il Comitato Ariacheta aderisce alla RETE della RESISTENZA sui CRINALI

giovedì 12 novembre 2009

News III: Disciplinare l'installazione degli impianti eolici: bozza di legge in Emilia-Romagna

Riceviamo comunicato stampa dal gruppo SD Emilia Romagna:

Parchi eolici.
Mazza (SD): “Finalmente la Giunta si impegna a disciplinarne l’installazione” 

Il capogruppo Sd in Regione Ugo Mazza ha ritirato questa mattina i suoi ultimi emendamenti alla legge regionale di modifica alle norme sulla pianificazione paesaggistica, a fronte dell’impegno della Giunta di predisporre e sottoporre in Commissione Ambiente una bozza di Direttiva regionale che disciplina l’installazione di impianti industriali di produzione e trasporto dell’energia elettrica. 

E’ stato dichiarato infatti, in Commissione, dal relatore della legge di modifica, Mario Mazzotti, che la bozza di Direttiva è già disponibile per avviare una discussione. Essa sarà presentata la prossima settimana in Commissione. 

“E’ una svolta rilevante – ha dichiarato Mazza - perché l’Assemblea ha più volte richiesto alla Giunta un atto che disciplinasse le installazioni industriali di energia rinnovabile, atto che ora era diventato particolarmente urgente, visto il rischio di proliferazione incontrollata di impianti eolici di grandi dimensioni, quasi sempre imposti alle popolazioni locali e con impatti non sufficientemente discussi e valutati sulla base delle percezioni degli abitanti e dei frequentatori della collina e della montagna, così come richiesto invece dalla Convenzione Europea del paesaggio”. 

L’obiettivo, secondo il consigliere Sd, è quello di “favorire la realizzazione di impianti di energia da fonti rinnovabili, ma operando per un corretto inserimento e una adeguata mitigazione degli impatti sul paesaggio, la biodiversità e la sicurezza idrogeologica”.

il commento è uno solo: PERCHE' IN TOSCANA NESSUNO SI PREMURA DI FARE LO STESSO?????

News II: Chi è Vigorito? Eccolo qua...

ringraziando Paolo San, possiamo riprendere e girarvi un articolo apparso su "Il fatto":

ORESTE VIGORITO IL RE DELL’EOLICO FINISCE IN MANETTE
di Marco Lillo
Nessuno se n’è accorto. É il destino di Oreste Vigorito, sottovalutato sempre nel bene e nel male. Questo avvocato di Ercolano di 63 anni, ha accumulato una fortuna che ne fa certamente uno degli uomini più ricchi della Campania. Ieri è stato arrestato con l’accusa di associazione a delinquere e truffa aggravata perché avrebbe chiesto e ottenuto dallo Stato stanziamenti per 60 milioni di euro grazie alla legge 488 del 1992, sostenendo il falso nelle richieste dei contributi. La Guardia di finanza di Avellino ha sequestrato sette campi eolici siciliani e sardi che rappresentavano la nuova frontiera dell’avanzata delle sue pale, dopo l’invasione di Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. Nell’operazione, ideata e coordinata dal colonnello Maurizio Guarino, passato alla Dia nell’agosto scorso, a Carlentini, in provincia di Siracusa, sono state sequestrate 57 turbine; a Militello val di Catania 18 pali, a Mineo (Catania) 11, a Vizzini (Catania) 30, a Camporeale (Palermo) 14, più altre 10 turbine a Partinico (Palermo); 10 a Monreale (Palermo) e 26 turbine a Ploaghe, in provincia di Sassari. Il valore totale stimato dal pm in 154 milioni di euro in realtà è superiore, stando alle stime di mercato. L’operazione coordinata dal sostituto procuratore Maria Luisa Buono di Avellino, accende il faro sul business sporco che si nasconde dietro l’energia pulita. Vigorito ne è il campione nazionale. Presidente dell’associazione di categoria degli industriali del vento, l’Anev, ha finanziato l’Udeur e ha pagato prestazioni all’avvocato Pellegrino Mastella, figlio del segretario. Dagli anni Novanta, Vigorito batte le campagne della Daunia e dell’Irpinia, proponendo contratti di affitto ai proprietari dei terreni ventosi. Grazie ai suoi buoni agganci, comincia a fare incetta di terreni e autorizzazioni trasformando pietraie battute dal vento in miniere d’oro. L’energia eolica è finanziata generosamente, e l’abbattimento dei costi di produzione, negli ultimi anni, ha originato una bolla speculativa. L’autorizzazione per un campo vale circa 500 mila euro per megawatt. Un pacco di nulla osta per un campo da 30 megawatt passa di mano per 15 milioni di euro. II 6 agosto del 2007 il Wall Street Journal si è occupato dei campi eolici costruiti da Vigorito. Quel giorno il colosso britannico International Power li ha comprati da un misterioso fondo irlandese di nome Trinergy per un miliardo e 830 milioni di euro. E parliamo solo di una parte dei parchi eolici sviluppati nel Mezzogiorno dalla società Ivpc fondata da Vigorito, che resta proprietario di altrettanti, per un valore similare. Lo Stato italiano paga 200 euro per lo stesso megawatt che nei maggiori paesi europei vale 80. Così da noi le pale sono costruite più per afferrare i contributi che il vento. La Sicilia ne è un ottimo esempio: la rete non regge gli impianti attuali ma, invece di costruire elettrodotti, la regione regala decine di milioni a imprese che ingolfano il sistema. Vigorito e il suo rappresentante in Sicilia, Vito Nicastri, avrebbero prodotto nella domanda per i contributi pubblici “falsi contratti di locazione dei terreni su cui si sarebbero dovute istallare le turbine eoliche”, in modo da ingannare i funzionari del ministero. Inoltre, Vigorito è accusato di avere fatto figurare più volte nelle sue domande gli stessi capitali, ché, per avere i contributi, è necessario dimostrare che l’impresa mette una parte equivalente in proprio. Non a caso è indagato anche un dirigente di Centrobanca di Milano che al telefono diceva: “É tutto falso, mi sembra il mercato delle vacche, i soldi all’inizio non c’erano”. Vigorito ha tentato di scaricare tutta la responsabilità su chi aveva presentato le domande, cioè Nicastri, ma il pm Buono ha arrestato anche lui. L’imprenditore di Alcamo però ha un ruolo chiave. É il classico “sviluppatore”, una figura tutta italiana che ottiene le autorizzazioni e poi le cede a un prezzo profumato. Nei primi anni Novanta, era stato coinvolto in una storia di corruzione e ne era uscito indenne. Dopo un patteggiamento e una prescrizione, eccolo pronto per l’altra energia pulita, il vento.


Bene, ora se Vigorito volete guardarlo in faccia e vederlo parlare di persona digitate su youtube "la truffa dell'eolico", comparirà il reportage realizzato da La7 tanto ma tanto tempo fa...

News I: Arrestato Vigorito, presidente dell’ANEV l’associazione dei costruttori di impianti eolici industriali

Naturalmente i grandi media fanno finta di ignorare la notizia (così si dice - chi scrive, arroccato sui monti non ha voglia né tempo di seguirli), che però ha grande rilievo INTERNAZIONALE, si tratta di cifre da capogiro, e si può paragonare soltanto alla tanto vituperata Tangentopoli (la differenza è che per ora non risultano coinvolti politici e funzionari dello stato, ma si vedrà che frutti porteranno le inchieste).
Questo dopo mesi, se non anni, di segnalazioni, da parte di Italia Nostra, di giornalisti indipendenti e non (per ultimo Pirani su Repubblica) e di tanti altri che vedevano i brutti traffici che ruotavano (al posto delle pale, fermissime per mancanza di vento) attorno alla SPECULAZIONE EOLICA (questo era il titolo della conferenza stampa indetta da CNP-Coldiretti il luglio scorso a Roma).

Speriamo che questa novità spinga i vertici delle associazioni ambientaliste (la base attiva è già da tempo con noi) a ravvedersi e rompere un'alleanza tanto nefasta e scempia - anche perché avere rapporto con i mafiosi, se la memoria non falla, è complicità e reato. I grandi impianti sono una follia, un danno irreversibile per l'ambiente e portano vantaggi e denari agli speculatori.

Speriamo pure che questa novità possa mettere una pulce nell'orecchio alla nostra giunta comunale, alla nostra amministrazione regionale: forse esistono altre possibilità di finanziare e costruire impianti eolici, piccolini, di proprietà della comunità che li deve accogliere nel suo territorio - magari si scopre pure che i soldi dei certificati verdi, nelle casse del comune, arrivano lo stesso. Vogliamo parlarne? Il comitato, fin dalla sua nascita e per statuto, è aperto al dialogo e al confronto con tutti su tutto.
lv

domenica 25 ottobre 2009

Ariacheta News: resoconto dalla dodicesima edizione del Cinemambiente di Torino 2009

Carissimi amici, ecco per tutti un breve resoconto, gentilmente inviatoci dallo stesso Francesco Azzini, sulla presentazione del suo documentario al festival Cinemambiente di Torino Enviromental Film Festival 2009. Le pale dell'impianto proposto a S.Godenzo incombono solo sullo sfondo, il documentario parla della situazione presente... "Noi ci siamo già", alla cui realizzazione ha partecipato ampia parte del Comitato Ariacheta, può essere richiesto a www.hulot.it, oppure a www.hzmovie.net. Se poi volete vedere alcune foto e leggere i dialoghi (sinossi?) andate alla pagina: www.hulot.it/noi_ci_siamo_gia.htm

"Noi ci siamo già" sulla famiglia Della Greta, Jimmy e Simona era in concorso nel più grande festival a tema ambientale italiano e uno dei più prestigiosi d'Europa. Il direttore del Festival Gaetano Capizzi ha aperto il concorso con "noi ci siamo già" insieme al lungometraggio finlandese "Ricette per il disastro" che ha vinto due premi del concorso. Nella serata di apertura c'erano 900 spettatori a sedere che hanno applaudito con entusiasmo i due filmati. Ambedue parlavano di famiglie ecosostenibili. La famiglia composta da Jimmy e Simona e i due figli utilizza i pannelli solari e le sinergie della natura dove vivono in armonia con essa da 27 anni, e parlano della minaccia alla loro pace rappresentata dall'eventuale costruzione dell'impianto eolico sul crinale che li sovrasta. La sera successiva il documentario passava in concorso nella sezione "documentari italiani" ed erano presenti altri 85 spettatori.
La visione del filmato è piaciuta molto e diversi spettatori il giorno dopo hanno fermato i protagonisti Jimmy e Simona per le strade di Torino. Sia il direttore Capizzi che altri spettatori hanno chiesto "come mai durava così poco" visto l'argomento trattato: gli piacerebbe vedere realizzato un lungometraggio. Sono usciti articoli sulla stampa torinese come Torino sette e sul venerdì di Repubblica.

è possibile leggere la scheda di CinemAmbiente sul film a questo indirizzo:
http://www.cinemambiente.it/film_ambiente/3929_Noi_ci_siamo_già.html

mercoledì 30 settembre 2009

Ariacheta News settembre: Osservazioni PIT - Insediata commissione eolico in comune - Interrogazione Mazza

1)
Il 4 settembre il Comitato ha presentato le proprie osservazioni al nuovo Piano di indirizzo territoriale della Toscana, che in pratica dovrebbe rappresentare le nuove linee guida anche per quanto riguarda i parchi eolici sulla montagna. Leggendo il testo ci aveva colpito notare che nel nuovo piano la montagna non viene più considerata un’area di territorio con particolari ricchezze paesaggistiche e naturali da proteggere quanto piuttosto un terreno nudo e crudo da aprire allo sfruttamento economico, in tutti i modi e senza cautele – e dunque anche con gli impianti eolici industriali.
Naturalmente questo non ci va bene, come non dovrebbe andare bene a tutti gli amici della montagna e dell’ambiente. Non vogliamo che il polmone verde dell’Italia, una delle poche aree che sono rimaste al di fuori della speculazione (e in quanto tale oggetto di cospicui finanziamenti europei, vedi il progetto APE, Appennino Parco d’Europa) venga offerta in pasto ai soliti ingordi. Abbiamo quindi fatto le nostre osservazioni e insieme a noi ne hanno presentate WWF e Italia Nostra. Ora staremo a vedere che succede.

2)
Il giorno 18 settembre nel comune di S. Godenzo si è tenuta la riunione di insediamento della Commissione che si occupa, tra le altre cose, dell’impianto eolico. Nella sua relazione ai nuovi commissari, l’assessore Sandra Primarti, ha riassunto la situazione. A quanto pare tutto è fermo, siamo in attesa di capire se il progetto può essere valutato dalla sola Toscana o se invece il processo riguarda anche l’Emilia Romagna (cfr. news seguente). La Regione non risponde, nemmeno alla richiesta del Comune dell’invio di tecnici per una più accurata valutazione. Questo non può non farci piacere, perché il comitato aveva sottolineato che la documentazione prodotta era parecchio lacunosa.
Il comitato augura alla commissione un buon lavoro, e mette a disposizione (come ha sempre fatto fin dalla sua nascita) di essa tutti i documenti raccolti sulla problematicità del progetto e sulla nocività degli impiati eolici industriali.


3)
In data 22 settembre Ugo Mazza, del Gruppo sinistra Democratica Emilia Romagna ha presentato alla sua Regione n’interrogazione sull’impianto eolico a ridosso del Muraglione, in cui:

« ricordato che tra Regione Emilia-Romagna e Regione Toscana era stato previsto un Accordo per la reciproca valutazione e regolazione degli impatti degli impianti realizzati sui crinali comuni o comunque visibili dal territorio di una delle due regioni; precisato che l’interpellante opera da tempo per il risparmio energetico e lo sviluppo delle energie rinnovabili; è tra i presentatori della risoluzione contro l’energia nucleare approvata dall’Assemblea; pone da tempo la necessità che siano le Istituzioni Elettive si assumano la responsabilità di indicare nei loro atti urbanistici i siti idonei e di regolare l’installazione e la gestione di tali impianti per la tutela del paesaggio, anch’esso bene di interesse pubblico; chiede alla Giunta
- se tale Accordo è stato poi sottoscritto dalle due Giunte e di conoscerne il testo;
- se è comunque a conoscenza di tale situazione e se la nostra Regione è stata coinvolta dalla Regione Toscana e con quali atti;
- di sapere cosa intende fare per evitare o ridurre l’impatto di tali pale sul paesaggio della nostra Regione.»

4)
c'è anche qualcos'altro che bolle in pentola ma per ora non lo si dice; abbiate pazienza, via.
;-))

lv.

lunedì 7 settembre 2009

Stampa amica

Ci ha scritto l'amico Fabio Valentini,
segretario nazionale di Mountain Wilderness (http://mountainwilderness.it), per segnalarci che sull'ultimo numero del notiziario nazionale hanno pubblicato un suo articolo su di noi. Gentilmente ci ha inviato il testo, che riproduciamo qui sotto. Grazie, grazie, grazie (sì, tre grazie, e ognuno ha un suo perché).



Inferno, canto XVI: nella sua Divina Commedia Dante Alighieri decanta le cascate dell'Acquacheta, nei pressi del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Risalendo l'alta valle dell'Acquacheta si arriva nei pressi del passo del Muraglione, sul crinale appenninico al confine tra Romagna e Toscana; proprio qui, in territorio del Comune di San Godenzo, è stata richiesta -tramite un progetto presentato lo scorso febbraio alla Regione Toscana- la realizzazione di un impianto eolico industriale consistente in 14 aerogeneratori da 3,3 MW ciascuno, che andrebbero ad occupare o comunque ad interferire con più di cinque chilometri di crinale. Queste alcune delle caratteristiche tecniche:
- le torri sono alte 105 metri e il diametro complessivo del rotore è di 100 m, quindi l'altezza complessiva di ogni impianto è di 155 m;
- sono previsti movimenti di terra fino ad almeno 120.000 metri cubi;
- il volume complessivo dell'impianto è di 18.000 metri cubi, ogni torre ha un volume di circa 1.300 metri cubi e porta sulla sommità una navicella grande circa quanto un autocarro producendo, a regime, 106 dB(A) di rumore, corrispondenti ad un trattore che lavora a pieno regime.
In opposizione a questo progetto si sono riuniti diversi cittadini costituendo il "comitato spontaneo Ariacheta" (ariacheta.blogspot.com), che riprende il nome della vallata dantesca ed è aperto a tutti coloro che hanno a cuore la questione della speculazione eolica e la tutela dell'ambiente. Già, loro ci tengono a specificarlo: "siamo apolitici e non siamo contrari alle energie alternative, ma alla speculazione". E a loro avviso la speculazione si manifesta con le seguenti caratteristiche:
- il progetto prevede movimenti di terra fino ad almeno 120.000 metri cubi;
- il progetto, di potenza pari a 46 MW, contrasta con i contenuti del piano energetico regionale che prevede la realizzazione di impianti in 15-25 località di potenza compresa tra 15 e 25 MW;
- il progetto prevede una revisione della zonizzazione acustica presente negli strumenti urbanistici vigenti, declassando complessivamente un’area significativa fino a comprendere gli insediamenti sparsi abitati, assumendo caratteristiche di “area industriale” in corrispondenza di ogni singolo impianto;
- il progetto contrasta con specifiche disposizioni regionali che reputano l’area non idonea per la realizzazione di impianti eolici;
- il progetto non rispetta i vincoli e le disposizioni degli strumenti di programmazione e pianificazione territoriale;
- il progetto risulta assolutamente banale ed assente sullo studio della componente del paesaggio, incomprensibile e superficiale nell’analisi finale della valutazione dei singoli impatti e delle modalità attraverso le quali vengono valutate le componenti ambientali;
- il progetto non riporta sufficienti dettagli sulle alternative progettuali e non giunge ad un confronto tra queste;
- lo studio di incidenza risulta incompleto per diversi aspetti e superficiale nei contenuti;
- l’eventuale realizzazione del progetto rappresenta una condizione insostenibile di permanenza per tutti gli abitanti dell’area circostante;
- l’eventuale realizzazione del progetto pone fine al mantenimento di quelle forme tradizionali di conduzione agricola che hanno caratterizzato l’area per più di un millennio e che ancora oggi, per condizioni sociali, culturali ed ambientali vengono rispettate.
Lo scorso 2 giugno (festa della Repubblica, ndr) il Comitato ha organizzato la "Prima camminata dell’Ariacheta contro l’eolico industriale"; alla manifestazione hanno aderito un notevole numero di comitati locali oltre ad alcune delle principali associazioni ambientaliste. Duecento persone si sono radunate per un incontro di opposizione al progetto e di informazione sulle energie alternative, ma anche di festa e di solidarietà; dopo una camminata attraverso i boschi per arrivare nei luoghi che saranno soggetti alla possibile realizzazione degli impianti eolici, si sono succeduti gli interventi dei vari rappresentanti con le loro testimonianze. Con particolare attenzione alla concretezza degli argomenti, il Comitato condivide la necessità di limitare il consumo di risorse, di perseguire uno sviluppo sostenibile e consapevole e di ricavare l’energia da fonti rinnovabili. Per queste ragioni sostiene e promuove i seguenti obiettivi in alternativa al progetto industriale proposto:
1. diffusione sul territorio comunale di piccoli impianti (mini eolico, mini idrico, fotovoltaico, biomasse) di potenza non superiore a 20-30 kw ad opera di soggetti privati per soddisfare i propri fabbisogni energetici e per immettere in rete la quota residua;
2. creazione di un “distretto energetico da energie rinnovabili” controllato dai cittadini;
3. opportunità per le aziende agricole di accedere ai contributi specifici nell’ambito del PSR per lo sviluppo di piccoli impianti per la produzione di energia allo scopo anche di consentire una integrazione del reddito sufficiente a mantenere la permanenza sul luogo delle persone che attualmente lo abitano;
4. ampia diffusione dell’ospitalità presso gli insediamenti rurali esistenti allo scopo di una miglior promozione e fruizione del territorio montano;
5. promozione di progetti educativi presso gli insediamenti abitati al fine di promuovere e divulgare i possibili modelli di sviluppo sostenibile e consapevole.
Sempre nel segno della concretezza, particolarmente significativo il racconto di Piero Romanelli: per chi non riuscisse a rendersi conto di cosa significhi avere una pala eolica sulla propria testa, consultare il filmato in rete all'indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=uJRYWdmik6k&feature=channel_page

domenica 16 agosto 2009

San Godenzo: cosa sta succedendo?

Siamo a ferragosto: apparentemente non succede nulla. Salvo che nelle ultime settimane il sindaco neoletto Manni è stato visto al ristorante con l’ingegnere della EDVT, e che in seguito (o forse era prima? Mah!) ha scritto in Regione per sollecitare una decisione; che la ditta è andata a far visita ad alcuni dei proprietari di terreni vicini agli impianti che sono membri attivi del comitato, offrendo loro un viaggetto in Sicilia per vedere da vicino come sono gli impianti che hanno costruito là (chissà se c’è anche una piscina, e se potremmo farcene costruire una qui); che a uno di loro, che forse li ha allontanati senza sufficiente garbo, qualche giorno dopo è capitata un'ispezione a sorpresa della Guardia di Finanza, nella sua azienda agrituristica dove tutto a verifica effettuata era perfettamente in regola - è la prima volta che capita in vent'anni ma si tratta di una casuale coincidenza, sia ben inteso.

E nel resto del paese? Provincia, Regione, Nazione? Dopo il fuoco di batteria contro la Coldiretti (cfr. i post precedenti) in Emilia Romagna Ugo Mazza, del Gruppo Sinistra Democratica, ha presentato un’interrogazione sulla costruzione di impianti eolici industriali nel territorio della Regione, chiedendo di favorire la costruzione di piccoli impianti e progetti sperimentali. Non è un segnale da poco, pare che parte del gruppo si stia schiarendo le idee, speriamo lo stesso avvenga anche in Toscana. Anche da altri partiti, a livello regione e provincia, ci giungono segnali di interesse per la nostra lotta, che speriamo diventino più concreti, e fattivi. Intanto sul crinale - vicino alla Futa mi dicono - gli anemometri spuntano come funghi... e tanti altri piccoli episodi, che sarebbe lungo riassumere qui ma che vi invitiamo a ricercare, indagando tra le nostre news o su viadalvento.

Il Consiglio del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi affronta la questione del progetto dell’impianto eolico industriale di San Godenzo

(Resoconto di L.V.)

Il 30 luglio si è tenuta una seduta del Consiglio Direttivo del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Tre membri del comitato Ariacheta (Paolo, uno dei proprietari all’interno del Parco, Pierangelo, guida ufficiale del Parco e proprietario, e chi scrive, cronista del comitato) hanno trovato il tempo di assistervi: saliti in macchina siamo scesi a Dicomano e poi risaliti fino al passo di Croce a Mori, nelle cui prossimità abbiamo scoperto un simpatico anemometro (visto che piazzarli costa parecchi soldini è evidente che qualcuno pensa di metterci delle pale: abitanti dei paraggi, per caso voi ne sapete qualcosa?), e poi ridiscesi a Pratovecchio.
Nel palazzo sede del Parco, seduti attorno al tavolo del consiglio troviamo diversi amici dell’Ariacheta, che abbiamo conosciuto alla passeggiata del 2 giugno o in successive occasioni (c’è anche Alberto Conti, presidente del WWF Forlì). Il presidente del Parco Nazionale, Luigi Sacchini, con grande gentilezza, cambia l’ordine del giorno per permetterci di ascoltare quanto ci preme e poi lasciarci liberi.
Nevio Agostini introduce il tema torri eoliche e cede la parola al dott. Gennai, il tecnico che sta valutando il progetto dal punto di vista del parco. Non entro nel dettaglio, ricordo solo che a suo tempo, quando il progetto dell’impianto eolico industriale era stato presentato in Regione, l’Ente Parco non era stato informato (con grave lacuna procedurale) e aveva quindi, in seguito anche alle sollecitazioni del comitato Ariacheta, richiesto di riceverne gli elaborati. Ora questi elaborati sono in fase di attenta valutazione e se il progetto, già monco e zoppo di suo, arriverà al punto di essere dibattuto in opportuna sede – se ho capito bene alla Conferenza dei Servizi - allora il Parco prenderà posizione.
La parola passa quindi a Roberto Tinarelli, l’amico ornitologo presidente dell’ASOER, che presenta una relazione sull’impatto dell’impianto sull’avifauna del Parco, in cui ribasce la sua valutazione di estremo pericolo (ci ha promesso per il blog un documento di sintesi, ma già sul sito del Comitato Montedeicucchi trovate una sua relazione analoga, cfr. i nostri link).
Segue un breve dibattito: qualcuno dei consiglieri (ricordo Crudele) avrebbe preferito uno schieramento chiaro e intransigente da subito, ma il Presidente, che probabilmente ha maggiore riguardo per i delicati equilibri politici che ruotano attorno a tutta la faccenda, ha preferito di riservarsi di intervenire a tempo debito, quando le carte saranno in tavola. Sembra non sia necessario nemmeno dirlo: il parere sarebbe, allo stato attuale del progetto, negativo. A questo punto Sacchini, riassumendo la questione, dice che il Parco sarebbe disponibile ad accogliere un'eventuale domanda, da parte dei proprietari confinanti, di entrare a far parte del territorio del Parco - cosa che è facile per me arguire potrebbe giovare alla battaglia contro l’eolico industriale. Terminato il dibattito del Consiglio su questo punto, mi è sembrato doveroso chiedere la parola al Presidente, che gentilmente me l’ha concessa, e ho così potuto portare al Consiglio un breve saluto da parte dell’Ariacheta (e credo ora di poter aggiungere ora il CNP e tutte le associazioni che ci sostengono, Italia Nostra, WWF, CAI, Mountain Wilderness, Altura…), che nel Parco vede un importante alleato, esprimendo quindi la speranza di avere presto un incontro in cui si possano gettare le basi, almeno per quello che riguarda la nostra porzione di Parco sangodenzina, per una maggiore collaborazione, collaborazione che finora è stata, come si sa, difficoltosa, e non per mancanza di attenzioni da parte del Parco. Il comitato Ariacheta può e credo voglia (ma questo è da verificare tra di noi!) restare una realtà civica attiva nella tutela del territorio, anche al di là della questione torri eoliche. Tocca a noi a questo punto rivolgere un invito al Parco, proponendo argomenti di reciproco interesse ( per esempio: l’allargamento dei confini del Parco su cui alcuni di noi stanno già concretamente meditando, eventi, partecipazione degli agriturismi e della popolazione). Ecco, ancora saluti e buone ferie a tutti.

Che altro dire? Per cominciare invitiamo tutti gli amici dell’Ariacheta a:

a) leggere Crinali, il periodico d’informazione del Parco (raccomandabile: per riceverlo gratuitamente basta farne domanda a info@parcoforestecasentinesi.it)

b) frequentare il Parco e scoprire le sue meraviglie e a “sentire” la sua presenza dentro di noi. Non può fare che bene, a noi e alla nostra causa.

c) provare a immaginare e proporci, in quanto comitato di ispirazione ecologica e ambientalista, in quale modo il Parco possa diventare anche una nostra casa, proteggerci e tutelarci, e in quale modo noi possiamo prenderci cura di lui e dei suoi protetti, animali, vegetali e minerali.

Riceviamo dall’Ufficio stampa Giunta Regione Emilia-Romagna

22/07/2009 Varato il Programma triennale per il sistema regionale delle aree protette e dei siti della rete natura 2000

Bologna – (...) L’assessore Lino Zanichelli nel suo intervento in Assemblea ha posto l’accento sul recentissimo documento pubblicato dalla Commissione UE a proposito dello stato della biodiversità in Europa, dal quale emerge – ha detto Zanichelli – una situazione preoccupante per la salvaguardia di alcuni habitat e per la mancanza di conoscenza di numerosi sistemi naturali, tanto da portare l’Unione Europea a spostare dal 2010 al 2020 l’obiettivo per arrestare la perdita della biodiversità.

“Noi abbiamo scelto – ha concluso l’Assessore – di investire nel riequilibrio naturale e nella qualità del territori – e lo facciamo con un programma che offre una chance in più per affrontare la crisi e rendere l’Emilia-Romagna una regione ancora più competitiva, sicura ed attraente.”
Le novità del nuovo Programma triennale 2009-2011:

(…) saranno ampliati gli strumenti di coinvolgimento degli agricoltori nella gestione dei parchi, contenute le specie faunistiche in forte soprannumero e varate azioni di sistema per promuovere i parchi soprattutto nel rapporto tra zone a turismo sviluppato e le zone, come sono quelle del crinale, ricche di grandi potenzialità ma ancora poco conosciute. 

Per questo, nei giorni scorsi è stato varato un Protocollo di intenti con le Regioni Toscana e Liguria per sviluppare iniziative coordinate sia per la conservazione che per la promozione dei Parchi del crinale appenninico.

venerdì 14 agosto 2009

Stampa e informazione eolica

Cari amici, scusate se il post è molto lungo, ma a nostro avviso permette di farsi un'idea sulla situazione e le modalità della comunicazione sul e del movimento contro le torri eoliche. Per chi arriva fino in fondo c'è anche un contentino... le conclusioni, crediamo per nulla negative, le lasciamo trarre a ciascuno da sé.

1. Lettera di Bruno

Riceviamo e pubblichiamo:

Cari amici dell'Ariacheta,
ho partecipato alla passeggiata sel 2 Giugno, e sono assolutamente dalla vostra parte. Sono anche socio di Legambiente (circolo di Ravenna), nonchè Guardia Ecologica della Provincia di Ravenna, e quindi mi sono rivolto anche a loro (Legambiente), per vedere se questa associazione "ambientalista" puo' fare qualcosa per la vostra (nostra) causa. Il presidente del circolo di Ravenna si e' rivolto ai regionali di Emilia Romagna e Toscana. Come risposta purtroppo abbiamo ricevuto il seguente comunicato stampa, che vi giro.

E' semplicemente sconcertante...
Ciao.

Roma, 15 luglio 2009 Comunicato stampa: Eolico sotto accusa - Legambiente: “Assurdità senza senso nell’interesse delle lobby del carbone e del nucleare. L’eolico serve all’Italia e al Pianeta. Abusivismo, cave, e inutili colate di cemento sono il vero scempio del paesaggio”

“Coloro che boicottano lo sviluppo dell’eolico non fanno l’interesse del Paese né quello dell’ambiente. Piuttosto sembrano agire per quello delle lobby del carbone e del nucleare, fonti che non aiuteranno certo l’Italia a ridurre inquinamento e CO2 e a rispettare gli impegni presi nello lotta al mutamento climatico”.
Legambiente replica così alle accuse mosse da alcune associazioni nel corso di una conferenza stampa organizzata per ribadire che l’energia eolica rappresenta un elemento di devastazione del paesaggio nazionale.
“E’ stupefacente che, mentre in tutto il mondo ci si confronta sui cambiamenti climatici per capire le conseguenze di un aumento delle temperature dovuto alla crescita dei gas serra e si cerca di trovare un accordo internazionale che impegni i Governi a ridurre le emissioni e a condividere tecnologie e soluzioni – prosegue Legambiente – qualcuno in Italia faccia la guerra all’eolico, praticamente la fonte che a livello mondiale è in maggiore e costante crescita (+22% di crescita annua) e che in molti Paesi europei è già un pezzo importante degli approvvigionamenti elettrici come in Danimarca ( 20%), Spagna (12%), Portogallo (9%) e Germania (7%)”.
A chi sostiene che l’eolico non serve perché produce poca energia Legambiente ricorda che secondo l’ultimo rapporto di Terna nel mese di maggio la produzione di energia elettrica dall’eolico in Italia è aumentata del 12,3% rispetto al 2008 e che ha oramai ampiamente superato quella da geotermia. Invece per il leitmotiv secondo il quale “l’eolico devasta il paesaggio italiano” l’associazione ambientalista replica che le norme regionali già in vigore impediscono la realizzazione d’impianti eolici in larga parte delle aree vincolate cosa che non viene fatta con altrettanta attenzione nel caso di progetti di autostrade, centrali elettriche da fonti fossili, consumo di suolo e cave. Tra l’altro, sottolinea Legambiente, non esiste alcuna indagine internazionale che mostri evidenza delle accuse fatte sulla messa a rischio delle aquile e in generale dell’avifauna.
“Invitiamo queste persone – continua la nota di Legambiente - sicuramente disinformate e con un evidente strabismo rispetto alla situazione ambientale del Paese, a leggersi i nostri ultimi rapporti sulle Ecomafie e sull’abusivismo costiero, sulle 6mila attive e 10mila abbandonate cave in Italia e ad andarsi a fare un giro per i cantieri autostradali nel Nord Italia e nelle periferie delle città italiane: 3 milioni di alloggi costruiti negli ultimi 10 anni di cui il 10% abusivi. Forse capirebbero qualcosa dei veri problemi del paesaggio italiano e supererebbero un approccio snobistico e superficiale a questioni vere”.
Legambiente continuerà il suo impegno a favore dell’eolico in ogni sede, anche in tribunale come è successo a Scansano in Toscana e di una sua forte diffusione compatibile con l’ambiente e il paesaggio italiano. “Intanto – conclude l’associazione - festeggiamo una notizia arrivata proprio in questi giorni: in Italia si è superata la soglia di 4000MW, sono esattamente 4067, in circa 250 Comuni italiani su 8 mila”. L’Ufficio Stampa Legambiente


verrebbe da ridere, se non ci fosse in gioco tutto quello che sappiamo. Comunque: questo comunicato è dello stesso giorno della "Giornata mondiale del vento", propugnata con larga dovizia di mezzi dai costruttori di torri (ovvero ANEV: presidente, guarda un po' mr. Vigorito, quello del simpatico video "La truffa eolica", autore La7, lo potete vedere su youtube), nientemeno che a Villa Borghese a Roma, e su tutte le testate stampa e televisive nazionali - i servizi a favore dei nuovi zarini dell'energia e le pubblicità in quei giorni li abbiamo visti tutti... chi scrive ha avuto la pazienza di spulciarsi il ricchissimo e articolatissimo programma di quei giorni "pro-vento" e non ha trovato una, che fosse una tra più di cento, sola voce fuori dal coro - che ammettesse una qualunque forma di problematicità legata alle pale, o in difesa di animali e persone danneggiati... andate a controllare, cercate su google "giornata mondiale del vento".
lv

2. Un caso di censura preventiva?

Dall’amico Antonio Borsotti abbiamo ricevuto questa mail:
"Vi invio articolo scritto qualche settimana fa per il giornale Edelweiss, trimestrale della sezione CAI di Ravenna, il cui comitato direttivo ne ha impedito (forse per l'accenno alla mafia?) la pubblicazione sul proprio giornale". Leggendolo, aggiungiamo noi, non si trova nulla che contrasti con le linee guida del CAI, anzi, proprio a quelle è ispirato. Ci chiediamo, e chiediamo dunque a chiunque voglia risponderci a cosa siano dovuti simili censure.
Ovviamente lo pubblichiamo noi, fosse anche solo per mostrare come non vi fosse nulla di sovversivo:

Energia eolica: contraddizioni ambientali

• La mafia allunga le mani sull’energia eolica. Da notizie di stampa del Febbraio scorso, politici e imprenditori avrebbero stretto accordi con la mafia per la realizzazione di alcuni impianti eolici nel territorio di Mazara del Vallo. Si tratta di appalti per milioni di euro ed erogazione di finanziamenti pubblici presumibilmente finiti nelle tasche di Cosa nostra. Inoltre impianti superiori ai 200 kW di potenza consentono l’accesso ai “certificati verdi”che prevedono incentivi sull’elettricità prodotta per la durata di 15 anni.
• Eolico selvaggio nell’Appennino umbro-marchigiano? Così dalla rivista del CAI (Club Alpino Italiano) di Gennaio: aree montane di rilevante interesse paesaggistico, naturalistico e storico-culturale rischiano di essere devastate da velleitari progetti di industrializzazione della montagna “venduti”, con astute forme di ricatto, ai piccoli comuni montani. La proliferazione selvaggia si deve al generosissimo sistema dei “certificati verdi”, che in Italia incentiva profumatamente le energie da fonti rinnovabili.
• Gli impianti vengano installati anche in parchi e aree protette. Questa è la richiesta della cooperazione toscana (Legacoop, Confcooperative e Agci) riportata da Il Resto del Carlino del 3 Marzo 2009. In sostanza si chiede di aumentare il limite d’altezza delle pale e soprattutto la possibilità di installare impianti in zone agricole ed edifici storici, tra uliveti e vigneti di pregio, casali rustici e pievi romaniche, indipendentemente dalla collocazione in aree protette o parchi.
• Megaimpianto eolico sull’Appennino tosco-romagnolo. Il progetto nel comune di San Godenzo (FI) è già stato presentato in regione Toscana, si colloca tra il passo del Muraglione e il monte Peschiena, ai margini del parco delle foreste casentinesi, a poca distanza dalle cascate dell’Acquacheta. Prevede 14 torri eoliche, una ogni 350 m, alte 155 m complessivi (come un grattacielo di 52 piani), con pali di 105 m, navicella di 62 tonnellate, pale di 100 m di diametro. Movimenti di terra per 120.000 metri cubi e relativo traffico di cantiere, con la costruzione di strade larghe almeno 5 m al posto di sentieri, mulattiere e tracciati storici. Un imponente elettrodotto. Rumorosità delle torri fino a 106 decibel ciascuna, paragonabile a un trattore a pieno regime.
Vicende di ordinaria follia sempre più frequenti indotte da un sistema incentivante squilibrato, basato sui “certificati verdi” attestanti la produzione di energia da fonti rinnovabili. Si tratta in pratica di titoli negoziabili attribuiti all’energia prodotta da fonti rinnovabili in impianti entrati in servizio o ripotenziati a partire dal 1 Aprile 1999, introdotti dal D.lgs n. 79/99 conosciuto come decreto Bersani.
I possessori dei certificati possono rivenderli, a prezzi di mercato a industrie o attività che sono obbligate a produrre una quota di energia mediante fonti rinnovabili ma non lo fanno autonomamente. La normativa italiana, discostandosi da esperienze di altri Paesi, concedeva questi sussidi anche alle fonti cosiddette assimilate alle rinnovabili (?) tanto che parte dei fondi sono stati destinati in modo controverso anche ad attività quali la combustione di scorie di raffineria, sanse e incenerimento di rifiuti.
Il paradosso è che per esempio scarti di raffineria, per il cui smaltimento in tutto il mondo i produttori si accollano dei costi, in Italia vengono bruciati ricevendo anche dei finanziamenti. Successivamente un secondo decreto Bersani ha corretto (per il futuro) questo errore eliminando le “assimilate” e mantenendo unicamente il termine rinnovabili.
Con l’abbassarsi dei costi tecnici d’impianto l’incentivazione diventa eccessiva generando ulteriori distorsioni come nel caso dell’eolico in cui l’abnorme crescita dei margini di profitto giustifica impianti ben al di sotto della soglia minima di produzione e comporta direttamente l’ampliamento delle aree del territorio nazionale dove è conveniente installare un impianto, innescando la corsa all’eolico selvaggio degli ultimi anni.
Ancora una volta affidarsi unicamente alle presunte virtù miracolose del mercato per evitare l’intervento diretto dello Stato si rivela fallace e controproducente, i “certificati verdi” non solo non garantiscono una incentivazione equilibrata ma favoriscono l‘arrembaggio ad un settore promettente, quello dell’energia eolica, che potrebbe rappresentare il futuro dell’industria energetica, se accompagnato da altri metodi e sottoposto ad un più coerente indirizzo e controllo pubblico, uniformando le procedure autorizzative e introducendo garanzie trasparenti per eliminare le diversità e la farraginosità delle prassi attualmente in essere nelle varie Regioni.
In conclusione sposo e ripropongo il rispetto dei presupposti indicati dal CAI (Club Alpino Italiano) per l’installazione di impianti eolici per la produzione industriale di energia:
1. Il sito presenti ampiamente, con verifiche pluriennali, le caratteristiche di ventosità annua necessarie al funzionamento economico degli impianti e sia in zona individuata dai piani energetici nazionali e regionali e dai conseguenti piani di settore.
2. La zona non si trovi in posizioni protette dalle vigenti legislazioni nazionali o regionali.
3. Siano presi tutti gli accorgimenti di valutazione affinché ragionevolmente il bilancio ambientale costi/benefici renda consigliabile l’insediamento.
4. Che in tutte le fasi significative del progetto sia presentato il progetto esecutivo e non elaborati di massima o progetti incompleti.
Antonio Borsotti


3. Rivista del CAI e Nunatak

infine, vivaddio, due buone notizie:

é uscito sulla Rivista del CAI numero di luglio-agosto un articolo di Aldo Anzivino intitolato Torri eoliche che racconta della nostra passeggiata e della nostra lotta, dunque un chiaro segnale che il CAI ci è vicino.

E poi c’è un articolo di chi scrive sul numero 15 di nunatak (estate 2009), rivista di storie, culture, lotte della montagna, dal titolo Pale Nere, che racconta la vicenda dell’Ariacheta. Nulla di nuovo per chi ci conosce, ma può essere un testo in più per farci conoscere e spiegare la questione delle pale in Mugello … (Tutti i numeri della rivista si possono scaricare dal sito www.ecn.org/peperonenero, mail: nunatak@autistici.org)
lv

I dati ufficiali della produttività dell'eolico nel 2008, in Toscana e in Italia

Pubblicati i dati ufficiali della produttività dell'eolico nel 2008, in Toscana e in Italia:
Sono in funzione 3 impianti che hanno funzionato tutto l'anno (non si considera ancora la centrale di Pontedera) per una potenza di 28,1 MW che hanno prodotto 36 GWh, pari a un rendimento di 1285 ore annue equivalenti ovvero un'efficienza del 14%. Un rendimento così basso è sicuramente da attribuirsi ai problemi della Centrale di Scansano, che è stata ferma per un mese per motivi burocratici ed ha avuto anche numerosi problemi tecnici.
In Italia la potenza efficiente al 2008 degli impianti eolici è pari a 3.537 MW, la produzione è stata di 4.861 GWh le ore di utilizzazioni equivalenti pari a 1.413 con un rendimento del 16% (calcoli del GSE).
Bene, non ci sembra ci sia bisogno di fare commenti.

I dati ufficiali della produttività dell'eolico nel 2008, in Toscana e in Italia

Pubblicati i dati ufficiali della produttività dell'eolico nel 2008, in Toscana e in Italia:
Sono in funzione 3 impianti che hanno funzionato tutto l'anno (non si considera ancora la centrale di Pontedera) per una potenza di 28,1 MW che hanno prodotto 36 GWh, pari a un rendimento di 1285 ore annue equivalenti ovvero un'efficienza del 14%. Un rendimento così basso è sicuramente da attribuirsi ai problemi della Centrale di Scansano, che è stata ferma per un mese per motivi burocratici ed ha avuto anche numerosi problemi tecnici.
In Italia la potenza efficiente al 2008 degli impianti eolici è pari a 3.537 MW, la produzione è stata di 4.861 GWh le ore di utilizzazioni equivalenti pari a 1.413 con un rendimento del 16% (calcoli del GSE).
Bene, non ci sembra ci sia bisogno di fare commenti.

giovedì 30 luglio 2009

Sull’approvazione dell’impianto industriale eolico del Carpinaccio (Firenzuola)

Riceviamo e pubblichiamo, visto che ci riguarda da molto vicino...

Nonostante la Toscana nelle sue linee guida abbia indicato come aree critiche il passo della Raticosa, Sassi di S.Zanobi e della Mantesca (area 35), la conca di Firenzuola (area 37) o non opportune ( aree 37-38), così come il Muraglione-Acquacheta (area critica 39, non opportuna 43), continuano a passare progetti di impianti che fermeranno i migratori e uccideranno i rapaci, sconvolgeranno paesaggisticamente una zona che farà da apripista ad uno sconvolgimento maggiore, una fascia di crinali che tagliano l'Italia del nord da quella centrale da est a ovest risulterà completamente "impalata".

Sul sito www.comitatomontedeicucchi.it potete richiedere l'allegato di cui si parlava nella delibera di giunta precedente, pubblicato sul BURT (pagg 33-47) con una serie di riunioni fatte a giugno e con una conferenza del 23.6.09 si è passati dalla pronuncia negativa del 18.2.09 ad una positiva, viste le prescrizioni richieste.

Non ho capito come il monitoraggio sull'avifauna presentato dalla ditta a dicembre 2008 e risultato evidentemente insufficiente, visto che a febbraio 2009 il progetto veniva bocciato, divenga invece soddisfaciente qualche mese dopo (p. 40 e 41). Da notare come a p. 41 si parli della possibilità di istituire "un percorso escursionistico del vento" (p.41 osserv.4): sicuramente, per lo meno a Firenzuola, far poco non resterà altro da fare, vista la marea di pale che il Comune si ritroverà (ma pare che le volesse, quindi....). Il Comune potrebbe istituire anche un percorso di birdwatching e far fare il monitoraggio a chi si iscrive....

Faccio parte del Comitato Monte dei Cucchi, il nostro impianto in valutazione pur essendo in Emilia, ha la prima pala che dista circa 500mt dal confine con Firenzuola e qualche chilometro da questo del Carpinaccio. Poco oltre il confine del comune di Barberino di Mugello. Dalla cima del Monte dei Cucchi possiamo vedere e contare bene le 16 pale dell'impianto di Casoni di Romagna, già in funzione (e quando funziona, possiamo tranquillamente vedere le pale girare, anche se dista svariati chilometri in linea d'aria).
La stessa società European Windfarm Italy - già socia a Monte Vitalba (PI) della proponente del nostro, AGSM - ha avuto risposta negativa (ma potrà senz'altro ribaltarsi come in questo caso) a fine giugno anche per un altro impianto in zona, Monte Spicchio e Citerna, due montagne che si trovano presso il valico autostradale c/o Roncobilaccio (comune di Barberino di Mugello), cioè vicinissime al nostro progetto.
Abbiamo notizia di un'altra convenzione che il Comune di Firenzuola avrebbe stipulato, sempre per crinali limitrofi, quelli che dal monte Bastione corrono verso la Futa (quelli paralleli all'A1 fra Pian del Voglio e Roncobilaccio).

Vi allego anche un articolo di ieri de La Nazione, dal quale trapare che alla fine la società ce l'ha fatta, con le sue rimostranze di marzo 2009 (ve le allego in un'altra mail) sui monitoraggi, alla fine l'ha spuntata....
un saluto a tutti am
(Comitato Monte dei Cucchi)

Dibattito a Borgo San Lorenzo sul recupero della montagna

riceviamo e pubblichiamo (con un po' di ritardo) dagli amici di Campanara l'invito a partecipare a un dibattito che ci riguarda da vicino.
Qualcuno dell'ariacheta ci sarà senz'altro, visto che ci hanno invitato a dire la nostra. PIù siamo meglio è, va da sé.


FESTA DI LIBERAZIONE
BORGO SAN LORENZO - FORO BOARIO


Giovedì 30 luglio 2009 ore 21.15 SPAZIO DIBATTITI


confronto pubblico sul tema

RIPOPOLAMENTO DELLA MONTAGNA
E PROGETTO DI AUTORECUPERO
ALTA VAL DI SENIO – CAMPANARA


Intervengono:

l’Associazione “Nascere Liberi” e i tecnici del Progetto
Eugenio Baronti, Assessore Regione Toscana, Università Ricerca Casa
Mario Lastrucci, Assessore Comunità Montana Mugello-Alto Mugello
rappresentanti del
Foro Contadino
Rete Italiana Villaggi Ecologici (RIVE)
Comitato Ariacheta di San Godenzo

coordina
Sandro Targetti della federazione Fiorentina di Rifondazione Comunista.

mercoledì 22 luglio 2009

Postilla alla piccola ricerca di Basilio

Come forse qualcuno di voi avrà notato la "Piccola ricerca" di Basilio (che potete leggere nel post precedente) era inizialmente apparsa come link anche su viadalvento, il sito di raccordo tra tutti noi che ci schieriamo contro l'eolico industriale. Dopo due ore è stata tolta, perché il CNP ha deciso che non era il momento di affondare i denti (l'immagine è mia) nella succulenta polpa della speculazione. La cosa è molto comprensibile e spiegabile, e non significa proprio nulla: quello che ha scritto Basilio resta facilmente verificabile, basta fare come ha fatto lui e smanettare un po' su internet. A occhio e croce non c'è nulla di infamante o diffamatorio, per cui non credo che quelli dell'Anev vorranno adire per vie legali.
Chi scrive vede in tutto ciò una piccola scaramuccia prima della battaglia e, visto l'equilibrio delle forze in campo, comincia a credere che ci sarebbe di che spaventarsi - o no?
l.v.

domenica 19 luglio 2009

Una piccola ricerca (sul caso Coldiretti)

Cari amici dell'Ariacheta e del CNP e associazioni tutte, nel caso foste rimasti amareggiati dalle bordate dell'ANEV & soci in seguito alla conferenza stampa Coldiretti, vi giro un msg di Basilio, un amico del tutto "fuori dal giro", che facendo un po' di elementare controinformazione mi ha offerto grande conforto, perché dimostra che, per chi lo voglia vedere, come sempre il re è nudo.
L.V.


UNA PICCOLA RICERCA

Da: basilio (...)
Oggetto: Per Luca, una piccola ricerca.
Data: Domenica 19 luglio 2009, 02:24

Caro Luca, questa sera leggendo l'articolo che mi hai segnalato sul sito greenreport (mi riferisco a questo: http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=20622) sono rimasto sorpreso delle reazioni così stizzite e simili nella sostanza rilasciate da enti e associazioni. Ciò mi ha insospettito: ho perso un'oretta per capire
meglio, ed ho scoperto che i tanti attacchi alla fine provengono da un'unica mente o gruppo d'interesse.
Il primo attacco veniva dall'Associazione Aper che rappresenta i produttori dell'energia eolica e naturalmente nel loro direttivo sono presenti i maggiori produttori Italiani di energia da fonti rinnovabili.
Poi l'Ecodem, gli ecologisti democratici del PD, e per loro parla il senatore Francesco Ferrante ( vedrete che salterà fuori tante volte) qui troviamo anche il senatore Edo Ronchi ed Ermete Realacci.
A seguire vi attacca l'Ises, che è un'associazione mista pubblico-privato, formata dagli stessi produttori e costruttori (ANEV) che si occupa di divulgare l'energia sostenibile.
Addirittura vi attacca Greenpeace italia il suo presidente Giuseppe Onufrio già direttore dell'ISSI (EDO RONCHI PRESIDENTE ONORARIO) poi diventata fondazione per lo sviluppo sostenibile, presidente ancora Edo Ronchi il quale non si è presentato alle elezioni del 2008 per dedicarsi a tempo pieno alla fondazione. In questa fondazione naturalmente tra i soci fondatori c'è l'ANEV, nel comitato di presidenza c'è Catia Bastioli (poi vi dirò chi è) e Simone Togni segretario generale dell'ANEV. E naturalmente il senatore Francesco Ferrante.
Vi attaca anche il Kyoto Club (ahahahah) chi è il presidente? Catia Bastioli già nel consiglio dell'ISSI, il vice presidente del Kyoto Club indovinate chi è? Il senatore Francesco Ferrante ( c'è ancora più avanti) e nello stesso club ci sono anche Pistorio e Silvestrini, quest'ultimi 2 fanno parte della società EXALTO che producono minieolico, Silvestrini addirittura è presidente.
Naturalmente non poteva mancare Legambiente, chi c'è nella segreteria nazionale? Naturalmente l'instancabile Senatore del PD Francesco Ferrante. Vi attacca poi Lifegate, che si occupa di vendere l'energia prodotta dall'eolico ai consumatori finali.
Per concludere l'Anev: qui bisogna dire che il presidente è Oreste Vigorito presidente anche del Benevento calcio è l'uomo più ricco e potente in Campania grazie all'Eolico, sostenitore e finanziatore della campagna elettorale del suo amico Clemente Mastella, ha iniziato con capitali nippo-americani, poi ha usufruito di contributi pubblici di centinaia di milioni di euro, la sua società IVCP è la prima in Italia per produzione di energia eolica davanti ad Enel ed Edison, indagato per truffa aggravata dalla procura di Avellino e collegato anche per il più grande parco eolico italiano che si sta costruendo ad isola Capo Rizzuto insieme alla cosca del Boss Arena (48 pale a deturpare uno dei posti più belli della Calabria). Per concludere vi auguro di avere successo, come potete notare gli avversari più agguerriti sono proprio quelli che dovrebbero stare dalla parte di chi subisce soprusi ed invece... insomma il solito magna-magna all'italiana, spero che questa mia piccola ricerca vi possa aiutare a capire contro chi dovete lottare. Io inizierei a sputtanare quel simpaticone di Francesco Ferrante, attacco diretto e frontale.
Basilio

sabato 18 luglio 2009

eolico insostenibile

è il titolo del nuovo video di Hazzini-Vitali sulle sventure dell'eolico dietro casa, presentato a Roma alla conferenza Coldiretti. Come sapete siamo andati da Piero e abbiamo cercato di capire e mostrare il suo disagio quotidiano. Vorrebbe essere il primo capitolo di un'indagine più ampia: se vi piace ci incitate ad andare avanti.
Sono 5'45", fate girare il link il più possibile, è uno dei pochi strumenti che abbiamo e una testimonianza che dice più di tante parole. Basta digitare "eolico insostenibile" su google e esce il link su youtube.
Su, avanti, muovete i ditini, che tocca a voi.
l.v.

Roma, Coldiretti: un convegno indigesto - Comunicato di Fabio Valentini

Amici dell'ariacheta, che dire? Nulla, dice già tutto molto bene e in poche parole Fabio Valentini (lo abbiamo conosciuto alla passeggiata del 2 giugno), nel comunicato di Mountain Wilderness.


Una simile levata di scudi contro gli avversari dell'eolico non si era mai vista, questa volta dobbiamo proprio aver pestato la coda a qualcuno. Accusati di falsità e di poco nobili secondi fini, di essere filogovernativi e sciagurati devastatori del clima contro il protocollo di Kyoto, ce n'è abbastanza per candidarsi alle prossime elezioni...
Eppure i numeri sono lì, a disposizione di tutti, solo che ognuno li interpreta come meglio crede, oppure ne interpreta solo una parte. Andateli a vedere i numeri, e poi traete le vostre conclusioni. Andate a vedere ad esempio l'atlante eolico d'Europa all'indirizzo Internet http://www.windatlas.dk/Europe/landmap.html e guardate come l'Italia sia il paese europeo meno ventoso in assoluto, o ancora l'atlante eolico interattivo del CESI (http://atlanteeolico.cesiricerca.it/viewer.htm) dove si vede che le zone più ventose in Italia sono le coste, e non le montagne. Oppure andate a vedere gli incentivi europei, che mostrano chiaramente come la tanto declamata competitività economica sia dovuta ai soldi pubblici, cioè ai nostri; insomma, paghiamo per produrre l'energia che poi ricompriamo, pensate un po' chi ci guadagna.
I numeri sono interpretabili ma le parole no. Le parole dicono che le bugie stanno altrove.
Le parole dicono che non è vero che siamo contrari all'eolico, siamo contrari a QUESTO eolico: nessuno si sognerebbe mai di essere contrario a costruire case, ma se queste vengono costruite dove è vietato o pericoloso è giusto opporsi. Siamo contrari all'eolico nelle aree protette, come si sta cercando di far passare; siamo contrari all'eolico di grandi dimensioni, li chiamano "parchi" ma sono a tutti gli effetti strutture industriali; siamo contrari soprattutto al cosiddetto "eolico selvaggio", dove si costruisce senza un progetto complessivo, come costruire le case senza un piano regolatore.
Le parole dicono che convivere con l'eolico per qualcuno non è facile. Andate a vedere sul sito www.viadalvento.org l'intervista a Piero Romanelli, un agricoltore biologico che abita a quattrocento metri dalle torri di un impianto eolico, e sentite le sue parole; un giorno potrebbe capitare anche a voi. Eppure qualcuno ha detto che non fanno alcun rumore, forse quegli stessi che scrivono di Kyoto dai loro uffici climatizzati.
Le parole dicono che qualcuno ha sempre bisogno di trovare un nemico, chi non è con me è contro di me; così chi è contro l'eolico automaticamente è favorevole al nucleare. Siamo in Italia. Qui nessuno può avere un pensiero proprio, o sei schierato con questo oppure con quello. Non esistono associazioni libere, con un bilancio annuale pari allo stipendio di un impiegato tecnico di medio livello, equidistanti dalle forze politiche che cercano il dialogo con tutti sui temi e non sulle alleanze.
E allora andate a vedere i numeri, ma ascoltate anche le parole, prima che il vento se le porti via. E poi fatevi un'idea vostra, senza vergognarsi di averne una, e se ci credete sostenetela. Questo è quello che facciamo noi.

Fabio Valentini, segretario di Mountain Wilderness Italia

venerdì 10 luglio 2009

Mercoledì 15 luglio 2009 - Centro Congressi Rospigliosi - Roma

L'ariacheta, insieme ai promotori tutti, invita tutti gli amici a partecipare alla prima conferenza stampa nazionale contro la speculazione dell'eolico industriale:

COLDIRETTI, AMICI DELLA TERRA, MONTAIN WILDERNESS, ALTURA, VAS, WILDERNESS ITALIA, MOVIMENTO AZZURRO, COMITATO PER IL PAESAGGIO, COMITATO PER LA BELLEZZA, FARE VERDE, ITALIA NOSTRA

I PALAZZINARI DELL’ENERGIA
La speculazione dell’eolico

Per la prima volta i conti in tasca di chi vuole svendere
il territorio e devastare il paesaggio per briciole di elettricità


Lo sviluppo delle energie rinnovabili è necessario per un futuro libero da ricatti energetici e da rischi incontrollati per l’ambiente del Pianeta e per la società. Tuttavia non ci sarà alcuno sviluppo positivo consentendo speculazioni e spreco di denaro degli utenti per installazioni, come le torri eoliche, che non potranno fornire alcun contributo risolutivo al fabbisogno dell’energia, mentre, già oggi, danneggiano in modo irreversibile il paesaggio naturale, culturale e agricolo su cui si fonda l’identità della nazione. Un gravissimo pericolo incombe sull’immagine, il significato e l’economia di boschi, colline, coste lacustri, montagne, fauna selvatica, borghi storici, testimonianze archeologiche. Per consentire un adeguato sviluppo delle energie rinnovabili, utili e promettenti (ad esempio solare e biomasse) senza devastazione ambientale e senza speculazione occorre subito riformare le regole di incentivazione, stabilire rigorose linee guida a tutela del paesaggio e investire il più possibile in efficienza energetica. È necessario fermare uno sviluppo selvaggio dell’eolico, l’ultima delle speculazioni territoriali, la più insidiosa rispetto a quelle tradizionali perché dipinta di verde.

Partecipano Sergio Marini (Presidente Coldiretti), Carlo Ripa di Meana (Presidente Comitato italiano per il Paesaggio), Rosa Filippini (Presidente degli Amici della Terra), insieme agli altri esponenti delle organizzazioni promotrici.

Mercoledì 15 luglio 2009, ore 10,00 - Via XXIV Maggio, 43 - Centro Congressi Rospigliosi - Roma

per info, scrivete all'ariacheta o al cnp

mercoledì 8 luglio 2009

Lettera da Dimitri sulla passeggiata del 2 giugno

Salve a tutti amici del comitato, mi chiamo Dimitri e vivo e lavoro in Abruzzo (riviera) e ho partecipato con felicità alla passeggiata del 2 giugno su invito dei gestori del Camping Acquacheta di cui sono particolarmente affezionato.
Ho 38 anni da oltre 20 godo dei piaceri che mi regalano questi posti, io rappresento il cliente, l'abitudinario e colui che si fa 350 km per salire.
L'Acquacheta a me ha dato tanto, esperienze indelebili, la sperimentazione personale
di ricreazione alternativa, ho imparato ha conoscere i rumori del bosco, dell'acqua
condiviso con il piacere di buoni amici, di buona cucina, di buon vino e una chitarra che strimpella.
Mi sembrava il minimo partecipare, minimo minimo !! Io ho ricevuto tanto
da questi posti è alla notizia che si è diffusa di questo scempio, di questa porcata
mi sono adoperato per quel che potevo dalle mie limitate possibilità di divulgare
cosa stava accadendo (ricevendo pochi riscontri) da chi come mè ha goduto
e continua a godere del nostro meraviglioso appennino (...)
è stato comunque un risultato straordinario coinvolgere 200 persone in un giorno con tempo incerto e quindi
vi faccio veramente tanti complimenti per l'organizzazione, per come ci avete spiegato
cosa non dovrà mai accadere, per la bella energia che ci avete trasmesso, per la bella giornata che ci avete fatto passare, per averci consentito di riflettere per bene.
Un GRAZIE SINCERO a voi del comitato che tutti i giorni vi adoperate, lottate,vi consultate, vi togliete del tempo da dedicare a voi hai vostri cari per far si che questa porcata non si faccia.
Aderirò a tutte le vostre iniziative là dove mi sarà possibile e spero che nel breve si vedino
anche i risultati del vostro sforzo,magari con una risonanza mediatica più estesa e vedrete che anzichè 200 saremo 500 o più (sul carro vincente monteranno anche gli invisibili del 2 Giugno)
Ringrazio dell'attenzione e vi saluto cordialmente
Dimitri

venerdì 3 luglio 2009

Marco Bailone sulla passeggiata del 2 giugno (lettera)

Marco (musicista, illustratore, pittore, www.bailone.it) è un amico che da Torino ha cercato scampo nelle valli Occidentali del Piemonte. Alcuni di noi l'hanno conosciuto negli anni scorsi durante gli scambi musicali, dei GAS biologici, per la mobilitazione NO-TAV, contro l'inceneritore di Pontassieve. Nella galleria fotografica di Dimitris lo riconoscete perché suona il susafono, quel grande strumento di ottone che si infila sopra la testa. Ci ha mandato questa lettera a commento del 2 giugno, sembra lunga ma vibra di vita, si legge in un attimo.
Ciao Marco, da tutto il comitato!


Scrivo queste righe a caldo....
Siamo partiti dal Piemonte in cinque, 4 sedicenti adulti e una bimbina che non ha ancora un anno, con un tempo che non accompagnava affatto, ma almeno abbiamo viaggiato al fresco. La sera del primo siamo arrivati a piedi alla Greta, che è una casa sotto il crinale, dove vivono Gimmi e la Simona, con i figli Greta e Nathan, e proprio sopra la loro casa c'è il rischio che si infestino questi mostri eolici. I carissimi amici e gli avanzi del CIR (che era stato organizzato in quei giorni lì) ci hanno offerto una calorosa accoglienza.
La mattina abbiamo offerto la faccia a un vento implacabile e ci siamo recati al punto di partenza, suonando le danze della nostra valle. Con felice sorpresa, visto il tempo, abbiamo trovato più gente di quanta pessimisticamente ci eravamo immaginati. Informazione, cartelli, volantini e soprattutto interventi e discussioni tra le persone: coi piedi nel fango e la testa tra i faggi si è consumata la giornata.
Una bella intesa tra le persone, finalmente incontrarsi e scambiare il cibo del pranzo, scambiarsi di corpi nella danza, nella quadriglia del bosco, e scambiarsi opinioni, già questa è una prima vittoria contro l'isolamento quotidiano, l'umanità contro "la fabbrica del consenso", esseri umani che affrontano una minaccia tangibile e non consumatori tra gli scaffali della coop, alla ricerca del prezzo più basso da pagare. Credo che sia questo il primo nemico, il primo scoglio da affrontare: trasformarsi da consumatori a esseri umani, che l'occhio da rettangolare a forma di televisione riprenda la sua forma solare.
"La fabbrica del consenso" anche nei problemi energetici spinge in una sola direzione: al consumo. Consumo di energia, in grandi quantità sempre crescenti, ed è per questo che non basta quel che c'è già. Voglio di più. E invece, inaspettatamente, sorge l'essere umano, la pelle stantia del consumatore marcisce al suolo, la crisalide ingorda svela la farfalla austera che dice: voglio di meno. È questa la chiave di volta, l'unica via possibile per affrontare questi mostri eolici: ridurre, decrescere, il futuro, ha detto qualcuno nella passeggiata, è nel lume di candela.
Ma perchÈ tutto questo bisogno di energia?
Per alimentare i frigoriferi dei supermercati?
Per costruire automobili?
Per allevare animali da macello?
Per l'agricoltura intensiva su scala industriale?
Don Chisciotte affronta i temibili mulini a vento con una sola arma: la fiducia incrollabile in un mondo diverso, un mondo dove non c'è spazio per il "progresso" e l'industria, un mondo senza sfruttamento alcuno, dove l'essere umano è consapevole di essere un ospite in questo fantastico banchetto che è la terra.
Purtroppo l'essere umano sovente crede che tutto sia a sua disposizione, che tutto gli sia dovuto, e che sia "normale" sfruttare ogni angolo disponibile.
Solo con una prospettiva più ampia potremo sconfiggere questo progetto nocivo, senza offrire al nemico alcuna alternativa: non ce n'è bisogno. Se qualcuno partorisce progetti nefasti come questo ci manca solo che gli oppositori gli forniscano delle idee su come rimediare!
L'unico rammarico della passeggiata è stato il linguaggio, molti dicevano: "qui è dove ci sarà la pala eolica di 155 metri..." "qui è dove faranno la strada per i camion...". Mah! La lotta comincia dalle parole, "qui è dove NON ci sarà la pala eolica...", qui è dove NON faranno...".
Innanzitutto vincere il senso di impotenza, al quale purtroppo, siamo stati educati fin da piccoli. Ma questo è un nemico nostro, tutto mentale, che possiamo sconfiggerci da soli, come una sorta di training autogeno o che ne so io, ma comunque, è solo una convinzione, in realtà (?), è possibile.
Nulla è vero, tutto è permesso: così ci ammonisce il Vecchio della Montagna.
Ho conosciuto questi posti la prima volta in compagnia di amici bipedi e quadrupedi, camminandoci a lungo, bivaccandoci, dormendoci, e felicemente perdendomici, è uno dei pochi posti in itaglia dove è possibile perdersi, dove c'è ancora qualche angolino di selvatico. E a chi vogliamo consegnare questo?
Come il Gatto e la Volpe tendono la trappola a Pinocchio per rubargli le sue monete, Cemento e Tondino aspettano l'ingenuo cittadino per rubargli il suo tesoro: il selvatico (quel che resta: briciole, purtroppo). Nessuno spazio sul crinale per la vegetazione, per l'incolto, nessuno spazio al mistero. Dove c'è un monte, una collina, vediamo già gli orrendi arpioni del baleniere che piantano ripetitori, antenne, Achab famelico segna il suo terreno di caccia, apre poi la strada (letteralmente) a ogni nefandezza industriale. Le antenne si riproducono più velocemente delle buone idee, accanto a loro come funghi maligni crescono tumori cementizi.
Non so chi si ricorda "Tetsuo, l'uomo d'acciaio". Ecco, la terra sta funzionando come lui, una volta piantato il seme del cemento questo sembra espandersi ed eruttare da ovunque, accompagnato da follia omicida. Il male dell'ipertrofia. L'horror vacui di chi non sa rimanere un attimo con se stesso, senza trasformare tutto in merce, come una sorta di Re Mida dei supermercati.
Vorrei che questa fosse una lotta di tutti e in tutti i luoghi, e non solo perché il predatore ha scelto il nostro cortile. Se oggi fermiamo le pale eoliche, domani sarà un inceneritore, un'autostrada, il treno ad alta velocità. Siamo alle strette. O noi o il predatore, e lui ha tutto il consenso, in fondo, "mica vorrete tornare all'età della pietra?!".
"Anziché il grande, scegliamo il piccolo o comunque "a misura d'uomo".
Alla distanza preferiamo la vicinanza.
Al consumismo, l'austerità.
Allo stress e alla velocità, scegliamo la calma e la tranquillità.
Al quantitativo scegliamo il qualitativo.
All'individualismo rispondiamo con la solidarietà.
All'accentramento, il decentramento.
Alla gerarchia, rispondiamo con l'orizzontalità dell'assemblea."
(Dal giornale Ekintza Zuzena, dettaglio di uno scritto di Julio Villanueva, sulle prospettive delle lotte contro lo sviluppo).
Dalla Ruà, Torre Pellice (TO), Marco Bailone.

lunedì 29 giugno 2009

Resoconto del convegno a Castelnuovo ne’ Monti (RE) - AQUILA REALE: La situazione in Italia e in Europa



Dal Muraglione a Castelnuovo ne’ Monti un’aquila volando ci metterebbe forse un’ora, in linea d’aria sono circa 80 km; io invece di km ne ho dovuti fare 190, e di ore ce ne ho messe più di tre (consumando una trentina di litri di gas). Sono entrato nel teatro comunale mentre Laura Fasce parlava delle aquile nel settore occidentale delle Alpi. La sala era al buio, e nelle diapositive della sua presentazione ho riconosciuto le pareti del Monte Bianco e forse il Monviso. Subito dopo, allo scattare della pausa pranzo, mi sono diretto verso il moderatore che mi ha indicato quelle due o tre persone con cui avevo avuto contatti via mail.
Al buffet mi guardavo attorno, questi sono gli studiosi delle aquile, montagnini, quasi tutti, qualche donna anche, certo, mi sono detto, questa è gente che si arrampica sui picchi in tutte le stagioni per controllare, sorvegliare, tutelare. Parecchi giovani, pochi sopra i cinquant’anni.
Riprende la sessione: tocca a Ubaldo Ricci, Enrico Bassi, Jacopo Angelini, ciascuno di un parco e una regione diversi, ovvero Appennino settentrionale, Stelvio e Appennino Umbro Marchigiano. Ognuno presenta tabelle, dati, fotografie di montagne. Quanto lavoro, quanta attenzione. Da quello che capisco, la situazione non è affatto negativa, la popolazione dell’aquila reale è in crescita, o almeno stabile. Nelle foto, mi accorgo per inciso, non si vede nemmeno una pala eolica: i paesaggi sono splendidi, e appaiono incontaminati – con l’eccezione di qualche traliccio –in certi casi però i parchi sono riusciti anche a farli interrare. Imparo un sacco di cose sull’aquila, il suo territorio, i problemi legati alla sua riproduzione, all’alimentazione. Molto interessante, per un ignorante totale come me. Scopro che il Parco dello Stelvio ha realizzato una mostra itinerante sull’aquila, “Aquilalp”, e mi segno che devo suggerire agli amici del “nostro” parco delle Foreste Casentinesi di prenotarla, sembra molto interessante. Scopro che i principali nemici dell’aquila, oltre i bracconieri, che ormai sono pochissimi, sono gli elettrodotti e gli arrampicatori –posandosi sui tralicci restano fulminate, mentre spesso i secondi inconsapevolmente vanno a disturbare i nidi. Scopro che in determinate zone il parco può richiedere il divieto di sorvolo. Eh, che bellezza: cosa non si farebbe per tutelare la pace dei rapaci! Già, qualora non si scelga, con false legittimazioni di produzione energetica, di farli tagliare a pezzi dal’affilata ghigliottina delle pale di un impianto eolico (ecco una nuova denominazione, pronta per l’uso: “impianti tritavolatili”, come per dire: qual sia l’effetto secondario e quello primario dipende dal punto di vista, no?). Alla fine del suo intervento Angelini, tra gli elementi di rischio parla anche delle pale eoliche. È il primo a farlo, e il motivo è chiaro: gli altri relatori provengono da aree dove le pale non ci sono (so solo che nell’Appennino settentrionale si sta cercando di introdurre un impianto eolico nelle Apuane). Certo, perché nelle Alpi le pale non le costruiscono. Non ci hanno nemmeno provato. Angelini presenta il problema eolico succintamente, ma senza entrare nel merito, poi inizia il dibattito. Vengono poste un paio di domande, poi tocca a me. Grosso modo dico: “Mi scuso per l’intrusione, la mia non sarà una domanda ma un intervento, il più possibile breve. Vi porto il saluto di Carlo Ripa di Meana presidente del CNP e di Oreste Rutigliano, segretario generale. Il CNP non si oppone all’eolico in quanto preziosa fonte di energia rinnovabile, sia chiaro, ma combatte da anni contro la proliferazione indiscriminata di pale che, ahimè, non producono una quantità di energia apprezzabile, rivelandosi quindi una mera speculazione finanziaria legata ai certificati verdi, e provocando invece con la loro istallazione e il loro funzionamento un danno profondo su paesaggio, persone, animali e ambiente tutto. Sono qui perché poche settimane fa a un convegno sull’eolico organizzato dal Comitato Monte dei Cucchi a San Benedetto in Val di Sambro, in Romagna, dove una società (la municipale di Verona se non ricordo male) vorrebbe construire un impianto, ho incontrato Tinarelli, un vostro collega che ben conoscete, che in pochi minuti ci ha spiegato l’enorme rischio che le pale costituiscono per i rapaci residenti nell’area adiacente. Poiché abito a San Godenzo, piccolo comune adiacente al Falterona, dove hanno area di alimentazione due aquile reali, in merito delle quali è stato costituito un SIC (sito di interesse comunitario 039 del Muraglione per l’emergenza dell’aquila e del lupo) e lotto contro la costruzione di un impianto che prevede 14 pale da 155 metri sul crinale, eccomi a voi per rivolgervi un’esortazione. Perché potete fare molto per noi, perché il vostro parere può diventare un’arma, uno strumento per la difesa dell’aquila e dell’ambiente in Regione e a livello europeo. Tinarelli ha scritto un bozza di dichiarazione che denuncia il grande rischio cui saremmo esposti se questi impianti verranno costruiti sul crinale dell’intero Appennino, come pare sia intenzione dichiarata. Allora sarà praticamente inevitabile la decimazione e quindi l’estinzione di diverse specie di rapaci tra cui l’aquila reale in gran parte dello stivale. Sta raccogliendo firme tra addetti ai lavori, ornitologi e naturalisti, e noi vi esortiamo a sottoscrivere, e anche a mettervi in contatto con noi, www.viadalvento.org, oppure, nelle aree in cui operate, con i locali comitati di opposizione agli impianti eolici.” Più o meno, nel senso che questo è quello che avrei voluto dire e non so poi quanto chiaramente sia riuscito ad esporre, dovendo tralasciare molto altro per ragioni di tempo e mia inettitudine oratoria. Dopo di me riprende la parola Jacopo Angelini, che ricorda come già gli ornitologi anni orsono si siano espressi in tal senso (lui stesso mi aveva fornito il testo della risoluzione di Avocetta), arricchendo il mio intervento di dati sui rischi per i migratori. Dopo ha preso la parola Kent Ohrn, relatore svedese esperto di aquile, pregandomi di avvicinarlo a fine convegno, perché voleva spiegarmi e darmi ragguagli e contatti sui nostri analoghi in Svezia. Fatto, grazie. Lo stesso ha fatto Dobromir Domuschiev, parlando dei rischi delle pale per le aquile nei Balcani, e soprattutto sulle rotte dei migratori in riva al mar Nero, dimostrando come la preoccupazione per le pale industriali sia viva in tutta europa.
Quindi ha chiesto la parola Aldo Anzivino, del CAI, che ha riportato il discorso sulle pale a San Godenzo, fornendo altri ragguagli, e finalmente ho avuto occasione di ringrazionarlo a nome del mio comitato dell’Ariacheta, per la splendida e chiara relazione che ha presentato in Regione, insieme a Marco Bastogi, entrambi membri della Commissione centrale per la tutela dell’ambiente montano del CAI (TAM). Dopo un altro paio di interventi è poi partita la proiezione di un filmato di Marco Andreini e di una serie di diapositive di Michele Mendi e Mario Pedrelli sull’aquila. Imparo a conoscerla, il suo sguardo penetrante, il suo aspetto fiero e possente, anche mentre dilania la carcassa di un leprotto. A casa guarderò più spesso per aria, cercando il suo volo sovrano.
A conclusione, sia l’assessore del comune di Castelnuovo, in vece del sindaco, sia il direttore dell’ospitante Parco Nazionale dell’appennino Tosco-emiliano, Fausto Giovanelli, hanno ribadito la massima attenzione verso le pale, e l’intenzione di tenerle lontane dal crinale e quanto meno dal Parco. Insomma, per quanto mi riguarda sono uscito provando grande soddisfazione, vedendo che almeno qui qualcuno ci prende in considerazione, e ancora una volta si è riaffacciata la speranza è che forse non è detta l’ultima parola, e qualcosa ancora si possa fare. E quindi: la mia proposta, che mi riservo di elaborare e sottoporre a breve, la lancio qui, ora, dalle colonne di viadalvento, alla Lipu ma anche a tutti gli amanti della montagna e dei veleggiatori (penso almeno a WWF, MW, CAI, ALTURA): è quella di curare – insieme – un’agile pubblicazione graffettata in cui si raccolgano i dati e gli studi già esistenti sul rischio che gli impianti rappresentano per l’avifauna (ci sono anche i chirotteri, ovvero i pipistrelli, e il problema è altrettanto serio e ben documentato), da diffondere largamente a tutti gli amanti della natura, della montagna e dei suoi alteri abitanti. Spero in un interessamento di Danilo Mainardi, presidente onorario della Lipu. e già ora mi sento di ringraziare la Lipu e il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emilano per il lavoro fatto.
Ancora una sorpresa: tornato a casa guardo le foto che avevo scattato a un rapace che volteggiava davanti alla finestra del mio studio, circa un mese fa. Guardatelo, riconoscetela, qui e sopra: chi mi sa garantire che se costruiranno le pale ci sarà ancora?
l.v.

giovedì 25 giugno 2009

convoglio trasporto pale provoca ingorgo a Roncobilaccio

Poco fa abbiamo ricevuto una telefonata da Mariarita Signorini che ci informa di un ingorgo totale sull’autostrada a Roncobilaccio, con code di un’ora, polizia e traffico in tilt, per un convoglio di mezzi speciali per il trasporto di tre pale (o bracci di pale, non è chiaro). Che bello!, EVVIVA! finalmente molti automobilisti hanno avuto modo di VERIFICARE con mano cosa sono le pale, e come funziona il trasporto (il montaggio ve lo racconteremo appena ce lo segnalerà qualcuno!).
L’amico che ha avvisato Mariarita si è immediatamente convertito alla nostra causa – forse ha intuito che razza di disastro ecologico comporta lo spostamento di questi mastodonti grossi come razzi.
Agli amici dell’Ariacheta immaginare ora come il convoglio uscito dall’autostrada attraverserebbe il Mugello, risalirebbe la valle di San Godenzo fino quasi al Muraglione, come gli si debba preparare una simpatica pista sterrata sui ripidi pendii del crinale, fino alla piazzola di posizionamento. La fine del mondo si avvicina, dice Nostradamus, ma forse qualcuno sta cercando di anticiparla...
grazie Mariarita!
l.v.

sabato 27 giugno convegno internazionale: AQUILA REALE, LA SITUAZIONE IN ITALIA E IN EUROPA.

pubblichiamo il COMUNICATO STAMPA
(per il programma dettagliato della giornata: www.lipu.it)

L’evento è organizzato a Castelnovo ne’ Monti (RE) dalla LIPU, dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dal Parco Nazionale Appennino Tosco-emiliano

Si terrà sabato 27 giugno a Castelnovo ne’ Monti, in provincia di Reggio Emilia, una giornata di approfondimento sullo stato di conservazione dell’Aquila reale in Europa e in Italia.

L’iniziativa, organizzata dalla LIPU, dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e dal Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano, vedrà alternarsi al Teatro Bismantova, dalle ore 10, esperti italiani e stranieri per capire come sta l’Aquila reale a livello continentale e italiano.

Durante i numerosi interventi si parlerà della situazione di questa specie anche a livello più locale italiano, a partire dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano (dove il monitoraggio dell’Aquila reale è affidato alla LIPU) per arrivare al Parco Nazionale dello Stelvio e alla situazione della specie nel settore occidentale alpino, nell’Appennino settentrionale e in quello umbro-marchigiano.

Nel pomeriggio, dopo gli interventi, saranno proiettati alcuni filmati sull’Aquila reale di Marco Andreini e Michele Mendi.

La giornata, la cui organizzazione è curata da Mario Pedrelli, Delegato LIPU Sezione di Parma e responsabile del monitoraggio dell’Aquila reale nel Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, sarà introdotta dai saluti del Senatore Fausto Giovanelli, Presidente Parco nazionale Appennino tosco-emiliano, del Presidente Onorario LIPU e professore ordinario all’Università Ca’ Foscari di Venezia Danilo Mainardi e da Gabriella Meo, Assessore Parchi e biodiversità della Provincia di Parma.

Tra i relatori interverranno Marco Gustin (responsabile Specie LIPU), Kent Ohrn (che parlerà della situazione nel sud della Svezia), Dobromir Domuschiev (focus sui Balcani), Paolo Fasce e Laura Fasce (settore occidentale alpino), Ubaldo Ricci (Appennino settentrionale), Enrico Bassi (Parco Nazionale dello Stelvio) e Jacopo Angelini (focus sull’Appennino umbro-marchigiano). I lavori verranno conclusi da Gianluca Marconi, sindaco di Castelnovo ne’ Monti.


Parma, 12 giugno 2009

martedì 23 giugno 2009

Le linee guida del WWF sugli impianti eolici. Importanti osservazioni di Alessandro Rossetti

Amici dell'Ariacheta,
abbiamo ricevuto una mail da Alessandro Rossetti (WWF - Marche) che ci è sembrata di grande importanza perché evidenzia uno dei punti critici della lotta agli impianti eolici industriali: il meccanismo per cui se da un lato la sua (come forse altre) associazione ambientalista si schiera contro questi impianti quando non rispettano certi parametri, dall'altro poi non interviene per verificare questo rispetto.
Noi dell'Ariacheta ci teniamo a sottolineare che siamo molto grati agli amici del WWF, che sono intervenuti fin dall'inizio a nostro fianco, e ci hanno davvero aiutato in tanti momenti di riflessione. Per questo vogliamo incitarli a riflettere tra di loro, e anche con noi, per acquistare maggiore incisività e determinatezza, per condurre a buon fine la comune battaglia contro le pale! Ecco le parole di Rossetti ( abbiamo dovuto sostituire il sottolineato originale con il grassetto):



Cari amici,
riguardo il documento "EOLICO E BIODIVERSITA' - linee guida per la relizzazione di impianti eolici in Italia" mi permetto di fare alcune considerazioni, con particolare riferimento alle Carte delle aree potenzialmente compatibili con l'installazione di impianti eolici industrali. Non entro nel merito sulla scelta del WWF Italia, peraltro in linea con gli indirizzi internazionali, di sostenere lo sviluppo dell'eolicio industrale in Italia: in proposito mi limito ad evidenziare che la sostenibilità ambientale di tale scelta non è però affatto scontata, come evidenziato anche da autorevoli ambientalisti ed esperti del settore (tra cui cito Maurizio Pallante) e avrebbe meritato una più approfondita riflessione da parte delle associazioni ambientaliste.
Entrando invece nel merito delle Carte delle aree potenzialmente compatibili, segnalo che ALCUNI PUNTI NON RISULTANO COERENTI CON LE NORME VIGENTI. In particolare, il documento prevede, tra le AREE PRECLUSE, le "Zone A e B previste dai piani di gestione delle aree protette in base all'art. 12 della della L. n. 394/1991"; in tal senso, quindi, la realizzazione di impianti industrali per l'energia eolica sarebbe consentita nelle zone C e D del Piano per il Parco. Il citato art. 12 prevede, tuttavia, che nelle zone C (aree di protezione) "in armonia con le finalità istitutive ed in conformità ai criteri generali fissati dall'Ente parco, possono continuare, secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica, le attività agro-silvo-pastorali nonché‚ di pesca e raccolta di prodotti naturali, ed è incoraggiata anche la produzione artigianale di qualità", mentre, nelle zone D (aree di promozione economica e sociale) "[...] sono consentite attività compatibili con le finalità istitutive del parco e finalizzate al miglioramento della vita socioculturale delle collettività locali e al miglior godimento del parco da parte dei visitatori. E' evidente, quindi, che l'eventuale inserimento di impianti industrali (quali sono quelli eolci di medie e grandi dimensioni) può essere valutato ESCLUSIVAMENTE NELLA ZONA D, previa attentissima valutazione di compatibilità con le finalità del parco. Va inoltre considerato che questo indirizzo del WWF NON E' APPLICABILE ALLE AREE PROTETTE NON DOTATE DI PIANO PER IL PARCO, che rappresentano la stragrande maggioranza di tutte le aree protette.
Inoltre, non deve essere dimenticato che tra le principali finalità di cui all'art. 1 della L. n. 3941991 vi è la CONSERVAZIONE DI VALORI SCENICI E PANORAMICI. A tal fine, e in considerazione che non sono ancora quasi mai state istituite le AREE CONTIGUE di cui all'art. 32 della stessa legge, sarebbe opportuno, in coerenza anche con il principio di precauzione, individuare aree precluse agli impianti eolici anche nelle aree limitrofe alle aree protette.
Anche per quanto riguarda le ZPS, sebbene il DM del 17/10/2008 fa salvi i progetti precedentemente presentati, riterrei più coerente, in via prudenziale, che il WWF indichi la preclusione delle ZPS dalla realizzazione di tutti i progetti di impianti eolici medi e grandi.
Un'ultima considerazione riguarda, infine, il livello di recepimento di tali linee guida. E' infatti evidente che, sebbene, come abbiamo visto, tali linee guida non risultino particolarmente restrittive, sono ben lungi dall'essere applicate nei progetti realizzati o in fase di approvazione. E', ad esempio, il caso delle Marche (che conosco meglio) dove i progetti di grandi centrali eoliche (circa 13) si concentrano tutti (o quasi) all'interno di una AREA PRIORITARIA e con densità ben superiori a quella massima indicata di 20 pale per 100 Kmq e con distanze, tra gli impianti, ben inferiori a 10 Km. Inoltre, la Regione sta approvando anche progetti in ZPS benché abbiano il parere negativo sulla Valutazione di incidenza e non favorevole da parte dell'ISPRA. Lo stesso documento del WWF ammette che "nel complesso la Regione Marche ha una buona impostazione metodologica e filosofia ma in definitiva gli atti garantiscono molto meno rispetto i valori di biodiversità di quelli di altre regioni [...]".
Consentitemi, allora, di chiudere con la mia personalissima opinione che le linee guida servono a ben poco se non sono affiancate da una attenta attività di verifica sui progetti in fase di approvazione e di efficace contrasto ai casi, come nelle Marche, che si discostano palesemente da esse.

Saluti a tutti,

Alessandro Rossetti

mercoledì 17 giugno 2009

Solidarietà e sostegno al Sindaco di Volterra!

sul sito www.viadalvento.org nella pagina odierna potete trovare pubblicato il comunicato stampa congiunto di Italia Nostra, CNP e Mountain Wilderness (a cui ci siamo aggiunti anche noi)
"LODE A CHI ONORA LA PROPRIA TERRA"


siccome poi si vorrebbe davvero fare concretamente qualcosa, abbiamo inviato al sindaco questa mail:

Egregio Sindaco,

Le scrivo a nome di un comitato di cittadini di San Godenzo (zona dell'Aquacheta, sul crinale appenninico tra Firenze e Forlì) che si batte per impedire la costruzione di un impianto eolico industriale all'interno di un SIC.
Brevemente: vogliamo esprimerLe davvero tutta la nostra ammirazione e solidarietà, come avrà appreso dal comunicato congiunto delle associazioni, e offrirLe quindi tutto il sostegno di cui saremo capaci.

In particolare vorremmo invitarLa a indire a breve termine, prima della - o forse alla - scadenza del Suo mandato, una festa cittadina per la "liberazione dall'eolico industriale". Abbiamo diversi amici musicisti che crediamo sarebbero felici di partecipare, e una tale manifestazione, anche senza palco, ma semplicemente muovendosi in corteo per il centro cittadino, oltre a diventare un momento di gioiosa partecipazione potrebbe diventare un piccolo esempio per l'intero paese, e lasciare il segno in questa difficilissima lotta per l'ambiente e il paesaggio.

Molte cordialità e grazie ancora per quello che ha fatto

l.v. per il Comitato dell'Ariacheta

sabato 13 giugno 2009

Prossimo appuntamento dell’Ariacheta: 18 giugno, Casoni di Romagna, visita a Piero Romanelli - ora con le indicazioni precise!

L’appuntamento è per il 18 giugno, giovedì, nel pomeriggio, per assistere alle riprese della prossima opera di Azzini, una video-intervista con Piero Romanelli lo sventurato amico di Casoni di Romagna che ormai tutti conoscete, il quale racconterà davanti alla macchina da presa la sua tristissima vicenda (gli hanno costruito le pale a 450 metri dal capo, con tutto quel che ne consegue). Invochiamo la protezione di Olmi, Pasolini, Testori, Zanussi e Kieslowski, che ci assistano nel realizzare questo lavoro... Piero invita tutti gli amici dell’Ariacheta a passare a salutarlo, e aggiunge che se ciascuno porta qualcosa da mangiare poi si banchetta tutti insieme nell’aia. Qua sotto le informazioni dettagliate su come arrivarci.

Cari amici, così come diceva Luca, chi vuole può venire a casa nostra senza problemi, siete tutti benvenuti.
Disponiamo di un ambiente ancora in ristrutturazione dove è possibile (se qualcuno avesse l’esigenza di partire il giorno dopo) di dormire con spirito di adattamento portandosi una stuoia e un sacco a pelo.

Come arrivare :
IN AUTOSTRADA
Uscita BO S.Lazzaro, poi prendere la Via Emilia direzione Rimini, percorsi 7/8 Km. a destra per la Valle Idice dritto fino a Monterenzio. Proseguire fino a Bisano poi a sinistra x Sassoleone ; dopo 5 Km. A destra Via Casoni di Romagna (qui ci sono i cartelli dell’impianto eolico) ; 2 Km. E siete arrivati

Per gli amici di San Benedetto Val di Sambro, quando si è a Loiano prendere per Monterenzio; a Bisano a destra (x Sassoleone) dopo 5 Km. a destra (cartelli impianto eolico) poi 2 Km. In Via Casoni di Romagna 1.
Dopo 7/8 pale arrivate ad un bivio, tenete la sinistra, c’è un rettilineo con di fronte un cimiterino, siete arrivati.
Il mio tel. È 0542 – 97674 e cell. 348 – 5437565.

Ci sentiamo presto
PIERO ROMANELLI

Ariacheta News: Solidarietà a Volterra - Il video “Noi ci siamo già” di Francesco Azzini

Il comitato esprime la propria solidarietà al sindaco di Volterra, che ha vietato l'innalzamento di impianti eolici sul territorio della città. Siamo contenti che qualcuno finalmente agisca in maniera netta, ma ci riserviamo di studiare meglio il decreto. Se verranno indette manifestazioni di sostegno diamo fin d'ora la nostra adesione.

Francesco Azzini, in arte Hazzini (www.cortomobile.it, www.hulot.it e www.hzmovie.net) videomaker e regista fiorentino ben noto a chi frequenta le rassegne di corti e videoarte, ha consegnato al comitato copia del suo documentario “Noi ci siamo già” (HDV, 20 min), in cui racconta la minaccia che incombe sulla ventennale scelta di Gimmi e Simona della Greta, nell’alta valle dell’Aquacheta, sotto il monte Lavane, uno dei poderi più minacciati dalle pale. Girato in aprile, il video è arrivato secondo al Premio giovani filmaker 2009 intitolato “L’uomo e il suo destino” e indetto dal celebre Circolo culturale San Fedele di Milano – nonché una menzione speciale da parte dei curatori. Per richiederne copia rivolgersi direttamente a Hulot, non all’Ariacheta.

venerdì 12 giugno 2009

Tardivo resoconto della magnifica passeggiata dell'Ariacheta, 2 giugno

(Speravo lo facesse qualcun altro, magari uno dei partecipanti venuti da fuori. E invece silenzio, così alla fine gli amici dell’Ariacheta mi han detto che raccontare tocca ancora a me - pigliatevela con loro) l.v.

Ci siamo trovati all’eremo il giorno prima, da Paolo ed Elisa, per dare un’occhiata ai cartelloni e suddividerci le ultime cose da fare. Anche se pioveva a dirotto una squadra di uomini è andata a preparare il sentiero, a sfalciare con la fienaria, per evitare che i camminatori al mattino si infradiciassero già dai primi passi. Sono usciti sotto l’acqua, col cielo basso. Noialtri abbiamo guardato un’ultima volta le previsioni e messo sul blog un annuncio “previsioni buone, noi ci saremo”, quindi tutti a casa, a chiedersi: sarebbe venuto qualcuno? Con quel tempo da fine del mondo non ci si aspettava niente, restava il nostro impegno di esserci. Appuntamento alla partenza, alla Colla della Maestà, quota 1009, alle 8.30.
Salendo passo dal Cavallino: Marco e Paola, dietro il bancone del bar, hanno già indosso le magliette. Loro resteranno qui, devono servire, noi un caffè e via. Cielo coperto e aria fredda ma secca. Non ha piovuto tutta notte, e il risultato è che il terreno non è fradicio, anche se non è nemmeno asciutto. Sullo sterrato vedo i cartelli segnaletici che ha messo Gabriela, bel lavoro.
Alla partenza c’è già un drappello, stanno montando lo striscione del WWF, spiegando le bandiere di Mountain Wilderness. L’altro Marco, che non può ancora camminare con agio, attrezza un banchino con le magliette, gli adesivi, gli opuscoli informativi. Resterà tutto il giorno a ricevere i ritardatari. Alla spicciolata, ma arriva sempre più gente, ormai è fatta. Fa freddo, siamo attorno ai dieci gradi, quasi tutti hanno scarponi, maglione e giacca a vento. È montagna! Ma si capisce che il tempo regge e va a migliorare. Faccio le prime riprese, arrivano le associazioni, gli amici, alcuni sono noti, altri si presentano, altri ancora resteranno nomi sconosciuti per tutta la passeggiata. Tanto si vede, siamo tutti qui per protestare contro le pale, anche le famigliole coi bimbi.
Dal sentiero, suonando, arriva un gruppo di musicisti, sono della valle ma ci sono anche dei piemontesi – con la valle hanno un forte legame, fatto di residenza, di scambi musicali, gruppi di acquisto, appoggio alla val di Susa contro la TAV. Riconosco anche molti amici dell’Ariacheta presenti alle precedenti riunioni del comitato. Noi organizzatori andiamo un po’ in affanno: abbiamo deciso tutto, ma non ci siamo dati dei ruoli, ce ne accorgiamo ora. Per fortuna l’atmosfera è carica di positività, di voglia di esserci, quindi poiché manca la coordinazione ci si butta sull’improvvisazione.

Finalmente si parte, a suon di musica, Daniele si mette alla testa dei musicisti, seguono i camminatori. La prima pausa si fa in un punto dove sorgerà una pala, Maurizio e Paolo piantano un paletto con un cartello che illustra alcuni dettagli – sono più di dieci, ognuno su un aspetto specifico: finalmente le nostre informazioni, e non quelle dei costruttori - si dà inizio ai discorsi. Ora, l’ordine degli interventi sarebbe duro da ricostruire… vado a spanne, e diversi non li ho nemmeno sentiti. Paolo ringrazia tutti i presenti a nome del comitato, poi Antonella Marchini, del comitato Monte dei Cucchi porta il saluto di Oreste Rutigliano, di Ripa di Meana e del vertice del Comitato Nazionale per il Paesaggio. Parla quindi Mariarita Signorini, consigliera del CNP e di Italia Nostra, che ci ha dato un grande sostegno, e che porta il saluto di Valdo Spini.
Mentre riprendo in video guardo i volti della gente, cerco di capire chi sono, cosa li ha spinti qui. Siamo circa duecento. Gente che la natura la ama davvero, penso, che la frequenta anche con le nuvole nere: gli indecisi, quelli che con la natura hanno meno confidenza, sono rimasti a casa, spaventati dalla possibilità di una camminata sotto l’acqua. Mi stupisco di vedere un consistente numero di persone anziane, ma perché poi? E mi dice bene, è un segno di continuità, penso. Più avanti, nel bosco, prende la parola Nevio Agostini, funzionario responsabile dei servizi della conservazione naturale dell’adiacente (1 km) Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, denuncia i danni che l’impianto creerebbe al Parco e ai suoi abitanti. Dopo di lui parla Fausto Pardolesi; consigliere del Parco, è stato uno dei primissimi ad alzare la voce all’interno del Consiglio dell’ente, e ora indossa la nostra maglietta arancione, con il logo dell’ariacheta “eolico industriale? No grazie! Ariacheta!” e parla deciso, senza mezzi termini. Arriviamo alla spianata delle felci, intervengono anche Ivano Togni, e Guido Crudele anche loro consiglieri del Parco, il secondo è un illustre naturalista, mi sussurra un amico vicino, tra coloro che più si sono battuti per far nascere il Parco. Sono a pochi passi da lui e quando inizia a parlare lo vedo teso, spaesato. “Due volte Crudele mi sento oggi…” inizia, e nelle sue parole ascoltiamo tutto il dolore che prova. Ha uno sguardo incredulo e quasi sperduto, parla a frasi brevi e staccate, quasi non sa che dire. Si ferma, riparte: “Porca puttana!” dice, e si capisce che per lui non è un’esclamazione abituale, la ripete, vibrante, contro l’ottusità di chi approvando questo progetto vanifica il lavoro di trent’anni di conservazione naturale, di ricostituzione di biotipi. Dopo di lui parla Filippo, un amico esperto di boschi, e poi ancora (li dico tutti qua anche se continuiamo a camminare e muoverci) parlano Valentini, di Mountain Wilderness, Marco Paci, presidente del WWF per Forlì e Cesena, Paolo Silvestri, presidente di Pro Natura Forlì, parla Mariella Gavanini, rappresentante del WWF Toscana; ci sono anche Marina, del coordinamento noTav del Mugello, i rappresentanti e consiglieri del CAI di Forlì e Ravenna. Sicuramente avrò dimenticato qualcuno, e non me ne voglia… ma anche qualcuno che si aspettava è mancato, certo. Almeno il sindaco si è scusato, si è dato assente per precedenti impegni…

Parlando di assenze e presenze, un capitolo a parte meriterebbe l’incontro con gli elfi. Non li abbiamo chiamati: loro, molto shakespearianamente, erano già lì, ospiti alla Greta di Gimmi e Simona, per il CIR, il convegno periodico della loro rete di comunità. Li abbiamo incontrati a metà percorso, ci hanno accompagnati nel bosco, e hanno fatto in mezzo a noi uno dei loro “cerchi” cantando. Vestiti in maniera eccentrica, aghindatisi per noi con fiori nei capelli, simili a certe maschere dei nostri carnevali di un tempo, erano almeno una trentina. Per chi non ne avesse mai sentito parlare dirò due parole su di loro e sulla comunità di Gran Burrone, una comunità autogestita unica in Italia con molti legami e contatti anche internazionali. Ci sono da più di trent’anni, ignorati dal mondo “civile”. Anch’io so molto poco, che si tratta di uomini e donne che hanno occupato e riabitato una valle abbandonata dell’Appennino pistoiese, ora sono circa 200 persone, c’è chi va e chi viene, chi è rimasto fin dall’inizio. Insieme a comunità simili sparse in tutta Italia danno vita alla Rete italiana villaggi ecologici (RIVE), vivono cercando l’autosussistenza, la realizzazione spirituale, rifiutando senza compromessi la società del consumo. Si chiamano il popolo degli elfi, sorridono, alcuni di loro camminano scalzi…

Nel frattempo siamo arrivati alla faggeta sotto la vetta del Peschiena, un pianoro bellissimo ricoperto di faggi ormai adulti di 60 anni (si fa in fretta a dirlo: la guerra qui aveva bruciato quasi tutto, più grandi ne sono rimasti solo due o tre per ettaro). Qui ci si ferma e si comincia a ballare, si mangia, si ascoltano le parole dei tanti amici che ancora sono iscritti a parlare. È uscito un bel sole caldo, ma nel bosco continua a fare freddo, i raggi penetrano come lame di luce; i maglioni ce li toglieremo soltanto sulla via del ritorno. A un certo punto arriva anche Piero Romanelli, che ci racconta la sua terribile esperienza, il disagio concreto e devastante di avere giorno e notte il fragore di una pala a 450 m dietro le spalle. C’è anche Fabio Tinelli, fin dall’inizio, che scopro giovanissimo e sorridente, strattonato da due cani al guinzaglio, vorrei che parlasse anche lui, che raccontasse la sua esperienza di coordinatore del sito viadalvento, della difficoltà di organizzare e comunicare la protesta contro l’eolico industriale, malamente ignorata o avversata da tutti tutti tutti. Non ricordo come, perdo il filo…
Chi vuole raggiunge la cima del Peschiena, ancora una quindicina di minuti di salita, dove c’è l’anemometro di 50 metri, e da dove il panorama spazia lungo la dorsale fino al giogo di Villore, dove già c’è un altro anemometro che segnala il progetto del prossimo impianto e poi oltre, altre pale previste in sequenza, fino al Cimone.
Nel bosco non è mancato il brivido: a un certo punto mi dicono hanno trovato una bomba! Un ragazzino, giocando, in effetti, ha trovato una granata da mortaio, inesplosa. Già, la guerra - qui si è combattuto come forsennati, era pieno di partigiani e nazifascisti, proprio di qui passava la linea gotica.

Tra quelli che non sono venuti alcuni hanno detto, per scusarsi: già li conosciamo i boschi del crinale – non ho avuto la prontezza di dirgli ecco, allora vieni a salutarli, perché non li vedrai più, col tuo disiniteresse li mandi a morte. Perché in questa loro frase “già li conosco” riconosco il distacco e l’incapacità di essere mentalmente presenti. Vorrei dire loro che è lo stesso meccanismo di rimozione che alla morte dei genitori spinge molti figli a disinteressarsi della casa dei padri: per non guardare in faccia il dolore, per non affrontarlo la svendono, o la lasciano andare in malora, senza più nemmeno passarci, perché non saprebbero confrontarsi con la perdita di un bene tanto prezioso – né vogliono ammetterlo, e cercano invece rifugio in oggetti di consenso e consumo, la preziosità la cercano seguendo i consigli d’acquisto (un tempo si chiamavano persuasori occulti), in auto luccicanti o vestiti alla moda. Credono così di togliere di mezzo lo scomodo rapporto con la propria origine, senza voler vedere che è anche la propria sostanza - corrono a cercarne una nuova e illusoria in oggetti inutili e inefficaci come certi costosissimi orologi dai nomi complicati, quando invece, se volessero solo guardare le proprie mani, riuscirebbero a immaginare i propri avi intenti alla manutenzione del bosco, durata secoli e millenni, generazione dopo generazione, la sentirebbero impressa nella propria fisionomia, nel proprio gesto, nella parola e nel pensiero...
Altri amici più consapevoli, che non si sono fidati del tempo e non sono venuti, telefonano ed esprimono il loro rammarico. Promettiamo che la festa si rifarà, in estate – forse si rimarrà fino a sera, con le torce?

Per concludere: sicuramente noi organizzatori abbiamo fatto qualche errore, e ci scusiamo se qualcuno ha subito disagi – ma ad essere sinceri non ci è arrivata una singola lagnanza. Al momento di venire via dalla faggeta ormai deserta, Andrea con un ultimo sguardo ha abbracciato il bosco tutt’attorno, vuoto e tagliato dai raggi obliqui del sole, e con orgoglio ha detto: sfido chiunque a indovinare che qui hanno fatto festa duecento persone. Ci siamo guardati in giro per bene: non un mozzicone, non un pezzetto di plastica - solo il nastro bianco e rosso che indicava il punto dove la bomba dorme sdraiata.

Permettete ancora una considerazione personale. Tutti, mi sembra di aver capito, dobbiamo darci e dare un’altra e ancora un’altra occasione per camminare, sostare e riflettere. In gruppo ma anche e forse meglio da soli, sentirci in cammino, intenti a percorrere una silenziosa passeggiata nel bosco - sulla collina, lungo la costa - ciascuno dove costruiranno a lui le “sue” pale, e riflettere su distruzione e conservazione, sul proprio paesaggio interiore. Alzare gli occhi alla volta del bosco, come ha fatto Dimitris nell’ultima foto della sua galleria (www.acquacheta.org/ariacheta), per cercare di capire chi siamo, dove andiamo e come vogliamo farlo.