il Comitato Ariacheta aderisce alla RETE della RESISTENZA sui CRINALI

martedì 16 aprile 2013

ULTIME MA NON DEFINITIVE



Come comitato contro l'eolico aderente alla Rete della Resistenza sui Crinali, sabatro 13 aprile abbiamo partecipato alla manifestazione di Orvieto, ed è stata un'uscita dopo diverso tempo di silenzio. Il comitato esiste, ma non è attivo (è piuttosto dormiente, come certe gemme sui tronchi degli alberi). A Orvieto abbiamo incontrato vecchi amici e nuovi oppositori a progetti di impianti eolici sempre più mostruosi e devastanti, come quello sul monte Peglia, proprio di fronte alla città, dove si vorrebbero costruire pale da 150 m. Abbiamo potuto ringraziare per il loro incessante lavoro di questi anni Carlo Ripa Di Meana, Oreste Rutigliano, Rosa Filippini, i "nostri" Mariarita Signorini e Alberto Cuppini.
   
Sia quindi concessa qualche considerazione rivolta a chi vuole sapere quale sia la situazione qui.
Anche se in taluni frangenti la situazione resta e forse diviene sempre più drammantica, col passare degli anni però sembra diventare per gli speculatori/proponenti  sempre più difficile/ambigua, da un lato perché stanno per chiudere i rubinetti dei finanziamenti a pioggia, che tanto hanno eccitato loschi figuri del passato remoto e più prossimo, dall'altro perché le popolazioni, i media (ormai anche la RAI) e le amministrazioni pubbliche (a Orvieto erano numerosi i sindaci in opposizione agli impianti) si stanno rendendo conto, sulla pelle degli sfortunati che si sono ritrovati le mega turbine tra capo e collo, che forse farne a meno non è poi così male:

- nessuno spreco di risorse pubbliche
- nessuna devastazione di territori vocati alla conservazione dell'ambiente naturale
- nessun crollo di valore di terreni e proprietà
- nessuna ecatombe di volatili e fuga di abitanti selvatici
- nessuna patologia neurologica per gli abitanti umani
- nessuno scempio agli occhi e al portafoglio dei cittadini italiani.

Il male, questo si sta capendo, non è necessario. Tra parentesi, un amico che lavora nel settore dell'energia internazionale (quelle grosse società che comprano e vendono gas petrolio eccetera agli Stati) mi raccontava che se si va a guardare I DATI ITALIANI SUL CONSUMO NEL 2012, la crisi ha arrestato i consumi industriali molto più di tutti i protocolli e investimenti sulle alternative. Visto che la produzione dell'intero paese è in stallo, IN ITALIA SI CONSUMA MOLTA MENO ENERGIA DI PRIMA - peccato che si dimentichino tutti di dirlo. Certo, la corsa alle energie alternative non si deve fermare, ci sono troppi iinteressi in ballo, è la tassa invisibile che tutti noi dobbiamo pagare a quest'epoca decadente (dopo la TAV, l'ILVA, e la catena è lunga, e per me arriva fino a Gioia Tauro).


Per quanto riguarda il nostro giardinetto di San Godenzo, la situazione è ferma ormai da tempo, e a tutti gli osservatori sembra sempre più inverosimile che il proponente (la società Infrastrutture) voglia adeguare il progetto a alle richieste avanzate in sede VIA, pur senza che esso sia stato bocciato. Un'importante figura dell'amministrazione pubblica in un colloquio privato ha dichiarato che, ricapitasse un progetto eolico, qui più nessuno, per l'amor di Dio,  ne vorrà  sapere nulla. Abbiamo avuto fortuna, e l'aiuto di tanti amici (loro sanno). Ci sono dunque buone possibilità che San Godenzo resti un paesino ridente, sotto il Passo del Muraglione, certamente con tutti i suoi piccoli e numerosi  problemi, ma non quello di essere sovrastato dalle gigantesche e fragorose pale della speculazione.

guardate qui cosa succede a ZERI  (e non è che l'inizio!), cosa abbiamo scampato!
lv