Riceviamo dall'eroico Cuppini, e prontamente pubblichiamo
(Grazie Alberto)
Ieri sono stato a trovare il buon Romanelli a
Casoni. Da casa sua si vedono benissimo anche le nuove 17 pale eoliche
montate al Carpinaccio, in provincia di Firenze. Dopo sono andato a vederle da
vicino e, mentre mi recavo là, ho visto che hanno montato anche le pale nuove a
monte Galletto, sul crinale parallelo a quello di Casoni, più a
ovest.
14 pale del Carpinaccio sono densamente
accalcate sul crinale in direzione est ovest (saranno contenti i
migratori) tutte sopra al borghetto di Peglio (dove ci saranno presto
problemi di salute, se qualche abitazione è ancora abitata tutto l'anno. Altre 3
sono isolate su un poggiolo vicino, lontano dalle case. Nonostante dovrebbero
avere la stessa potenza (circa) di quelle di Casoni, mi sembrano molto più alte
(qualcuno è in grado di dirmi esattamente quanto sono alte?) ma soprattutto sono
molto più raggruppate. Fermarsi al centro dell'impianto dà VERAMENTE una grossa
sensazione di angoscia. In zona, da quegli stessi colli, si possono scorgere
anche la discarica ed una grossa estensione di pannelli fotovoltaici sul
fianco di una collina. Poco lontano, sempre in comune di Firenzuola, c'è lo
scempio della cava di Sasso di Castro, una montagna ormai ridotta alla metà di
com'era prima. Insomma: un disastro. Se qualcuno vuole andare a vedere, per
rafforzarsi nelle sue idee e/o per convincere i dubbiosi, si può
accomodare. Consiglio di fare delle foto e prego di mandarmele. Le più
suggestive le vorrei pubblicare sul sito della RRC.
Al monte Galletto le pale mi sembrano di dimensioni
simili a quelle di Casoni, come la potenza. Credo che siano della Vestas
(almeno ho visto un furgone con la scritta. Sulle pale non c'è scritto niente).
Forse sono un po' più piccole rispetto a quelle di Piero (mi scusi Piero) ma
sono più tozze, le pale più ampie e decisamente più rumorose, anche se molto
meno rispetto a quelle più piccole di prima della Riva Calzoni. La casa più
vicina alla prima pala è distante 610 metri, ma la casa (oltre ad appartenere,
credo, alla famiglia del proprietario del terreno) è parzialmente riparata da
una collinetta e da un bosco che la preserva in buona parte sia dalla
vista che dal rumore. Le altre pale sono più distanti lungo il crinale verso
Bologna. Il vantaggio, rispetto alla situazione di Romanelli, è che non sono
collocate a raggiera ma si perdono in lontananza dove, credo, non abita nessuno.
E soprattutto sono solo 4. La frazione di Cedrecchia (il ristorante come
punto di riferimento) è ben oltre settecento metri dalla prima pale.
Per questo motivo, subendo l'influsso di una, massimo due pale (la seconda è
ancor più distante) credo che non ci dovrebbero essere seri problemi di salute
per la Sindrome da Turbina.
Anche perchè, se le pale di Piero
ieri funzionavano, tranne due, molto bene, quelle del Carpinaccio no. Là
c'è molto meno vento. Idem al monte Galletto dove due pale su quattro erano
ferme.
Al passo della Raticosa, per gradire, ci sono
anche due pale di mini eolico, che non servono a niente, ma, oltre ad
essere bruttissime, non dovrebbero dare particolari fastidi. Però l'effetto
cumulativo delle pale eoliche in una zona relativamente ristretta, comincia a
farsi sentire. Da certe posizioni elevate si possono scorgere tutte le
pale.
Come sapete, tutta questa fretta a montare pale
eoliche da tutte le parti è dovuta alla fine del vecchio regime incentivante
(generosissimo) dei certificati verdi, che non verranno più assegnati dopo il 31
dicembre di quest'anno. Speriamo che adesso gli speculatori (e i loro amici
nelle pubbliche amministrazioni) si calmino un po'. Ci sarà, per i nuovi
impianti, molto meno grasso che cola a disposizione, e quindi molte meno
possibilità di corrompere tutti.
Ciao. Alberto