il Comitato Ariacheta aderisce alla RETE della RESISTENZA sui CRINALI

giovedì 12 novembre 2009

News III: Disciplinare l'installazione degli impianti eolici: bozza di legge in Emilia-Romagna

Riceviamo comunicato stampa dal gruppo SD Emilia Romagna:

Parchi eolici.
Mazza (SD): “Finalmente la Giunta si impegna a disciplinarne l’installazione” 

Il capogruppo Sd in Regione Ugo Mazza ha ritirato questa mattina i suoi ultimi emendamenti alla legge regionale di modifica alle norme sulla pianificazione paesaggistica, a fronte dell’impegno della Giunta di predisporre e sottoporre in Commissione Ambiente una bozza di Direttiva regionale che disciplina l’installazione di impianti industriali di produzione e trasporto dell’energia elettrica. 

E’ stato dichiarato infatti, in Commissione, dal relatore della legge di modifica, Mario Mazzotti, che la bozza di Direttiva è già disponibile per avviare una discussione. Essa sarà presentata la prossima settimana in Commissione. 

“E’ una svolta rilevante – ha dichiarato Mazza - perché l’Assemblea ha più volte richiesto alla Giunta un atto che disciplinasse le installazioni industriali di energia rinnovabile, atto che ora era diventato particolarmente urgente, visto il rischio di proliferazione incontrollata di impianti eolici di grandi dimensioni, quasi sempre imposti alle popolazioni locali e con impatti non sufficientemente discussi e valutati sulla base delle percezioni degli abitanti e dei frequentatori della collina e della montagna, così come richiesto invece dalla Convenzione Europea del paesaggio”. 

L’obiettivo, secondo il consigliere Sd, è quello di “favorire la realizzazione di impianti di energia da fonti rinnovabili, ma operando per un corretto inserimento e una adeguata mitigazione degli impatti sul paesaggio, la biodiversità e la sicurezza idrogeologica”.

il commento è uno solo: PERCHE' IN TOSCANA NESSUNO SI PREMURA DI FARE LO STESSO?????

News II: Chi è Vigorito? Eccolo qua...

ringraziando Paolo San, possiamo riprendere e girarvi un articolo apparso su "Il fatto":

ORESTE VIGORITO IL RE DELL’EOLICO FINISCE IN MANETTE
di Marco Lillo
Nessuno se n’è accorto. É il destino di Oreste Vigorito, sottovalutato sempre nel bene e nel male. Questo avvocato di Ercolano di 63 anni, ha accumulato una fortuna che ne fa certamente uno degli uomini più ricchi della Campania. Ieri è stato arrestato con l’accusa di associazione a delinquere e truffa aggravata perché avrebbe chiesto e ottenuto dallo Stato stanziamenti per 60 milioni di euro grazie alla legge 488 del 1992, sostenendo il falso nelle richieste dei contributi. La Guardia di finanza di Avellino ha sequestrato sette campi eolici siciliani e sardi che rappresentavano la nuova frontiera dell’avanzata delle sue pale, dopo l’invasione di Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. Nell’operazione, ideata e coordinata dal colonnello Maurizio Guarino, passato alla Dia nell’agosto scorso, a Carlentini, in provincia di Siracusa, sono state sequestrate 57 turbine; a Militello val di Catania 18 pali, a Mineo (Catania) 11, a Vizzini (Catania) 30, a Camporeale (Palermo) 14, più altre 10 turbine a Partinico (Palermo); 10 a Monreale (Palermo) e 26 turbine a Ploaghe, in provincia di Sassari. Il valore totale stimato dal pm in 154 milioni di euro in realtà è superiore, stando alle stime di mercato. L’operazione coordinata dal sostituto procuratore Maria Luisa Buono di Avellino, accende il faro sul business sporco che si nasconde dietro l’energia pulita. Vigorito ne è il campione nazionale. Presidente dell’associazione di categoria degli industriali del vento, l’Anev, ha finanziato l’Udeur e ha pagato prestazioni all’avvocato Pellegrino Mastella, figlio del segretario. Dagli anni Novanta, Vigorito batte le campagne della Daunia e dell’Irpinia, proponendo contratti di affitto ai proprietari dei terreni ventosi. Grazie ai suoi buoni agganci, comincia a fare incetta di terreni e autorizzazioni trasformando pietraie battute dal vento in miniere d’oro. L’energia eolica è finanziata generosamente, e l’abbattimento dei costi di produzione, negli ultimi anni, ha originato una bolla speculativa. L’autorizzazione per un campo vale circa 500 mila euro per megawatt. Un pacco di nulla osta per un campo da 30 megawatt passa di mano per 15 milioni di euro. II 6 agosto del 2007 il Wall Street Journal si è occupato dei campi eolici costruiti da Vigorito. Quel giorno il colosso britannico International Power li ha comprati da un misterioso fondo irlandese di nome Trinergy per un miliardo e 830 milioni di euro. E parliamo solo di una parte dei parchi eolici sviluppati nel Mezzogiorno dalla società Ivpc fondata da Vigorito, che resta proprietario di altrettanti, per un valore similare. Lo Stato italiano paga 200 euro per lo stesso megawatt che nei maggiori paesi europei vale 80. Così da noi le pale sono costruite più per afferrare i contributi che il vento. La Sicilia ne è un ottimo esempio: la rete non regge gli impianti attuali ma, invece di costruire elettrodotti, la regione regala decine di milioni a imprese che ingolfano il sistema. Vigorito e il suo rappresentante in Sicilia, Vito Nicastri, avrebbero prodotto nella domanda per i contributi pubblici “falsi contratti di locazione dei terreni su cui si sarebbero dovute istallare le turbine eoliche”, in modo da ingannare i funzionari del ministero. Inoltre, Vigorito è accusato di avere fatto figurare più volte nelle sue domande gli stessi capitali, ché, per avere i contributi, è necessario dimostrare che l’impresa mette una parte equivalente in proprio. Non a caso è indagato anche un dirigente di Centrobanca di Milano che al telefono diceva: “É tutto falso, mi sembra il mercato delle vacche, i soldi all’inizio non c’erano”. Vigorito ha tentato di scaricare tutta la responsabilità su chi aveva presentato le domande, cioè Nicastri, ma il pm Buono ha arrestato anche lui. L’imprenditore di Alcamo però ha un ruolo chiave. É il classico “sviluppatore”, una figura tutta italiana che ottiene le autorizzazioni e poi le cede a un prezzo profumato. Nei primi anni Novanta, era stato coinvolto in una storia di corruzione e ne era uscito indenne. Dopo un patteggiamento e una prescrizione, eccolo pronto per l’altra energia pulita, il vento.


Bene, ora se Vigorito volete guardarlo in faccia e vederlo parlare di persona digitate su youtube "la truffa dell'eolico", comparirà il reportage realizzato da La7 tanto ma tanto tempo fa...

News I: Arrestato Vigorito, presidente dell’ANEV l’associazione dei costruttori di impianti eolici industriali

Naturalmente i grandi media fanno finta di ignorare la notizia (così si dice - chi scrive, arroccato sui monti non ha voglia né tempo di seguirli), che però ha grande rilievo INTERNAZIONALE, si tratta di cifre da capogiro, e si può paragonare soltanto alla tanto vituperata Tangentopoli (la differenza è che per ora non risultano coinvolti politici e funzionari dello stato, ma si vedrà che frutti porteranno le inchieste).
Questo dopo mesi, se non anni, di segnalazioni, da parte di Italia Nostra, di giornalisti indipendenti e non (per ultimo Pirani su Repubblica) e di tanti altri che vedevano i brutti traffici che ruotavano (al posto delle pale, fermissime per mancanza di vento) attorno alla SPECULAZIONE EOLICA (questo era il titolo della conferenza stampa indetta da CNP-Coldiretti il luglio scorso a Roma).

Speriamo che questa novità spinga i vertici delle associazioni ambientaliste (la base attiva è già da tempo con noi) a ravvedersi e rompere un'alleanza tanto nefasta e scempia - anche perché avere rapporto con i mafiosi, se la memoria non falla, è complicità e reato. I grandi impianti sono una follia, un danno irreversibile per l'ambiente e portano vantaggi e denari agli speculatori.

Speriamo pure che questa novità possa mettere una pulce nell'orecchio alla nostra giunta comunale, alla nostra amministrazione regionale: forse esistono altre possibilità di finanziare e costruire impianti eolici, piccolini, di proprietà della comunità che li deve accogliere nel suo territorio - magari si scopre pure che i soldi dei certificati verdi, nelle casse del comune, arrivano lo stesso. Vogliamo parlarne? Il comitato, fin dalla sua nascita e per statuto, è aperto al dialogo e al confronto con tutti su tutto.
lv