
 
Alberto Cuppini
Portavoce per l'Emilia Romagna della Rete della Resistenza sui Crinali.
Maurizio Fiori
Portavoce per la Toscana della Rete della Resistenza sui Crinali.

mercoledì 22 settembre 2010

MIni eolico condiviso: a Campiglia Marittima è possibile!

leggiamo su www.greenreport.it del 20 settembre una notizia rincuorante, e ci chiediamo perché non dovrebbe essere possibile applicare una soluzione del genere anche a San Godenzo. Diversamente da come dice e vuol far credere l'ultimo paragrafo dell'articolo, a questo tipo di impianti il Comitato Ariacheta si è sempre dichiarato più che interessato (non sono nocivi per l'ambiente, per l'avifauna, sono direttamente controllati dalla popolazione, non richiedono sbancamenti, non vanno a foraggiare società di dubbia composizione, non creano danni alla salute ecc.ecc., a differenza dell'eolico di grande taglia o industriale). Anzi, vogliamo provare a pensarci concretamente?...



CAMPIGLIA MARITTIMA (Livorno). Si sta consolidando a Campiglia Marittima la prima esperienza nazionale di proprietà diffusa di un impianto di mini-eolico. Per la metà del prossimo mese è prevista la costituzione ufficiale della srl "fischiailvento" e le adesioni sono state aperte a chiunque voglia investire una quota di risparmi di almeno 5.000 €.

Ora i proponenti stanno lavorando sullo Statuto della srl per arrivare al rogito notarile. Le adesioni possono pervenire al coordinatore della iniziativa: sozzi.gino@alice.it La turbina sarà una Libellula 55, l'unica prodotta in Italia nello stabilimento di Prato ed interamente realizzata con componenti nazionali ( www.aria-srl.it).

Il luogo di installazione è stato individuato sul crinale della Cava di Campiglia, a circa 560 m.s.l.m. e di fronte alla costa, dove i venti, già misurati, sono intorno a 6,9 m/sec. su base annua e garantiranno la produzione di circa 160.000 KWh all'anno.

Alla tariffa omnicomprensiva di 30 c€ per KWh e detratti gli oneri assicurativi e di manutenzione l'utile lordo ante tasse si aggirerà su 45.000 €/anno.

La società Cave di Campiglia, proprietaria dell'area ha già dato la propria disponibilità a concedere, a titolo gratuito, il piccolo fazzoletto di terreno necessario alla installazione.

Il Comune di Campiglia è uno dei pochi, in Toscana, che consente l'installazione di mini-eolico senza frapporre ostacoli ed applicando pienamente la legislazione nazionale e regionali. Altrove una iniziativa di questo tipo non sarebbe stata possibile.

Il gruppo di cittadini che ha iniziato il percorso spera di avere un numero sufficiente di adesioni per coprire l'intera spesa di installazione che si aggira su 200.000 €. e quindi arrivare a 40 - 45 sottoscrittori. Questo numero corrisponde non solo alla copertura finanziaria dell'impresa, ma anche, se si considera che 45 famiglie sono circa 135 persone, ai fabbisogni elettrici per uso domestico di tutte le famiglie aderenti.

Insomma ci saranno 45 famiglie che si staccano dal petrolio per l'energia elettrica, guadagnandoci pure. E' il concetto della sussidiarietà, dell'uso secondo del panorama poiché si installa su una cava, della socializzazione della green economy. Insomma se si volesse fare il bilancio ideologico si farebbe il pieno.

Ovviamente ci sono i contrari, come succede sempre quando si parla di fonti rinnovabili, in questa Italia del declino.

martedì 21 settembre 2010

Se lo dice TREMONTI ci crederanno?

Mentre in tutt’italia si moltiplicano i procedimenti in corso per gli affari mafiosi, e in regioni come Molise e Basilicata, ma anche nella Toscana meridionale, la sollevazione popolare dei comitati contro impianti già costruiti e da costruire sono all’ordine del giorno (anche se accortamente taciuta dai media nazionali), ecco che in Mugello tutto tace – ma sappiamo benissimo che c’è chi lavora alacremente per scempiare il nostro territorio, e rovinare per sempre quel poco che ancora si salvava: le aree montane e di crinale. Se costruiranno gli impianti eolici industriali potremo dire addio al turismo e all’agriturismo, al reinsediamento, al recupero dei poderi abbandonati, alla tanto sbandierata sostenibilità in genere, e la montagna diventerà un’area industriale morta e abbandonata da uomini e animali. Con tanta e bella complicità delle nostre amministrazioni.

Per fortuna in tutto questo silenzio ci confortano le dichiarazioni del nostro Ministro per l’economia (fonte: Corriere della sera)

a Cortina d’Ampezzo Tremonti mette in guardia da soluzioni che sembrano facili. Come quella dell’eolico: una «balla», anzi peggio, «uno degli affari di corruzione più grandi» d’Italia. La prova? Semplice, dice il ministro, «vi siete mai chiesti perché in Italia non ci sono i mulini a vento?». Quello dell’eolico è un business ideato da organizzazioni corrotte che vogliono speculare e di cui noi non abbiamo certo la quota di maggioranza.

mercoledì 28 luglio 2010

I danni dell'eolico industriale alla salute: parla il dr. Miserotti pres. dell'Ordine dei Medici di Piacenza

Cari amici dell'Ariacheta,
vi consigliamo di ascoltare e far ascoltare l'intervento del dr. Miserotti, presidente dell'Ordine dei medici di Piacenza, che in una serata pubblica ha per primo in Italia chiaramente spiegato quali sono i gravi danni alla salute dell'uomo prodotti dagli impianti eolici.
D'ora in poi non si potrà più dire nemmeno qui da noi (come da tempo non si può più dire all'estero) che i grandi impianti eolici non fanno male alla salute di chi si trova costretto ad abitarci vicino. E se qualcuno ci provasse abbiamo di che tappargli la bocca.
Un grazie agli amici del Comitato Monte dei Cucchi, che hanno curato la messa online.

si prega darne larga diffusione.

Ecco i 2 link (l'intervento è diviso in due parti):
www.youtube.com/watch?v=Wly8HJKII1U
www.youtube.com/watch?v=kvHPW350_FQ&feature=related

domenica 25 luglio 2010

Siamo arrivati a Forlì

Così intitola una lettera circolare Alberto Cuppini, amico dell'Ariacheta, che bene descrive l'ambiente in cui si muove l'industria eolica italiana. Ci è piaciuta, soprattutto perché non cerca soluzioni accomodanti. Eccovela in versione integrale.

E così siamo giunti alla graziosa cittadina romagnola dove alcuni di voi risiedono:
www.inviatospeciale.com
www.romagnaoggi.it/forli/2010/7/23
Ora bisogna solo attendere che le forze dell'ordine e un magistrato (basta uno solo) decida di agire con la medesima determinazione nei confronti delle "insospettabili figure che si muovono attraversando spesso il confine tra la legalità e l'illegalità senza aver mai subito un'inchiesta, un'intercettazione.":
www.legnostorto.com
Credo che il redattore dello scritto faccia velato riferimento, in particolare, alla organizzazione ambientalista italiana che vanta (ancora per poco) il maggior numero di iscritti ed i cui dirigenti nazionali hanno smarrito, in questa vicenda, il senso del pudore.
Ormai il trucco dell'eolico industriale è stato rivelato appieno ed i suoi meccanismi sufficientemente chiariti:
www.ilmessaggero.it
Il "sistema" individuato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma (e che alcuni di noi avevano dedotto senza bisogno di nessuno strumento investigativo) si può attagliare perfettamente anche a tutte le altre realtà dove, improvvisamente, uomini politici ed ambientalisti hanno deciso di devastare quello stesso territorio che avrebbero dovuto proteggere, con la sola, improbabilissima, scusa dell'energia "pulita".
Qui di pulito, come sospettavamo, non c'è proprio niente. Siamo anzi immersi nella più immonda lordura.
Dovrà essere nostro compito sollecitare Magistratura e forze dell'ordine ad indagare in questa direzione nei casi a noi più vicini e che più ci lasciano perplessi, per scoprire quelle "trame di squallide consorterie" a cui ha fatto riferimento il Presidente della Repubblica nel suo discorso di oggi. Senza trascurare i santuari buonisti. Qui non devono esistere santuari: il politicamente corretto non mette certo al riparo dalla violazione delle norme amministrative e penali. Tutta una serie di comportamenti che chi mi legge ha fronteggiato e combattuto in questi ultimi anni merita "un'inchiesta, un'intercettazione".
Lo stesso Ministro dell'economia ha esplicitamente individuato nell'eolico industriale il motore primo della questione morale italiana per la quale "molti governi locali si sono clonati e derivati in galassie societarie parallele":
www.repubblica.it/politica/2010/07/18
Anche qualcuna tra le grandi associazioni ambientaliste, mi permetto di aggiungere, ha costituito, se non galassie parallele, almeno holding finanziarie per lo sfruttamento del business delle energie rinnovabili. Che quest'anno ammonterà, nelle recenti parole del Presidente dell'Autorità per l'energia, a 3 miliardi di euro, con una progressione aritmetica, negli ultimi due anni, di un miliardo all'anno e questo fino al... Non al 2020, quando si dice che questo sistema voluto dall'Unione europea andrà a regime, ma solo (solo...) fino alla imminente esplosione della bolla speculativa della "green economy" italiana, nella vergogna dei suoi ideatori e nel loro conseguente, e meritato, castigo.
Vorrei pregare tutti voi di evitare malintese solidarietà: i fatti in questione sono di una gravità inaudita e mai come in questo caso la parola "inaudita" deve essere intesa in senso letterale.
Cordiali saluti.
Alberto Cuppini

giovedì 24 giugno 2010

Articolo del Carlino su Risoluzione Alessandri e Ariacheta

Il Resto del Carlino, a firma di Oscar Bandini, in un articolo sulla RIsoluzione Alessandri ci onora facendo più volte il nostro nome... (nel post precedente potete leggere il TESTO COMPLETO della risoluzione Alessandri)

(CLICCATE sull'immagine per allargarla e renderla leggibile)

Risoluzione Alessandri, pres. della Commissione Ambiente della Camera: tutto il testo

Come commenta in una mail l'amico Cuppini, del Comitato del Monte dei Cucchi, la risoluzione Alessandri sugli impianti eolico-industriali è solo il primo passo di un percorso legislativo che si preannuncia lungo e tormentato e non ha, allo stato attuale, la minima cogenza. Ma rimane un grande passo, e riteniamo quindi importante offrirla a tutti in lettura per intero, perché acquisisce praticamenete tutti punti fondamentali su cui, comitati e associazioni, ci battiamo da tempo per denunciare lo scempio e la speculazione eolica. Il testo diventa leggibile cliccando sull'immagine.
Fate girare grazie.





venerdì 11 giugno 2010

Aggiornamenti e news

Per rispondere alle CRETINATE che in questi giorni si sprecano da parte della stampa fiancheggiatrice, in vista dell’ormai prossima “Giornata del vento” annualmente promossa dai fautori dell’eolico industriale, ANEV in testa, pubblichiamo una serie di 4 documenti e testi che si commenterebbero pure da soli.

1)
Sulle cagnare suscitare dal decreto Tremonti preferiamo stendere un velo pietoso. Ci preme invece farvi leggere una lettera di Annibale Salsa, presidente Generale del CAI (il venerando Club Alpino Italiano, per chi avesse dimenticato cos’è), istituzione superpartes e autorevole. Si tratta di una presa di posizione netta e inequivocabile, di un documento serio e scarno sull’intera questione che si sta dibattendo in questi gioni. Altrettanto significativi sono gli allegati - cliccate sull’immagine, si ingrandirà permettendovi di leggerla.






2)
il 31 maggio abbiamo ricevuto la seguente mail:

Subject: HO RAGGIUNTO IL CULMINE !

Ieri ero nell'orto a lavorare, saranno state le 11, mi è scoppiato un improvviso mal di testa accompagnato da vertigini diffuse con conseguente perdita dei sensi per circa un paio di minuti, quindi mi sono ritrovato a terra. Mia moglie ha chiamato il 118 che mi ha portato all'ospedale di Loiano.
Mi è stata iniettata una flebo di DIAZEPAN E PERFALGAN e mi è stato fatto un elettrocardiogramma.
Mi hanno tenuto in osservazione per circa 5 ore, mi hanno dimesso ma mi hanno PROIBITO di tornare a casa, così mia mogli mi ha portato da degli amici.
Mentre vi scrivo le pale girano cattive come non mai.
Ciao a tutti.

Piero Romanelli

Ndr. Piero ora sta abbastanza bene, beninteso finché resta lontano da casa o le pale non girano. Vi ricordiamo che su youtube, cercando “Eolico insostenibile” potrete vedere l’intervista che abbiamo realizzato nel giugno scorso.
È molto rincuorante a questo proposito (e siamo sicuri che Piero ne sta traendo grande giovamento) leggere l’articolo pubblicato dal GreenReport il 9 giugno e titolato “Eolico, chi vive vicino alle pale le apprezza” che commenta con un monte di scempiaggini i dati raccolti da un sondaggio tendenzioso (se ne accorge anche uno sprovveduto) commissionato da AperGrandEolico. Se credete di riuscire a riderne, il link è:

“Eolico, chi vive vicino alle pale le apprezza”

3)
Oggi poi abbiamo ricevuto da Mariarita Signorini, membro del gruppo di lavoro energia del Consiglio nazionale d'Italia Nostra, una replica scritta in risposta a un vergognoso articolo pubblicato (sempre) da GreenReport il 9 giugno, a firma di Ali Rahimian. La redazione di GreenReport ha informato Signorini che non può pubblicare la sua risposta perché l’articolo che la diffamava era un’inserzione a pagamento (tutto il mewsmagazine GreenReport è un’unica congerie di inserzioni a pagamento - che però si presentano sotto le mendaci spoglie di articoli firmati da giornalisti). Ecco il testo rifiutato:


In qualità di membro del gruppo di lavoro energia del Consiglio nazionale d'Italia Nostra e in particolare di responsabile per l'energia eolica intendo anch'io rispondere all'intervento del Presidente della Società Euroepan Wind Farms Italy e parco eolico Monte Vitalba, dato che tale scritto dalle pagine di Greenreport del 9 giugno (che riporto in calce) si rivolge espressamente a me, e all'associazione che rappresento.

Fonti energetiche rinnovabili ed efficienza sono un binomio inscindibile, che garantisce una concreta sostenibilità delle impiantistiche a qualsiasi livello di potenza realizzabile.
Concetto ribadito da autorevoli documenti che focalizzano la stretta relazione tra le due componenti e convalidano gli obiettivi raggiungibili con questa sinergia.
In questa ottica la tecnologia eolica non si può sottrarre ad una attenta valutazione sulla reale efficienza ottenuta e ottenibile. Oltre al GSE, persino il "Wind Power Barometer - EurObserv'er", ha evidenziato la scarsa produzione elettrica da eolico in Italia, in rapporto alla potenza installata.
Criticità che da diversi anni Italia Nostra, ed altre associazioni ambienaliste nazionali e regionali, denunciano come insuperabile, in quanto strutturalmente connessa alla situazione geografica italiana e alle conseguenti caratteristiche anemometriche scarsamente vocate all'uso della tecnologia eolica.
Le statistiche al 2009 sono esplicite : media delle ore equivalenti/anno pari a solo 1.255. Ossia il 37% in meno di quella soglia delle 2.000 ore ovunque riconosciuta come discriminante sul piano della convenienza economica di questi impianti. In altre parole un funzionamento continuato alla massima potenza di solo 52 giorni/anno, nemmeno 2 mesi!
Ritornando al concetto dell'efficienza, non si può fare a meno di segnalare l'assoluta inconsistenza della produzione eolica italiana. Le 1.255 ore corrispondono ad una efficienza di circa il 14%. Siamo ai livelli degli impianti fotovoltaici attuali.
Per tornare allo specifico delle centrali eoliche progettate da European Windfarm in Toscana, ad Ali Rahimian ricordiamo che:

1) il consumo di territorio va inteso per tutte le infrastrtture necessarie alla creazione di una fabbrica industriale qual'è quella eolica, costruzione di nuove strade, scassi per interramento cavi, centraline elettriche , basi per orri anche della profondità di 30 metri, disboscamenti ecc..
:Un impianto base formato da 10 torri “consuma” circa 20 ettari (2 ettari a torre) mentre ad esempio una centrale a gas da 400 MW occupa 5 ettari, per produrre l’equivalente di 400 MW da eolico è necessario occuparne 3.560 di ettari a fronte dei 5 della predetta centrale, questo tanto per citare dati comparativi della presidente degli Amici della Terra, Rosa Filippini (convegno di Palermo 27/28 marzo 2009). Dunque i 150 Mw per le colline pisane produrranno la stessa quantità di elettricità di 30 Mw termici che funzionino a pieno regime.

2) una torre eolica ha una potenza acustica massima al generatore che supera i 100db: questo si traduce nella necessità da parte dei Comuni (tramite Variante votata in Consiglio) di cambiare la zonizzazione acustica della zona portandola da classe di zona agricola a classe di zona industriale e di prevedere ampie zone cuscinetto dove la zonizzazione cambia rispetto a quella tipica delle aree agricole.
3) Se le torri eoliche fossero davvero così silenziose perché l'Ufficio VIA della Regione Toscana ha imposto che due torri del progetto di Riparbella siano spente di notte? Così producono ancor meno del poco che produrrebbero se fossero in funzione 24 h!
4) Aspettiamo tuttora dal signor Rahimian risposte sul socio di maggioranza della sua società la Eurotrust s.a. società in fallimento e sospesa dalla quotazione al London Stock Exchange, chi sono questi signori e perché sono falliti? Si vuole far pagare il costo di operazioni poco chiare alla collettività italiana che paga gli incentivi che per esempio il Sig. Rahimian ha incassato e incasserà prima in conto capitale per la sua centrale del Monte Vitalba e poi tramite il meccanismo indiretto dei Certificati Verdi.

Italia Nostra dice no all' uso ambientalmente, paesaggisticamente, economicamente insostenibile di una tecnologia sviluppata per obiettivi ben diversi dalla produzione industriale; sistema che mira unicamente ad incentivi, finanziamenti diretti o indiretti, speculazioni illecite, società di comodo, e comunque a far cassa sulle spalle dell'utenza.

Cordiali saluti
Mariarita Signorini

Ndr. Segue qui sotto l’articolo del Rahimian, pubblicato tal quale da GreenReport il 9 giugno 2010. Trattandosi del presidente di una società in grado di muovere svariati milioni di euro, chi scrive si perita fargli notare che potrebbe investire, oltre a quanto speso per pagare gli spazi “pubblicitari” del giornale, qualche decina di euro in più in comunicazione, per retribuire anche un pur mediocre correttore dei suoi scritti. Per il rispetto dovuto al lettore, s’intende.


Progetti eolici in toscana, risposta all'affermazione di Italia Nostra

In qualità di Presidente della Società "Euroepan Wind Farms Italy e parco eolico Monte Vitalba, ritengo opportuno fare chiarezza rispetto alle molte inesattezze affermate negli articoli e negli interventi pubblicati nelle settimane scorse, anche a firma della responsabilità di Italia Nostra Maria Rita Signorini, che nocciono all'ambiente, ledono il diritto a un'informazione corretta e onestae sono strumentali solo ad accrescere inutili e sterili polemiche.
Non è assolutamente vero che un palo eolico occupa 2 ha di terreno, non è vero che il movimento delle pale produce 110 decibel di rumore, non è vero che uccide gli uccelli, non è vero che non c'e vento. Vediamo qual è la verità.
Un palo eolico occupa un'area di 15m x 15m di fondazione (cioè appena il 2% di quanto affermato dalla Signorini) .
110 decibel di rumore corrispondono a un concerto rock, armi di fuoco oppure al rumore di una metropolitana. Il nostro parco eolico nel comune di Chianni a distanza di 2-5 metri genera un rumore di 55 decibel, che corrisponde al rumore di un ambiente domistico. A distanza di 300m si limita a 30-40 decibel, che è uguale al "rumore" d'ambiente di una biblioteca.
Dopo 6 anni di rilevazioni anemometriche in Toscana seri studi scientifici e tecnici, possiamo affermare che in Toscana il vento c'è, così come in Italia: Escludendo le aree sottoposte a vincolo E solo per l'eolico a terra, la potenzialità della Toscana è di circa 900 MW. Resta la disponibilità politica e la verifica di sostenibilità territoriale, per definire fino a che livello di produzione da energia rinnovabile si può arrivare e, in Toscana, il Piano Indirizzo Energetico Regionale lo ha definito.
Non posso esprimermi sul progetti eolici costruiti dagli altri impresi in Toscana, ma posso dimostrare che il nostro parco eolico nel comune di Chianni dalla messa in esercizio, dal gennaio 2007 finora, ha sempre avuto produzione superiore di 2.100 ore/anno, equivalente alla produzione dei migliori siti eolici a livello europei.
Dopo 5 anni di lavoro intenso per lo sviluppo dell'eolico in Toscana è riuscita a ottenere autorizzazione per la costruzione di 4 progetti eolici in Toscana. Per tutti i siti abbiamo rilevazioni anemometriche di 3-4 anni, che evidenziano ottima ventosita e fattibilità produtiva. Il primo di questi quattro cantieri è già stato aperto nel comune di Firenzuola (FI) ed entro luglio 2010 apriremo gli altri 3 cantieri previsti nella provincia di Pisa.
Avendo più di 20 anni di esperienza nel eolico sia come ingegnere specializzato, che come esperto in management e gestione finanziaria, posso anche affermare che un impianto eolico ha una vita fisica certificata di 20-25 anni, chiaramente esercitando sempre la manutenzione appropriata e necessaria. Non è assolutamente vero che sia necessaria la sostituzione delle parti principali degli aerogeneratori per difetti e/o guasti. In Danimarca e in Germania sono in funzione ancora impianti con più di 20/25 anni di vita. Ma è vero che si può decidere di sostituire un impianto eolico dopo una dozzina di anni, avendo la disponibilità di una tecnologia più efficace e competitiva (così come si cambia un computer vecchio di qualche anno).
Dal punto di vista della produzione di energia elettrica ogni singolo aerogeneratore da 2 MW di potenza installata può produrre energia per il fabbisogno di ca. 1000-1300 famiglie all'anno. Per quanto riguarda i tempi di ammortamento del capitale esposto per la realizzazione di un parco eolico il calcolo non è così semplice e semplicistico come, per esempio, Italia Nostra proclama. Vanno considerate voci come il costo del mutuo, gli impegni economico-finanziari verso il Comune e i proprietari dei terreni, ICI, il costo di gestione, servizio e manutenzione e, infine, le tasse. Comunque possiamo parlare di circa 10-12 anni di tempo per il ritorno dell'investimento.
E, infine, affrontiamo la questione relativa agli incentivi dovuti a chi produce energia da fonti rinnovabili: i certificati verdi. In altri paesi europei lo stato tassa chi produce energia da fonte convenzionale ma non chi produce energia pulita, basandosi sul principio " chi inquina paga". In Italia, invece, chi inquina continuando a produrre energia da fonti fossili non paga e chi produce energia da fonte energetica rinnovabile riceve incentivi.
Mentre in Italia si chiacchiera e ci si disinforma, il resto del mondo sta investendo nell'eolico. Questo è un segno positivo di vitalità del settore e delle scelte operate in molte parti del mondo Con l'eolico in Spagna si fa il 32% del fabbisogno nazionale, in Danimarca il 23%, in Germania il 18%, con l'obbiettivo di arrivare fino al 50% entro il 2020.
Ali Rahimian


4)
Infine, permettete a chi scrive il sollievo di togliersi un fastidioso sassolino dalla scarpa. Una nota d’agenzia riferisce come, in merito all’art. 45 del decreto Tremonti, il presidente di Asso Energie Future Massimo Daniele Sapienza nei giorni scorsi abbia dichiarato: «tutti gli sforzi fatti dal Paese per arrivare a produrre un quarto di energia verde sul totale dell'elettricita' ora sono nulli»(AGI). Il povero idiota che da più di un anno dedica il suo tempo libero ad aggiornare questo sito, e che di tasca sua sta sborsando 20.000 euro per costruire una tettoia fotovoltaica sul proprio terreno, apprende così dalla profumata bocca di tanto Sapienza che il proprio sforzo (comprendente un’epica dose di autocontrollo, visto che i pannelli già acquistati da un anno sono ancora in cantina, causa odisseiche lungaggini burocratiche), non serve a nulla, proprio come non contano gli sforzi delle migliaia di italiani che ugualmente cercano di dare un contributo personale alla questione “energie alternative”, senza sventrare montagne, sterminare volatili e speculare su energie aleatorie. No, visto che non abbiamo accesso all’acquisto automatico delle quote eccedenti dei certificati verdi, noi non siamo Paese.
LV

martedì 1 giugno 2010

Ultim'ora: previsioni meteo per la passeggiata

Cari amici,
anche se oggi splende il sole domani le previsioni danno temporali e peggioramento. Quindi:

se non piove ci si trova alla partenza e si decide sul momento che fare.

Se piove ci si ritrova alle 10 al bar del Cavallino (sulla SS67, tra il Passo del muraglione e san Godenzo), dove Marco e Paola ci mettono a disposizione la sala - potremo chiacchierare e mangiare un boccone in compagnia.

A domani!

lunedì 24 maggio 2010

2 giugno 2010 – II camminata dell’Ariacheta Locandina, comunicato stampa, programma, volantino.



Questa è la locandina, e qui sotto potete leggere anche:

1) il comunicato stampa
2) il programma della passeggiata
3) il testo del volantino che abbiamo già iniziato a diffondere.

Grazie a Dimitris (che ha anche curato la grafica) ecco qui i link per aprire i tre documenti nel formato stampabile Pdf - vi invitiamo a salvarli sul vostro computer, a stamparli e diffonderli:

Locandina-II-passeggiata-Ariacheta.pdf

Comunicato-stampa-II-passeggiata-Ariacheta.pdf

Volantino-II-passeggiata-Ariacheta.pdf


1) Il comunicato stampa

Le nostre motivazioni

Perché ripetere la passeggiata sul crinale? Perché la società EDVT (creata da Infrastrutture e sostenuta da Monte Paschi), nonostante le proteste espresse da ALTURA, ASOER, CAI, CNP, Italia Nostra, Mountain Wilderness, ProNatura, WWF, dal Comitato Ariacheta e numerosi cittadini di San Godenzo e del Mugello, continua a voler scempiare un’area protetta di Interesse Comunitario (SIC Muraglione – Acquacheta) costruendo un grande impianto eolico industriale di 14 pale da 3,3 MW ciascuna, in una delle zone più belle dell’Appennino tosco-romagnolo, a meno di 1 km dal Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.
Un tale impianto, oltre a ridurre una delle poche zone integre della provincia di Firenze ad area industriale e degradata, darebbe il via a una serie di altri impianti simili che letteralmente ricoprirebbe l’intero Mugello di pale di grandi dimensioni, snaturando completamente l’area del crinale per un tratto di decine di km.
Il precedente sindaco di San Godenzo ha firmato con leggerezza una convenzione con questa società, senza preoccuparsi di verificare gli esiti che il progetto avrebbe avuto su territorio e abitanti.
Per questo un anno fa, alla presentazione del progetto, è sorto un comitato di cittadini, che cerca in tutti i modi di impedire una follia che non porterebbe alcun reale beneficio energetico (cfr. i dati ufficiali sull’eolico in Italia), ma solo devastazione e speculazione economica. Sul nostro e su altri siti potete trovare tutta la documentazione del caso. (http://ariacheta.blogspot.com - www.viadalvento.org).

In più di un anno di attività il comitato ha raccolto l’appoggio e la solidarietà di Enti e associazioni di livello locale, nazionale e internazionale, tra le quali ricordiamo:
Altura, ASOER, CAI Toscana ed Emilia Romagna, Coldiretti, Comitato nazionale per il Paesaggio, Italia Nostra Toscana ed Emilia Romagna, ProNatura Toscana ed Emilia Romagna, European Platform Against Windfarm, Mountain Wilderness, che saranno presenti alla passeggiata. A queste si aggiungono molte altre associazioni ambientaliste e locali (forniremo elenco aggiornato).

Lo ribadiamo: siamo favorevoli all’eolico, soprattutto quello direttamente gestito da chi abita il territorio, purché rispetti i vincoli esistenti e i danni non superino i vantaggi; siamo contrari alla speculazione indiscriminata, che porta tanti soldi pubblici, sotto forma di finanziamenti, nelle tasche di pochi speculatori. Crediamo che le energie alternative debbano avere un impatto sostenibile, ed essere proprietà di tutti.


2) Programma della giornata

(con l’adesione di: Altura, ASOER, CNP, Italia Nostra Toscana ed Emilia Romagna, Mountain Wilderness, ProNatura Toscana ed Emilia Romagna, WWF Forlì)



Come raggiungerci
Ingrandendo la mappa si può vedere che sulla SS67 (Firenze – Forlì) sul versante toscano, prima di arrivare al passo del Muraglione, c’è una strada bianca (sterrata, ottima) che porta prima alla Fiera dei Poggi, poi alla Colla dei Lastri e quindi, dopo 4 Km, alla Colla della Maestà, (dove c’è il n. cerchiato 22). Si parcheggia nello spiazzo e poi lungo la strada, che è larga. Il ritrovo è alle 9.30, la partenza alle 10 (da Dicomano si arriva in 30’, da Forlì in un’ora).
Attenzione: portate acqua in abbondanza, perché lungo tutto il percorso della camminata non ci sono fonti.

La camminata: incontrare la natura
Dalla Colla della Maestà il percorso è in parte strada sterrata in parte sentiero (in caso di piogge recenti potrebbe esserci fango, e per i meno esperti un bastone sarebbe un valido aiuto), pianeggiante ma con alcuni tratti in pendenza, spesso nel bosco, con radure e panorami di grande bellezza. Si passa dai 1000 m ai 1200 della vetta del Peschiena. La passeggiata dura poco più di un’ora, e noi ci fermeremo a metà per ascoltare cosa ci raccontano gli amici delle associazioni sui pericoli che incombono sul bosco, l’ambiente circostante e gli abitanti.

L’informazione sulle torri
Segnaleremo i punti dove è prevista la collocazione delle singole torri, mentre alla partenza e all’arrivo vi proporremo dei pannelli informativi, che illustrano cifre e misure, cercando di mostrare cosa significa costruire strutture industriali alte 155 metri in mezzo a un bosco, sottoposte all’enorme pressione del vento; proveremo a immaginare le strade di grandi dimensioni, i basamenti di calcestruzzo, le cabine di servizio, l’interramento dell’elettrodotto… Tra gli amici del Comitato saranno presenti esperti dei vari settori, che ci spiegheranno quali sono le problematiche legate a questo tipo di impianto.
E riprendendo a camminare ciascuno, dentro di sé, potrà provarsi a ragionare sui costi di questa energia.

La festa del suono umano
Lungo il percorso per sostenere il nostro umore e attenti a non disturbare troppo gli abitanti del bosco, interverranno amici musicisti che suoneranno e canteranno in acustico - per ricordarci che cosa vuol dire stare nel silenzio e romperlo, per ascoltare tra fruscii e cinguettii suoni lontani, musica e canti. Niente a che vedere con il rumore molesto delle pale, forte come quello di un trattore montato su un palo alto 100 metri…

Arrivo all’anemometro
La fine della camminata coinciderà con l’ora di pranzo (al sacco, ciascuno si porti il suo). È prevista una lunga sosta nella faggeta che sta sotto la cima del Peschiena, dove è piazzato l’anemometro, alto “solo” una sessantina di metri.
In uno spiazzo del bosco, ci sarà la possibilità di suonare, ballare e divertirci, godendo la bellezza e l’integrità del paesaggio.

È consigliato munirsi di teli per sedersi, acqua, un maglione e una giacca contro gli acquazzoni.

In caso di pioggia la camminata sarà annullata, mentre con cielo coperto si deciderà sul momento (per informazioni: Gabriela 328-3818014, Daniele 338-4788019, Elisa 340-3258726, Luca 3898183508).


3) Il volantino

Sì alla responsabilità ambientale!

Nei giornali e nei media finalmente sta emergendo l’aspetto speculativo dei grandi impianti eolici, la truffa a danno di TUTTI i cittadini - perché l’ambiente è di tutti, come lo è il denaro dei finanziamenti. Quella che veniva presentata come un’alternativa energetica pulita si è rivelata un fallimento: i “parchi” eolici si distinguono per resa scarsissima, manutenzione e smantellamento difficoltosi, danni irreversibili al paesaggio e al turismo, infiltrazioni illegali e mafiose, società fallimentari, degrado ambientale e strage dell’avifauna, gravi disagi alla popolazione residente. Mese dopo mese vengono pubblicati nuovi dati e cifre, mentre si moltiplicano i siti, i comitati e le inizative di opposizione: lo testimoniano articoli e trasmissioni che iniziano a mostrare il vero volto di questo brutto sogno da cui ci stiamo svegliando, in Italia come in altri paesi europei.

Lo Stato Italiano nel 2007 prevedeva una potenzialità eolica di 10.000 MW installati on-shore e 2.000 off-shore. In Italia risultano in esercizio a fine 2009 già 4845 MW, che in realtà all’ottobre 2009, considerando tutti gli impianti già autorizzati, lievitavano a 7674 MW. Tuttavia, considerando tutti i pareri ambientali positivi (pareri sostanziali e quindi preludio all’autorizzazione finale) il dato complessivo è pari a oltre 11.000 MW, raggiunti all’insegna di una sostanziale improvvisazione e senza che vi sia mai stata un’effettiva pianificazione, programmazione o analisi preventiva da parte di Stato o Regioni. Ad esasperare questa già sconcertante situazione, premono istanze in istruttoria presso le Autorità preposte per ulteriori 70.000 MW, ad emblema di una situazione inverosimile ma in cui le società maturano diritti giuridici sugli uffici preposti.
Il futuro eolico italiano, a fronte di oltre 10.000 MW di potenza installata, con la spesa spropositata di circa 3,7 MLD di euro all’anno e le note criticità ambientali, contribuirà solo a circa l’1,5% del fabbisogno energetico complessivo nazionale (elettrico, trasporti, civile e industria).

Le grandi associazioni (CAI, Lipu, WWF, la stessa Legambiente) dopo comprensibili esitazioni iniziali prendono una posizione sempre più netta, così come stanno facendo anche le più avvedute forze politiche. A un anno di distanza lo ribadiamo, questo non è che l’inizio dello scontento.

Per la difesa l’Appennino il momento è cruciale: se verranno approvati i molti progetti, il crinale verrà devastato dalla proliferazione incontrollata di larghe strade, elettrodotti, e soprattutto dai giganteschi piloni d’acciaio alti più di 100 m, che sostengono pale rotanti di dimensioni maggiori a quelle di un campo di calcio.

Siamo stufi di dire sempre no!

Quest’anno con la nostra passeggiata vogliamo dire sì:

- sì alle energie alternative, diffuse, intelligenti e di tutti
- sì alla responsabilità ambientale
- sì allo sviluppo sostenibile
- sì alla tutela delle risorse naturali.

I nostri sì devono bastare a bloccare la speculazione sul territorio: i grandi impianti industriali danno tanti soldi – prelevati dalle bollette! – a pochi speculatori, e sfruttando l’immagine dell’eolico come energia pulita sottraggono ai cittadini della montagna il loro territorio, trasformando una fonte di benessere collettivo in danno e disagio. È la nuova strategia di sfruttamento dell’Appennino: i grandi potentati esercitano facilmente pressione sui piccoli comuni del Mugello (Barberino, Scarperia, Borgo, Palazzuolo, Firenzuola, Vicchio, Marradi, San Godenzo, Londa), poco abitati ma con grandi estensioni territoriali sul crinale e di grande rilevanza ecologica.

È l’anno internazionale della Biodiversità: battiamoci perché anche l’eolico, come l’acqua e il fotovoltaico, diventi un’energia davvero compatibile e alla portata di tutti.

Comitato spontaneo Ariacheta - San Godenzo (Fi), 2 Giugno 2010

mercoledì 19 maggio 2010

primo annuncio passeggiata Ariacheta il 2 giugno



Il Comitato Ariacheta, come già l’anno scorso, per il 2 giugno organizza una "Passeggiata Nazionale dell’Ariacheta", sul crinale tra la Fiera dei Poggi e il Monte Peschiena (appennino tosco-romagnolo, passo del Muraglione).
Fino a venerdì 21 raccogliamo adesioni da parte delle associazioni locali (Mugello) e nazionali. Al più tardi lunedì verrà diffuso comunicato con programma.

Per favore fate girare questo messaggio e fateci pervenire adesioni ed ev. logo come allegato e-mail.



Comitato Ariacheta

domenica 16 maggio 2010

Il vento sta cambiando...!?

Cari amici,
avete visto Repubblica-Firenze in edicola oggi? Correte a comprarlo, ci sono due pagine sugli impianti della val di Cecina.

...e due giorni fa, sempre su Repubblica-Firenze, era uscito l'appello del Comitato per la bellezza (lo leggete qui sotto), che riprende in gran parte proprio i nostri argomenti.

...e il Corriere della Sera dell'8 maggio, con niente meno che le firme di Stella e Rizzo (Sgarbi non lo contiamo, si era schierato già da tempo)?! (VA BENE, è solo la Sicilia, ma l'attenzione cresce!)

...e l'Espresso del 30 aprile, con la copertina VENTO DI MAFIA, sullo scandalo eolico in Sardegna?! (VA BENE, è solo la Sardegna, ma in Toscana scandali e corruzioni non ce ne sono mai stati, mai mai mai?!)

COS'E' SUCCESSO? Quale meccanismo è scattato? Sono cambiate, o almeno si stanno ridisegnando, le prospettive politiche? È in corso qualche lotta politica tra titani? Chissà, noi piccolini come siamo non possiamo capirlo. O forse, e sarebbe molto più bello, il mondo civile si è svegliato, e come sta avvenendo per il referendum per l'acqua, si sta accorgendo di avereancora voce in capitolo? Non sappiamo: però forse iniziamo a illuderci che il vento possa cambiare...

Sì, si fa fatica a credere a quello che vediamo, ma che CONTENTEZZA!


------------------------------------------------------------------

L'eolico solo nei porti e i pannelli in periferia

Repubblica — 13 maggio 2010 pagina 1 sezione: FIRENZE

«I MAXI-impianti eolici e fotovoltaici devono essere pianificati nel pieno rispetto del paesaggio e con operazioni trasparenti». E' l'ultimo appello indirizzato a governo, Regioni, beni culturali e Comuni italiani dal Comitato della bellezza. Un documento sottoscritto da intellettuali, giornalisti e scrittori, fra cui Salvatore Settis e Corrado Stajano, per mettere in guardia le istituzioni dalle «logiche privatistiche e speculative» con cui si stanno diffondendo pale e pannelli. «Il ricorso a fonti rinnovabili - scrivono - e quindi la diffusione di impianti per energia pulita sono più che mai indispensabili e quindi da noi pienamente condivisi. Tuttavia sentiamo la necessità di dire che la diffusione dei parchi eolici, anche dei mega-impianti, sta avvenendo senza pianificazione territoriale, ambientale, paesaggistica, e in modo a volte assai poco trasparente». E secondo il comitato, non solo in Sardegna e Sicilia, ma anche in Toscana, dove il proliferare delle pale «sta manomettendo anche panorami particolarmente belli». Il rischio è di veder deturpato il territorio e l'avifauna. «Tutto - concludono - sta avvenendo in modo disordinato, senza la definizione, d'intesa con le Soprintendenze regionali e di settore, di piani di "compatibilità"». Sbagliata, quindi, «la installazione di maxi-impianti in aree agro-silvo-pastorali». Per l'eolico «si utilizzino i porti, per il fotovoltaico le aree urbane, evitando, ovviamente, i centri storici».

giovedì 13 maggio 2010

Grazie a tutti, al Parco sono arrivate più di 500 lettere e fax!




Cari amici dell'Ariacheta,
scusate il ritardo: speravamo di avere in tempi brevi qualche riscontro da parte del Parco, ma non è stato così - anche perché non è a noi che il Parco deve esprimere i propri pareri - per cui non possiamo darvi altri ragguagli...


Da parte dell’Ariacheta va comunque un sentito ringraziamento a tutti gli amici - e agli amici degli amici - che hanno risposto al nostro appello e inviato fax o firmato lettere. Giunti alla sede di Pratovecchio in tempo per il direttivo del Consiglio del Parco, abbiamo consegnato le ultime all'ufficio protocollo, ed eravamo arrivati a 530.
Il segnale inviato all’Ente è stato massiccio e, come è stato chiaramente sottolineato dal direttore Boscagli in apertura del Consiglio, non sarebbe stato trascurato (come non lo ha infatti trascurato la stampa, vedete qui sopra la pagina del Galletto, il settimanale del Mugello del 24 aprile - cliccandoci sopra la foto si ingrandisce e potete leggere l'articolo).

mercoledì 21 aprile 2010

Già arrivati centinaia di fax al Parco! Continuiamo così!

Cari amici, grazie infinite, abbiamo saputo che al parco sono arrivati più di 200 fax, a cui vanno aggiunte altre centinaia di lettere che stiamo raccogliendo. Andiamo avanti così. Tra tutte, ne pubblichiamo una molto significativa, del Presidente di Altura, l'Associazione per la Tutela degli Uccelli Rapaci, Stefano Allavena.




giovedì una piccola delegazione del comitato andrà a consegnare le ultime lettere a mano, alla sede del Parco.

venerdì 16 aprile 2010

Appello da sottoscrivere e inviare al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi contro la realizzazione dell'impianto sulla valle dell'Acquacheta

Cara amica, caro amico,
ovunque tu sia, ti invitiamo a leggere e condividere, firmandolo, il documento che ti invitiamo a scaricare (Richiesta-al-parco-nazionale.pdf), completandolo con i tuoi dati personali e infine inviandolo al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi via fax (n. 0575/50.44.97) entro martedì 20 aprile 2010, o meglio prima. Ti invitiamo anche a diffonderlo subito a chi pensi che possa condividerlo.

L'impianto eolico industriale proposto per la Valle dell'Acquacheta e l'Alpe di San Benedetto, sul crinale appenninico tosco-romagnolo, comporterà effetti devastanti per l'integrità di questo luogo il cui valore paesaggistico e ambientale è noto e istituzionalmente riconosciuto.

La tua firma potrebbe essere indispensabile per dimostrare al Parco stesso un interesse diffuso per la conservazione di un ambiente prezioso e unico, e spingerlo a una maggiore determinazione nella sua salvaguardia.


Ti ringraziamo di cuore per la solidarietà dimostrata


il Comitato Ariacheta

venerdì 26 marzo 2010

Incontro sull'eolico industriale promosso da ProNatura Toscana a Campi Bisenzio

Confermiamo l'incontro sull'Eolico industriale domani 27 marzo, alle ore 17 a Campi Bisenzio, Via B. Buozzi 27, sede del giornale "Metropoli", organizzato da ProNatura Toscana.

Il programma sarà il medesimo di Scarperia.

Diffondente e intervenite grazie

Il Comitato Ariacheta

Convegno interregionale Emilia Romagna-Toscana: “Eolico sì eolico no, eolico ???” Un resoconto

20 marzo - Arriviamo sulle colline sopra Ozzano Emilia, alla Villa Torri di Settefonti, centro visita del Parco Regionale dei Gessi Bolognesi, in leggero anticipo, in tempo per salutare gli amici del Comitato Monte dei Cucchi, e Roberto Tinarelli, promotore della ormai nota Risoluzione degli ornitologi italiani: a causa di impegni inderogabili non può restare, ma trova il modo di diffondere il pieghevole “Uno sterminio nel silenzio” (che tutti possono scaricare dal sito ASOER). C’è anche Paolo Silvestri, di ProNatura Forlì, che ci consegna il numero di “la Calandra” in cui ha parlato diffusamente delle iniziative di Ariacheta. Quando siamo già seduti, una trentina di persone, forse qualcuna di più, arriva il nostro amico Piero Romanelli, agricoltore biologico di Casoni di Romagna, che si è ritrovato le pale a 450 m da casa. Sedendosi dietro di noi ci racconta che è stato a fare un esame sulla frequenza cardiaca, l’holter, perché ha continue irregolarità di battito e vuole andare a fondo – ci spiega come sta, e con sconforto dobbiamo dirgli che riconosciamo uno dopo l’altro i sintomi della sindrome da pala eolica studiata da Nina Pierpont.

Il prof. Corbetta, presidente del Convegno, apre auspicando che gli ambientalisti più accreditati, anche e soprattutto dal punto di vista scientifico, inizino a interessarsi di come gli impianti eolici stiano modificando, e con quali vantaggi e conseguenze, il paesaggio e l’ambiente.

Cede quasi subito la parola all’architetto Garzillo, che con grande rigore e neutralità introduce il tema che è assai complesso. Particolarmente interessanti alcune affermazioni: 1) Il consenso della popolazione sta crollando, 2) i comuni rifiutano sempre di più l'installazione di centrali eoliche, nonostante le royalties a loro destinate, certo non trascurabili, soprattutto per i magri bilanci dei piccoli comuni di montagna. 3) i contributi regionali ed europei vanno ai costruttori, e non alla popolazione 4) appare opportuna una moratoria per avere tempo di valutare appieno vantaggi e svantaggi di questa proliferazione di centrali, ed evitare passi falsi spesso irrimediabili 5) le società costruttrici si rivelano in genere poco capaci nella parte progettuale – presentano cioè progetti mediocri - mentre sono grintosissime per quanto riguarda la parte legale: appare logico chiedersi il motivo dell'affidamento di queste iniziative più ad avvocati che a tecnici.
In tutti i casi si tratta di angolature che aprono scorci significativi, utili strumenti di riflessione.

Interviene poi l’architetto Cervi, che incentra il suo intervento sulla necessità di un piano unico nazionale: manca ancora, infatti, la necessaria formulazione, a livello statale e non regionale, delle Linee Guida per la collocazione degli impianti eolici industriali nel contesto paesaggistico. Sottolinea la necessità di ridurre gli incentivi del decreto Bersani, che fanno sì che si costruiscano, anche contro l’evidenza dell’inefficienza, impianti che restano fermi. Sottolinea l’incertezza della continuità e della durata della resa energetica di queste installazioni: in breve le torri potranno rivelarsi inutili rottami, il che è un ulteriore fattore di preoccupazione. Sottolinea poi che dove il paesaggio è più devastato la società è più in crisi (vengono in mente le periferie industriali di cui è pieno il mondo) e indica nei crinali quella che chiama, con bella scelta, “zona di compensazione psicologica”: ovvero rivendica per l’uomo il bisogno di realtà compensative alla vita che viene costretto a vivere nella quotidianità inquinata o stressante, ovvero quei posti dove si va a fare yoga, dice, a recuperare il contatto con se stessi e il cosmo (se un kosmos ancora esiste), e rivendica il diritto di presentare questa esigenza alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, anche se appaiono poche le speranze di ottenere ascolto.

Tocca quindi al prof. Vai, geologo, che apre con un simpatico siparietto sulla propria famiglia, raccontando come suo figlio sia stato uno dei primi ingegneri a lavorare nel settore, come il settore sia stato smantellato quando era forse il momento di finanziarlo, e come oggi l’intera industria di produzione degli impianti eolici sia esclusivamente all’estero. La costruzione di impianti appare superassistita soltanto nel suo aspetto realizzativo e speculativo, non in quello produttivo, non esistendo in pratica alcuna industria dell’eolico in Italia. Sulla convenienza complessiva degli impianti eolici, e sul loro contributo al fabbisogno energetico nazionale, Vai è quasi brutale: nulla resta, nulla serve, nulla vale. Mostrando poi tavole e fotografie sottolinea come sovente nelle Valutazioni di Impatto Ambientale siano sottovalutati i riflessi delle installazioni sotto il profilo geologico: in proposito predice breve durata – un paio di decenni al massimo – all’impianto di Casoni di Romagna, costruito e inaugurato, nel 2009, sulla formazione geologica delle cosiddette “argille scagliose”, esempio classico di substrato instabile e quindi assolutamente inadatto.

La parola passa al prof. Santolini, che parla dell’alterazione dell’habitat faunistico, e fa una proposta che ci appare estremamente interessante: “quantificare il capitale naturale”. Ovvero, calcolare il valore complessivo del territorio su cui si vuole installare gli impianti, e calcolare il danno che verrà apportato a quel territorio, in termini di perdita di biodiversità e di funzione di riserva di risorse naturali in genere (acqua, foreste e quant’altro), quantificando valori sulla cui base stabilire bilanci funzionali: perché il capitale c’è, semplicemente non ne siamo (o non vogliamo esserne) consci. Sotto questo profilo si potrebbe verificare in modo più obbiettivo la reale “pubblica utilità”, in una rigorosa ottica di ecologia del paesaggio. Non a caso, viene ora da aggiungere, per ogni impianto si parla di opere di ripristino – ammettendo implicitamente la concretezza di un danno ai valori del territorio. Ci si può anche richiamare, in quest’ottica, alle ingenti risorse investite, in più sedi, per la salvaguardia della natura, come nel caso dei progetti finanziati, proprio per l’Appennino, in ambito “APE” (Appennino Parco d'Europa), o alla complessa articolazione della rete Natura 2000. Così, con una mano si vuole proteggere, con l’altra si distrugge, comportamento a dir poco schizofrenico.

Prende infine la parola l’avv. Corbetta, che evidenzia la contraddittorietà della normativa e della giurisprudenza in materia (ricollegandosi, indirettamente, alla cospicua presenza di legali negli organici delle aziende costruttrici di impianti, già evidenziata). Se da un lato appare insidiosa la normativa europea (per altro elaborata per un contesto che appare, nel complesso, mediamente più ventoso di quanto non sia la nostra penisola), altrettanto insidioso appare l'articolo 12 del D. Lgs. 387/, che attribuendo alle centrali eoliche il requisito dell'”indifferibilità e urgenza”, travolge poi ogni ostacolo all'iter di realizzazione successivo alla Valutazione d'Impatto Ambientale. Appare così spesso disatteso il rango costituzionale (art. 9 della Costituzione) attribuito al valore del paesaggio. Appare anche piuttosto incerta la possibilità che il nostro Paese riesca, nella scadenza fissata per il 30 giugno 2010, a presentare all'Unione Europea la bozza di Piano Energetico. Noi qui possiamo commentare che il quadro non depone a favore di un atteggiamento di grande lungimiranza, o di capacità di programmazione, da parte dei nostri governanti.

Le relazioni sono terminate: qualche minuto per le domande del pubblico: Alberto Cuppini (del Comitato Monte dei Cucchi) interviene per lanciare un grido d’allarme sulla quantità di impianti che sono in via di approvazione sulll’Appennino Tosco-Emiliano, fino a Parma: non si riesce a quantificarne il numero, sebbene appaia la necessità di un censimento che dia un quadro complessivo dello scempio che potrebbe incombere sulle nostre montagne, e richiede l’aiuto di tutti. Interviene anche Ugo Mazza, con l'intento di dare una sintesi della propria esperienza di consigliere regionale dell’Emilia Romagna, uscente “per scelta”: come ha ribadito in più sedi, ritiene infatti sensato il limite dei due mandati consecutivi per un incarico politico; è stato tra i pochissimi a cercare di arginare il dilagare incontrollato delle centrali eoliche. Da ultimo, fa un brevissimo intervento anche Ariacheta: se la situazione è sconfortante, si manifestano vive ed attive numerose associazioni, come ProNatura, che ha indetto questo convegno, e ci sono i comitati e i cittadini. Bisogna “fare rete” e far circolare l'informazione indipendente, fare breccia in quella dipendente, attivarsi anche individualmente ma in una prospettiva di interazione, partecipazione e collaborazione, necessaria per arginare la devastazione del patrimonio storico, culturale, naturale e identitario del nostro paesaggio.

Nel complesso il convegno ci è apparso sobrio ma ricco di contenuti, serio e dai toni misurati. Attendiamo gli atti, cui sarebbe bene riuscire a dare una larghissima diffusione. Uno dei problemi più grossi che ci troviamo ad affrontare rimane quello della disinformazione, o almeno della superficialità dell'informazione, spesso monopolizzata da media asserviti agli interessi delle grandi imprese e da associazioni pseudoambientaliste (che palesano risorse ahinoi di enigmatica provenienza, comunque difficilmente riconducibili al semplice volontariato). Ma non era questa la sede per affrontare simili argomenti.
Un sentito grazie agli organizzatori, ai relatori, ai partecipanti e a tutti coloro che ogni giorno si impegnano per fare valere le ragioni del no a inutili, dispendiose e devastanti centrali eoliche industriali.
Comitato Ariacheta

venerdì 19 marzo 2010

Nina Pierpont: Turbine eoliche ad almeno 3000 metri dalle abitazioni!

Il dieci marzo scorso un comitato antieolico belga scriveva a Nina Pierpont, la neurologa americana nota per avere studiato il malessere causato nella popolazione dalla vicinanza delle torri eoliche, per sottoporle la seguente questione: «Oggi avremo un’intervista alla radio nazionale belga. È possibile avere il suo pubblico sostegno alla nostra protesta contro grandi impianti eolici a solo 270 m dalle case?» Ecco la risposta di Nina Pierpont, che prega sia diffusa ovunque:

«Ci è stato detto che in Belgio i costruttori eolici vogliono costruire torri eoliche industriali a 270 metri dalle abitazioni dei cittadini. Questo è un atto irresponsabile e violento. L’evidenza che le turbine eoliche producono un forte rumore di bassa frequenza e, ancora peggio, di infrasuoni, non è più oggetto di discussione. L’evidenza clinica non ammette ambiguità: il rumore a bassa frequenza e gli infrasuoni disturbano profondamente nel nostro corpo il sistema dell’equilibrio, del movimento, della postura.
Gli studi che ho svolto personalmente e quelli di altri medici hanno dimostrato in maniera inequivocabile che persone che vivono entro i 2 km dalle torri ne patiscono seriamente, ammalandosi, e arrivano spesso al punto di dover abbandonare le loro case.
Non c’è dubbio tra gli oto-neurologi che hahnno studiato l’evidenza di questo fatto che i rumori a bassa frequenza e gli infrasuoni disturbano seriamente gli organi vestibolari, cosa che porta a un insieme di malesseri che ho chiamato WTS, sindrome da turbina eolica (WindTurbineSyndrome).
La cura per la sindrome da turbina eolica è semplice: Allontarnarsi dalle torri o disattivarle. La prevenzione della WTS è ancora più semplice: non costruire questi macchinari che generano suoni a bassa frequenza e infrasuoni a meno di 2 km dalle abitazioni della gente.
Governi e società che violano questi prinicipi sono responsabili di un grave danno alla salute. Tali governi e società dovrebbero essere trascinati davanti agli organi giudiziari atti a porre fine a questa scandalosa violenza.
Mi rendo perfettamente conto che queste parole sono forti. Ma sono scelte accuratamente.
Sono forti perché i governi e l’industria eolica pervicacemente – aggiungerei anche in maniera criminale – rifiutano di riconoscere che stanno deliberatamente e aggressivamente nuocendo alla salute pubblica. L’evidenza di ciò è schiacciante. Ripeto, tutto questo deve finire.»

Nina Pierpont

(Traduzione di L.Vitali)

venerdì 12 marzo 2010

TELEIRIDE: Fiorentina Bologna 2-0

riceviamo e rigraziando pubblichiamo:

"Migliaia di contatti al nostro sito. Centinaia di domande. Domande anche da altre regioni."
Non si tratta quindi di una partita di calcio, ma di qualcosa di molto più serio.
La trasmissione Girotondo sul canale Teleiride del 4 marzo sull'eolico nel Mugello ha avuto un imprevisto successo, specie in streaming, dove si presume che gli spettatori non fossero fiorentini. L'audience sarà uno stimolo per l'emittente a replicare programmi sull'argomento. E' ancora disponibile la registrazione su girotondo-040310

Sono Alberto Cuppini del comitato "Monte dei Cucchi" di Bologna (www.comitatomontedeicucchi.com).
Dopo il successo dell'iniziativa di Scarperia, in provincia di Firenze siete riusciti per la seconda volta in pochi giorni ad ottenere un'attenzione dalla cittadinanza sul problema che riguarda tutto il vostro territorio che a noi è, finora, mancata.
La trasmissione, anche se la Signorini e Mattioli non se ne sono resi del tutto conto, è stata, per tutti noi, un trionfo.
Quando in televisione, in un contraddittorio vero anche se squilibrato come quello di Teleiride, appaiono i nostri avversari, essi saranno sempre e comunque benedizioni mandateci dal cielo. Quando poi si scende ad analizzare gli argomenti da loro trattati, al modo garbato di porgerli ed alla panzane clamorose sparate senza pudore, e nonostante siano facilmente verificabili, allora è la nostra apoteosi.
Il Professor Basosi, responsabile scientifico del piano energetico ambientale per la provincia di Firenze e presidente del comitato scientifico di Legambiente Toscana, che parla con la massima noncuranza di 500 MW potenziali di eolico installabile nel solo Mugello (per farmi capire dai bolognesi: oltre 500 aerogeneratori del tipo "torre degli Asinelli" che si vorrebbero montare a Monte dei Cucchi, alti oltre cento metri ma di potenza individuale inferiore al Mw, non basterebbero) e che definisce il Mugello, con infelice scelta lessicale, il "piccolo forziere" delle energie rinnovabili, fa il nostro gioco e sostiene, involontariamente, la nostra comune causa.
Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana, che afferma deciso "noi andremo certamente a fare alcuni impianti eolici su questo territorio", oltre ad una certa arroganza, con quel "noi" ci fa capire che Legambiente è in qualche modo "cointeressata" alla cosa. Uso il termine "cointeressato" perchè già utilizzato, incredibilmente, dalla Provincia di Bologna in una delibera di giunta per schierarsi a fianco dei proponenti il progetto di Monte dei Cucchi contro il Comune di San Benedetto val di Sambro.
http://www.comitatomontedeicucchi.com/materiale/documenti/Delibera
Chi è, allora, "noi"?
Mi ha entusiasmato (...) anche l'argomento dell'Ingegnere dell'Aper (che dei pro eolico industriale è apparso il più equilibrato) secondo cui, tanto, visto che la montagna tosco emiliana si va spopolando... Tutto può essere oggetto di qualsiasi stupro, se è così? Questo modo diffuso di ragionare, che è stato ingenuamente esplicitato in questa sede, sarà certamente accolto con gioia dai membri del nostro comitato che sono, per la maggior parte, residenti in montagna e da tutte le popolazioni della zona, in particolare da chi ha ultimamente abbandonato la città, accettando scomodità e sacrifici, non sopportandone più il degrado per scappare a vivere lassù.
Il punto che mi sembra più importante evidenziare è esattamente questo: le stesse persone e lo stesso modo di ragionare che hanno sconciato le periferie di Bologna e Firenze e le campagne suburbane, ora vogliono entrare in azione anche sulle montagne. E questa volta solo per un'unica, grottesca, speculazione. Vanno denunciati. Le montagne sono un patrimonio di tutti, e non una res nullius.
Deve essere nostro comune impegno sollecitare un interessamento ed una presa di posizione (sarebbe ora) dell'Università (sia ingegneri che fisici) in merito alle affermazioni inesatte che abbiamo sentito in questa trasmissione ed a cui troppi forniscono base scientifica con la convinzione di farla franca.
E' evidente che ormai non è più uno scherzo. Non è un bel dibattito teorico. Loro queste teorie "scientifiche" le vogliono applicare anche qui, sul nostro territorio. Qualcuno si deve assumere le proprie responsabilità. I Signori Professori sono pagati anche per questo: non possono fare finta di niente davanti alla realizzazione concreta di teorie, dal punto di vista scientifico e ingegneristico, campate per aria e dannose per la collettività.
Trovo poi molto importante che i rappresentanti di Legambiente si facciano vedere in televisione, mettendoci la propria faccia.
Siccome si rendono conto perfettamente del disastro che contribuiscono a realizzare, ubbidendo agli ordini dall'alto, almeno comincino a pagare di persona, offrendosi al giudizio della pubblica opinione, a futura memoria, come diretti responsabili dell'infamia.
Sono convinto che i responsabili locali di Legambiente, a differenza dei loro capi di Roma e prima di esporsi personalmente davanti alla registrazione televisiva, ci penseranno due volte a fare certe osservazione ed a difendere determinate azioni.
Significativo avere sentito affermare pubblicamente, per la prima volta, che Legambiente non è favorevole a impianti come quello di Ariacheta. ("Progetto brutto e fatto male"). Non è certo un caso che sia stato detto in televisione. Anche il progetto di Monte dei Cucchi è "brutto e fatto male", ma finora, da Legambiente, nessuna presa di posizione. E neanche dal CAI di Bologna (chissà poi perchè) nel nostro caso.
Tutto questo sarà uno stimolo per noi per cercare nuovamente, a Bologna, una emittente televisiva per realizzare qualcosa di analogo, evitando di concentrare l'attenzione sul nostro singolo impianto, come abbiamo fatto con scarsissimi risultati, ma sul fatto che, come nel Mugello, anche sulle montagne bolognesi verranno entro breve costruite centinaia di pale eoliche.
Confido che il successo di Teleiride, il filmato stesso ed i suoi dati di ascolto serviranno per allettare le emittenti bolognesi a fare altrettanto.
Immagino che Margherita Signorini sarebbe felice di intervenire anche nel nostro caso. Le "nostre" pale interessano anche i toscani. E viceversa.
Ma non si può pensare che un singolo comitato di cittadini sia il solo a difendere l'interesse comune. Dalla politica, dalla stampa e dall'università deve venire quello slancio d'orgoglio civico che finora, a parte qualche eccezione (cfr.interrogazione Mazza, ndr), è mancato. Non possiamo più fare affidamento, come finora, solo sulle Sovrintendenze e sulla Guardia di Finanza per fermare una simile spregiudicatezza affaristica.
E soprattutto non possiamo più continuare a procedere ciascuno per proprio conto, fornendo il fianco a facili critiche di tipo "nimby" e finendo impalati, uno dopo l'altro, contro nemici più forti di noi e finanziariamente onnipotenti: qui non sono in gioco meschini interessi locali ma valori sacri a tutto il Paese.
Ancora complimenti e grazie.
Alberto Cuppini

TELEIRIDE: dibattito sull'eolico in Mugello

Giovedì 4 marzo negli studi di Teleiride a Barberino, si è tenuto, all’interno della trasmissione di approfondimento locale “Girotondo”, un dibattito in diretta dedicato all’eolico in Mugello. Presenti per Italia Nostra Mariarita Signorini, per il WWF Paolo Mattioli, per Legambiente Piero Baronti, per Aper (costruttori eolici) Alessandro Cellini, per Forum energie e società Enzo Palmieri; il dibatto è stato preceduto da un filmato con un’intervista al redattore del piano energetico provinciale Riccardo Basosi. Nessun rappresentante del nostro Comitato era presente: l’invito che ci era stato fatto è stato ritirato. Sul sito www.teleiride.tv la trasmissione può essere visionata per intero in streaming.

Che dire? Il dibattito è stato serrato ma senza trascendere. Ci ha fatto molto piacere apprendere dalla bocca del presidente di Legambiente Toscana, Piero Baronti, che il progetto di San Godenzo è brutto e sbagliato, e speriamo se ne ricordi in futuro. Ci ha fatto meno piacere sentirgli dire che la serata di Scarperia è stata una “serata demagogica” dove si è presentato un progetto, quello di San Godenzo, “non indicativo di quello che sono invece gli altri progetti per il Mugello”. Occorre dirlo in tutta chiarezza: l’affermazione è falsa - o Baronti si è limitato a leggere male la locandina della serata, o è stato male informato perché, come tutti i presenti a Scarperia possono ricordare, non è stata detta una sola parola – tolta la ragione della nascita del nostro Comitato – sul progetto presentato a San Godenzo (di cosa si è parlato potete verificarlo leggendo il programma che abbiamo già pubblicato in un post precedente, qui sotto). Il tema era per l’appunto il Mugello.

È dispiaciuto poi vedere propagate, dalla parte dei fautori dell’eolico industriale, anche altre falsità, com’è capitato per esempio al professor Basosi, il quale nell’intervista registrata ha sostenuto una palese falsità, che gli impianti “non vengono proposti su aree di particolare interesse”, mentre sappiamo tutti e lo dovrebbe sapere pure lui, visto che è un remuneratissimo espertone della Regione, che il progetto di San Godenzo prevede delle pale all’interno di un SIC.

Queste le precisazioni necessarie. Potremmo continuare a ribattere in lungo e in largo alle numerose menzogne, furberie e sotterfugi sciorinati da parte dei fautori dell’eolico industriale (per esempio hanno continuato a parlare della potenza delle pale, alludendo a quella installata, che non è affatto quella prodotta, visto che per il 70% circa del tempo le pale mugellane resterebbero perfettamente inefficienti), o rimproverare la conduttrice di alcune, forse innocenti, ingenuità. Ma confidiamo che chi ci legge e segue sia ormai in grado di intendere e fare le proprie considerazioni.

Per concludere, da parte nostra va comunque un grande ringraziamento:

- innanzitutto a Mattioli e Signorini, che hanno dimostrato come la certezza di aver ragione e di combattere per una giusta causa, e non per denaro, doni eloquenza e coraggio.

- a Teleiride, nelle persone della giornalista Ilaria Ontanetti e del direttore Telluri, che hanno avuto il coraggio di sollevare e affrontare, come che sia, un argomento spinoso, difficile e scomodo. Premiati dall’ascolto e dall’interesse con cui è stata seguita la trasmissione siamo certi della sua utilità, e speriamo abbia un seguito.

Da parte nostra invitiamo infine i mugellani ad uscire dal loro silenzio, a formare altri comitati o gruppi d’interesse, a contattare noi o le associazioni anti-eolico-industriale a rivolgersi direttamente alle amministrazioni locali per chiedere chiarezza e informazione, dati e confronto pubblico.
Che altrimenti si sa, basta annusare l’aria che tira: se non si noi strepita noi cittadini, il silenzio continua – o peggio: vengono propinate trasmissioni davvero propagandistiche, come quella di Iacona su Rai3, in cui le pale vengono presentate come certa salvezza dell’umanità. Se stiamo zitti arriveranno i bulldozzer, per scavare le strade, sbancare la montagna, aprire voragini in cui montare i basamenti delle pale che col loro orrendo frastuono rovineranno la quiete e la vita della montagna.
lv

venerdì 5 marzo 2010

La serata a Scarperia: grande successo!

La serata di venerdì 26 a Scarperia, senza false modestie, è stata davvero un successo: anche se abbiamo avuto gravi problemi tecnici che hanno tenuto sul filo del rasoio lo svolgimento fino all’ultimo, siamo riusciti a presentare il programma per intero (potete leggerlo qui sotto, cliccando si ingrandisce), e in maniera accettabile.
La sala era piena, il pubblico silenzioso e attento: abbiamo riconosciuto diversi amici provenienti da località del Mugello ma anche da Firenze e Bologna. In sala sono stati notati l’assessore all’ambiente di Scarperia e una consigliera della commissione energia di San Godenzo. Un grazie a tutti gli intervenuti.

Il giorno seguente, sabato pomeriggio, a San Godenzo si è riunita la commissione energia. Sul settore eolico non ci sono novità: si attende l’esito della Valutazione d’impatto ambientale da parte della Regione.



lunedì 22 febbraio 2010

venerdì 26 febbraio: UN VENTO INSOSTENIBILE


Comunicato stampa

una iniziativa promossa dal Comitato “Ariacheta”
e dall'Associazione Culturale Arzach

Un vento insostenibile

L’intera serata, che presenta diversi filmati, testi e testimonianze, e si conclude con il confronto diretto col pubblico, è dedicata a illustrare diversi aspetti, per lo più sconosciuti alla popolazione, dei grandi impianti eolici industriali.
Poiché nel Mugello, con gli incoraggiamenti di Provincia e Regione, grandi società di profitto intendono costruirne nei prossimi anni una buona dozzina, per un totale di 300 torri, che possono arrivare ad un’altezza di 150 metri (come nel progetto presentato a San Godenzo e in corso di valutazione), crediamo che tutti i cittadini dovrebbero interessarsene.

La propaganda dei fautori di questi progetti infatti non conosce contrasto – almeno non nei media e nelle amministrazioni pubbliche: vengono sempre lodati come la soluzione “pulita” alla crisi energetica. Eppure, a prescindere dalla quota ridicola di energia (si parla del 2%) che produrrebbero pur tappezzando ogni varco dell’Appennino, ci sono molti elementi di grande “criticità” (un tempo si diceva PERICOLO) che vengono immancabilmente minimizzati: dal dissesto idrogeologico (le pale vanno montate su supporti di calcestruzzo che si spingono fino a 30 m nel sottosuolo, hanno bisogno di ampie piazzole e larghe strade di servizio per il montaggio e la manutenzione), alla distruzione del paesaggio (non soltanto il panorama ma molto di più, per esempio fanno crollare il valore immobiliare di case e terreni), all’equilibrio faunistico (fanno a pezzi rapaci, pipistrelli e migratori), disturbano gravemente la salute delle persone che ci abitano vicino (è ormai riconosciuta a livello internazionale la “sindrome da pala eolica”); e altre questioni, come il rumore fastidiosissimo, gli incidenti (si incendiano, crollano) ecc. ecc .

L’elettricità “prodotta” - che non è quella “installata” la sola di cui parlano – è poi molto inferiore alle aspettative della popolazione, tenute alte da ipotetici succosi dividendi promessi ai Comuni. Nella realtà resta la spesa complessiva per costruirle (finanziata con i soldi tratti dalle bollette dei contribuenti) e smantellarle (spesso nelle convenzioni non c’è impegno su questo piccolo dettaglio), i soldi, invece, se li mangiano tutti loro.

Perché allora avviene tutto questo?

Tutto avviene per permettere a delle aziende private (con grandi interessi e referenti politici) di speculare, senza produrre una quota di elettricità significativa (quella di Kyoto è una bella scusa). Sarà un caso se non esistono impianti industriali eolici a partecipazione pubblica, ad azionariato aperto, tanto meno nei comuni in cui sorgono?
Tutto questo è risaputo (Oreste Vigorito, presidente dell’ANEV, l’associazione dei costruttori eolici, è appena uscito dal carcere dopo l’arresto per truffa eolica), eppure il cittadino non ne sa nulla – i media non mancano invece, per contro, di schernire e ingiuriare i cittadini oppositori, perché “favoriscono il nucleare” e sono affetti dalla “sindrome di non voler nulla nel proprio cortile”.
Solo gli abitanti dei paesi cui tocca questo destino si informano, e per necessità scoprono cosa c’è sotto. Purtroppo ciò avviene spesso a progetti approvati, quando non si può più fare nulla per fermarli. Solo allora, vedendo i danni, l’opposizione acquista credibilità e consenso nella popolazione - quando ormai è troppo tardi... Guardate i casi del Molise, della Sicilia, di Scansano in Maremma.
L’Italia e l’Europa, gli Stati Uniti, sono pieni di comitati di cittadini che protestano per i danni e i disagi causati da questi impianti, piccoli cittadini danneggiati che chiedono risarcimenti che nessuno concede.

Il Comitato Ariacheta è nato nel marzo del 2009, dopo che la società EDVT ha presentato al comune di San Godenzo un progetto per la costruzione di un “parco” eolico composto da 14 aerogeneratori da disporre sul crinale della valle dell’Acquacheta. Nessuno di noi è ostile alle energie pulite, molti cercano anzi e praticano una vita il più possibile naturale. Il comitato cerca di sfruttare i pochi strumenti legali che tutti abbiamo a disposizione, ma non abbiamo i soldi e le amicizie che hanno i nostri avversari. Abbiamo però la tenacia degli abitanti della montagna. Quello che abbiamo imparato lo mettiamo volentieri a disposizione del Mugello perché sappiamo, come nel caso della lotta contro gli inceneritori e contro la TAV, che uniti saremo sempre più forti che da soli. Sul blog del comitato ci sono tutti i documenti e le news sulle nostre attività: www.ariacheta.blgspot.com.

Alla serata aderiscono ASOER, CNP, Italia Nostra, ProNatura

venerdì 26 febbraio ore 21.15
SALA GARIBALDI Scarperia
Via Lippi

martedì 16 febbraio 2010

PRESIDIO davanti alla REGIONE contro GLI INCENERITORI: SABATO 20 FEBBRAIO ORE 15 / 17

invitiamo tutti gli amici del comitato dell'Ariacheta (sempre di aria si tratta!) a partecipare...

COORDINAMENTO DEI COMITATI DELLA PIANA FI-PO-PT

COORDINAMENTO RIFIUTI ZERO TOSCANA COST
A

I Comitati che lottano per l’obiettivo Rifiuti Zero e per le alternative a tutte le forme di incenerimento dei rifiuti considerando i gravi danni alla salute e all’ambiente provocati dagli inceneritori e le alternative già attuate e praticabili chiedono:

• La chiusura immediata dell’inceneritore di Montale e di tutti gli impianti
di incenerimento e di combustione dei rifiuti attivi in Toscana

• Il blocco delle procedure per la realizzazione di impianti di
incenerimento e di combustione di biomasse e CDR previsti

• La messa in atto da subito delle alternative all’incenerimento che
tutelano la salute dei cittadini e l’occupazione ed evitano lo spreco delle
risorse ambientali, come già accade in molte parti d’Italia e d’Europa

• Il rispetto da parte della Regione degli obiettivi di raccolta
differenziata del 65% entro il 2012 e di riduzione del 15% della produzione
di rifiuti, per i quali è stata finora inadempiente

• L’immediata cessazione dello spreco di soldi pubblici nella costruzione di
impianti finalizzati solo a finanziare lobby private e a incassare gli
incentivi statali (cip6) ai danni dei cittadini

Per questo indicono un PRESIDIO SABATO 20 FEBBRAIO ORE 15 / 17 VIA CAVOUR A FIRENZE DAVANTI ALLA SEDE DELLA REGIONE TOSCANA

tutti i cittadini sono invitati a partecipare

interverranno i Suonatori terraterra

www.noinceneritori.org www.rifiutizero.org

lunedì 15 febbraio 2010

Pandora sbarca a Riparbella: forte protesta contro il progetto del mega impianto eolico industriale

Riceviamo e pubblichiamo - con mooolto piacere:

Sorpresa e stupore tra i Riparbellini quando in occasione della presentazione da parte della Amministrazione Comunale del progetto approvato in Regione che prevede 15 pale eoliche sulle colline di Riparbella si è svolta una pacifica e rumorosa manifestazione di protesta per le vie del paese. Tutti d'accordo sulle Energie Rinnovabili ma non sul progetto presentato e sostenuto dal Sindaco Ghero Fontanelli. Trattori e fuoristrada, in rappresentanza delle aziende turistiche e agricole della zona, commercianti, imprenditori e semplici cittadini hanno sfilato per le strade di Riparbella con bandiere e slogan per ribadire il loro fermo No al Mega progetto Eolico deciso dalla amministrazione pubblica. Il corteo era aperto da un manifesto portato da due giovani ragazze mascherate da Na-Vi , i cittadini del pianeta immaginato dal regista Cameron nel film Avatar dove i nativi si devono difendere dall'ingordigia e prepotenza della razza umana guidata da rapaci multinazionali interessate solo a far soldi, ed è facile ritrovare il tema nella questione dell'utilizzo del territorio per fini industriali nelle splendide colline di Riparbella. Nel corso della serata alla presenza degli ass. Bramerini e Picchi sono state portate ben oltre 350 firme di protesta, raccolte in pochi giorni, contro il progetto ed è stata avanzata la richiesta di un referendum cittadino per dirimere la contesa ma i presenti non si sono voluti esprimere in merito rimandando la questione all'amministrazione comunale.
C'è da giurare che dopo il successo della protesta il Comitato contro il progetto e la Lista Civica Insieme per Cambiare "Riparbella" proseguiranno nei prossimi giorni la loro attività di contrasto al Mega Progetto mettendo in grave difficoltà il Sindaco Fontanelli.

Alessandro Lucibello Piani
Insieme per Cambiare - riparbella

venerdì 5 febbraio 2010

6 febbraio: Town meeting PIT e Regione Toscana

Con magnifico tempismo abbiamo ricevuto (il 4 sera alle 21.30!) il comunicato che riportiamo qui sotto paro paro: l'iniziativa, a un primo colpo d'occhio a chi scrive (ma talvolta si sbaglia, no?) è parsa demagogica quanto demenziale, e non solo per il fatto di non essere resa nota in tempi utili. Ma ciascuno tragga le PROPRIE conclusioni da sé, e soprattutto, se ne ha la possibilità, intervenga a Prato o poi a Firenze, per mostrare cosa si vuole fare - zitti zitti - al paesaggio di SAN GODENZO e di tutto il MUGELLO, dove si intende costruire 300 pale eoliche industriali.
lv

Toscana Notizie
Agenzia di informazione della Giunta Regionale
http://www.toscana-notizie.it

In cinque città toscane 150 cittadini a confronto sul governo del territorio
6 febbraio: il primo town meeting italiano sul paesaggio
“Come preservare e tutelare il paesaggio toscano?” La risposta ai cittadini

di Francesca Calonaci
Firenze Castelnuovo Berardenga, Cortona, Orbetello, Piombino e Prato sono le cinque sedi del primo town meeting italiano sul paesaggio, che si svolgerà il prossimo 6 febbraio in Toscana. In queste cinque città toscane, paesaggisticamente emblematiche per i valori rurali e urbani del loro territorio, 150 cittadini estratti a sorte in ogni comune coinvolto saranno chiamati a discutere sui caratteri più importanti di un paesaggio, quelli da proteggere o da ricostruire e su che cosa fare per preservare (o ricostruire) la qualità del paesaggio in Toscana.
Il Town meeting del prossimo 6 febbraio - diretto dal garante della comunicazione per il PIT, Massimo Morisi - sarà, per i cittadini, un momento di partecipazione diretta al governo locale attraverso la discussione per piccoli gruppi e una votazione finale.
Appuntamento, quindi, per i cittadini sorteggiati a partecipare e per la stampa il prossimo 6 febbraio a partire dalle ore 9.30 nelle seguenti sedi:
- Castelnuovo Be! rardenga (presso la Sala Conferenze Centro Studi di Villa Chigi);
- Cortona (presso il Centro Convegni Sant’Agostino);
- Orbetello (presso la ex Sala del Consiglio comunale);
- Piombino (presso il Centro Giovani Fabrizio De Andrè);
- Prato (presso l’Urban Center).
Gli assessori all'urbanistica e territorio, Riccardo Conti, ed alle riforme istituzionali ed enti locali, Agostino Fragai, porteranno il loro saluto, dalle ore 09.30, all'apertura dei lavori nella seduta che si svolgerà a Prato.
I risultati della giornata saranno presentati il 19 febbraio 2010 in occasione degli “Stati Generali del Paesaggio”, presso il Cenacolo di Santa Apollonia a Firenze, un'occasione per riflettere sul tema alla presenza di esperti e delle autorità del Ministero dei Beni culturali e della Regione Toscana, organizzato in vista del decennale della stipula della Convenzione sul Paesaggio a Firenze e in coerenza con la concezione di paesaggio che la stessa convenzione sancisce.

giovedì 4 febbraio 2010

venerdì 12 febbraio a Vicchio incontro sul fotovoltaico partecipato

organizzato dal gruppo Fuori Mercato un incontro molto importante per tutto il Mugello.
ecco il testo del comunicato:

ENERGIE RINNOVABILI: un’opportunità per la cittadinanza


Scopo degli incontri di Fuorimercato è favorire una corretta informazione sulle scelte sociali e ambientali degli enti locali, nonché di promuovere un diverso approccio ai problemi che ponga al centro dell’attenzione la sostenibilità dei progetti.

Nei precedenti incontri abbiamo dimostrato quanto sarebbe urgente e utile avviare una raccolta differenziata dei rifiuti col sistema porta a porta, abbiamo parlato di “altre economie” su base etica e solidale che sarebbero un elemento di innovazione e impulso, abbiamo posto seri dubbi, suffragati dagli eventi, sull’utilità di una vaccinazione di massa per l’influenza suina.

Allo stesso modo in questo momento è importante affrontare i problemi legati allo sfruttamento delle energie rinnovabili nel Mugello e in particolare a Vicchio.

Solare fotovoltaico, eolico, biomasse, sono stati oggetto di discussione nella commissione consiliare istituita dalla passata amministrazione. In Comune è stato appena presentato il progetto definitivo sul parco eolico di Villore.

Vi invitiamo pertanto ad un primo incontro

venerdì 12 Febbraio 2010 ore 21
presso il Consorzio S. Giovanni, Piazza della Vittoria 17

Fotovoltaico Partecipato a Vicchio
ovvero energia solare alla portata di tutti



Seguirà una seconda serata sul parco eolico di Villore e una terza su biomasse e mini idroelettrico. Oltre ad un corretto e oggettivo lavoro d’informazione su costi e benefici, vogliamo capire se e come sia possibile sfruttare queste risorse nella nostra zona senza subire il business della multinazionale di turno e se e come i cittadini possono essere coinvolti direttamente nei progetti e negli eventuali utili derivanti.

La partecipazione è libera e gratuita

Per la prima volta filmato l'impatto di un rapace con una pala eolica

amici dell'ariacheta,
scusate se soltanto ora vi trasmettiamo il link con il filmato youtube che è stato caricato a inizio novembre.

www.youtube.com/watch?v=9srPoOU6_Z4

Per capire meglio il suo grande valore documentario, vi invitiamo a riflettere su quanto ha scritto Roberto Tinarelli, presidente dell'ASOER, Associazione Ornitologi dell'Emilia Romagna:

Vorrei sottolineare che, come ha detto un mio amico, il fatto che vi sia un
video di un avvoltoio affettato da pale vuol dire anche che il fenomeno non
è così difficile da vedere. Se non ci credete provate a cercare di filmare
l'investimento di un gatto da parte di un'auto mettendovi lungo una strada.
Quasi impossibile .. eppure ce ne sono tanti di gatti investiti.

(...)

venerdì 29 gennaio 2010

News: progetto ampliamento statale 67

Cari amici del Comitato Ariacheta,
la vicina e meritoria Associazione Vivereinvaldisieve, che da tempo conosciamo per la sua lotta contro l’inceneritore a Rufina, ha realizzato un bel video sul minaccioso progetto di ampliamento della statale 67 (del Muraglione), progetto ben noto anche ai nostri amici romagnoli. Il consiglio è guardarlo subito
(il link: http://vivereinvaldisieve.blog.espresso.repubblica.it/)
e poi, se ne avete facoltà e competenza, seguire le indicazioni in loco per inviare le vostre osservazioni in Regione per cercare di dissuadere l’istituzione da questo ennesimo inutile scempio della vallata. Rapidi, perché c’è tempo solo fino al 30 gennaio!

martedì 5 gennaio 2010

Il 2010 inizia bene: Parco eolico in Mugello - il no dopo un iter condiviso

Cari amici dell'ariacheta,

wow, l'anno inizia - o meglio si chiude, visto che la delibera è del 21 dicembre - con una grande notizia, che riportiamo paro paro da "Toscana notizie", organo d'informazione della Giunta Toscana:

Alla base della decisione la tutela del paesaggio e dell'avifauna

Parco eolico in Mugello, il no dopo un iter condiviso
La delibera della Regione dopo i pareri negativi di Provincia e Comune


La delibera con la quale la giunta regionale della Toscana esprime “pronuncia negativa di compatibilità ambientale” sul progetto del parco Eolico Monte Spicchio e Monte Citerna nei comuni di Barberino e Firenzuola è l'ultimo atto di un percorso condiviso che ha visto la partecipazione di tutti i soggetti interessati: dai comuni alla provincia di Firenze, alla comunità montana del Mugello, alle autorità di bacino dell'Arno e del Reno, all'Arpat e alla Ausl di Firenze, ai vari settori interessati della Regione Toscana.
La delibera approvata dalla giunta regionale Toscana il 21 dicembre 2009 riporta in sostanza i contributi di tutti gli enti e riprende le conclusioni della conferenza dei servizi che si era tenuta il 16 giugno 2009. In sintesi nei vari documenti agli atti, che risultano allegati alla delibera approvata, che sarà integralmente pubblicata sul BURT (bollettino ufficiale della Regione Toscana) emerge la non compatibilità dell'impianto eolico progettato sia per ragioni paesaggistiche, sia per ragione naturalistiche e legate alla presenza di avifauna tutelata nelle zone interessate, sia per un complessivo rapporto negativo fra i costi e i benefici. (Laura Pugliesi)